«Non c'è tempo per le spiegazioni» fa lui guardandosi intorno nervoso «So che in questo momento potrebbe trovarsi con due persone»
«Chi?!» urlo seguendo ogni suo movimento, se Jane è in pericolo per colpa sua giuro che lo ammazzo.
«Simon e Jackson» fa, posso sentire il suo respiro affannarsi e lo vedo stringere le labbra.
Li conosco, anch'io un tempo ero nella comitiva, sono due coglioni che vanno in giro sempre insieme in cerca di sesso e droga.
«E che cazzo ci fa con Simon e Jackson?» chiedo confuso.
«Ho sbagliato okay? Ho detto solo delle cose su di lei e... si sono messi in testa che vogliono scoparsela a tutti i costi» indietreggia di poco perché sa che potrei fargli del male. Io resto senza parole. Avrei così tanta voglia di buttarlo per terra e prenderlo a calci fino a fargli sputare anche l'anima, che mi trattiene solo il terrore di ciò che sta passando la mia piccola Jane adesso.
«Merda... merda, merda! Che cazzo facciamo adesso?!» non sono più in me, devo vederla, devo sapere che sta bene. Dio... se solo in queste settimane le fossi stato vicino a quest'ora tutto questo non sarebbe successo.
«Aspetta» fa Will ad un tratto come se gli si fosse accesa una lampadina «Forse so dove sono» corre in casa sua, poi riesce poco dopo con un mazzo di chiavi in mano e si dirige verso l'auto di Daniel, il quale esce di casa urlando «Che vuoi fare?! Non hai nemmeno la patente!» non appena mi vede, capisce che qualcosa non va.
«Vi accompagno io, ditemi dove devo andare» sospira serio.«Al garage di Brannick Avenue».
Jane's pov
Uno mi tiene ferme le gambe, mentre tenta di sbottonarmi i pantaloni, l'altro tiene i miei polsi bloccati sotto le sue ginocchia, ed il suo peso mi sta uccidendo. Mi dimeno mentre piango disperata, ma sembra che le forze mi abbiano abbandonata del tutto.«Lasciatemi stare» provo a dire tra un singhiozzo e l'altro, ma sembra che si divertano ancora di più nel vedermi in questo stato.
Quando riesce a sfilarmi i jeans inizia a strusciare le sue mani viscide lungo le mie gambe, l'altro invece infila la sua schifosissima lingua nella mia bocca e mi bacia con foga mentre con le mani raggiunge ogni superficie scoperta del mio corpo.
Mi sento soffocare, e prendendo energia da non so dove riesco a dare un calcio ad uno dei due, mossa che mi costa cara, perché subito dopo si rialza e mi molla uno schiaffo piuttosto forte.«La cagnolina morde... se solo tu stessi al gioco renderesti tutto più semplice» sussurra avvicinandosi al mio viso, per poi leccare il mio collo sotto l'orecchio.
Dopo di che mi fa girare a pancia in giù, ed uno si siede a cavalcioni sulle mie gambe, mentre l'altro con una scarpa mi tiene premuta la testa per terra.
«Adesso ci divertiamo» fa ghignando mentre sento i miei slip scivolare via.
«No! Vi prego...» continuo a piangere ed i suoni dalla mia bocca escono distorti e sento dolori dappertutto.Oliver's pov
«Ci siamo, è questo?» chiede Daniel parcheggiando di fronte ad un edificio diroccato ed inquietante. Lo riconosco, un tempo era il luogo di ritrovo del gruppo formato da me, Will, Simon, Jackson ed altri "amici". Quando è iniziato a diventare un luogo di spaccio ho smesso di frequentarlo.
«Sì» dico stringendo i pugni, poi esco dalla macchina senza badare più a nessuno e mi avvio verso l'entrata a passo deciso, seguito da Will.«Sono qua, ho sentito delle voci» fa.
Tento di aprire la porta, ma è chiusa a chiave, così inizio a prenderla a spallate fino a quando non cede, poi entro e la scena che mi si presenta davanti mi fa ribollire il sangue.Non appena sentono sbattere la porta quei due si girano di scatto e senza pensarci due volte mi fiondo prima su Simon facendolo cadere per terra. «Che cazzo avete in testa?!» urlo come indemoniato iniziando a colpirlo fino a quando la sua faccia non si ricopre di chiazze gonfie rosse e violacee, Jackson tenta di indietreggiare «Calmati, amico, stavamo solo...»
«Solo cosa? Violentando la mia ragazza?» dico a denti stretti mentre Will si avvicina a lui, lo afferra per il colletto della maglietta, poi lo sbatte al muro ed inizia a colpirlo.
Quando entrambi finiscono tramortiti, io mi giro verso Jane, ancora per terra, che tenta di rivestirsi.Sta piangendo, trema e non riesce ad infilarsi i jeans, così mi affretto ad aiutarla e la sollevo prendendola tra le mie braccia.
«Sssh, ci sono io adesso» dico mentre lei nemmeno riesce a parlare. Con lo sguardo faccio cenno a Will di uscire da questo posto infernale, lui annuisce, ma prima di uscire si abbassa verso i due «Vi avevo detto di starle lontani» fa, poi sputa per terra vicino a loro e si rialza venendo verso di me.
Quando raggiungiamo la macchina Will si siede nel sedile davanti, accanto a suo fratello, io dietro con Jane, tenendola ancora stretta a me e provando a tranquillizzarla.
Daniel è sconvolto ma non dice nulla, mette in moto e basta.
«Volete portarla in ospedale?» chiede incerto.
«Sì, ci penso io ad avvisare i suoi» rispondo mentre Jane tiene la testa affondata nell'incavo del mio collo, poi appoggio la mia testa sulla sua «Non preoccuparti, da ora in poi nessuno ti farà più del male» bisbiglio accarezzandole la schiena, per tutta risposta lei si stringe ancora di più a me.
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The rhythm of love
RomanceJane Peters, 17 anni, timida e impacciata, non ha mai trovato un ragazzo di cui potersi fidare ciecamente. La sua vita le sembra monotona e triste, ma non sa che presto verrà stravolta, nel bene e nel male, da amici e nemici. Da chi guardarsi le spa...