21 - Ray

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Jane's pov

È vero, non sono mai stata ad un rave, ed è vero anche che sarebbe una nuova esperienza, ma l'idea non mi alletta per niente. Io e le discoteche, come io e le feste, come io e le droghe, l'alcol e la gente che ti si appiccica addosso, non siamo compatibili nemmeno un po'. 

Non oso pensare come la prenderanno i miei sapendo dove mi trovo, non ha neanche pensato al fatto che domani salteremo la scuola e le prove? 
Va be che mio padre o Nick stesso non mi lascerebbero nemmeno il tempo di dire pio, che si catapulterebbero qui da me in un millisecondo... 
«Ray, Oliver ha tutte le ragioni per fare così, non possiamo andare a quel rave!» intervengo iniziando a sentire una leggera ansia salire. Più che leggera mi sta proprio investendo. 

«Va bene okay, troviamo un compromesso in modo tale che domani tutti saremo a scuola in tempo»

«Ragazzi io non credo di sentirmi tanto bene, e poi a mia madre verrà un infarto e mio padre prenderà il primo volo dalla Cina, e di solito vado a letto molto presto, non so se mi spiego, i posti chiusi mi fanno venire il panico, specie se con musica forte, troppa gente e puzza di alcolici... nonononono non possiamo proprio» Libby è agitatissima, Oliver vorrebbe uccidere Ray,  Michael... sta dormendo. Oliver gli dà una pacca piuttosto forte sul braccio, al che lui si stropiccia gli occhi e sbadiglia «Scusate, mi ero addormentato» fa, poi si guarda intorno «Ehy cos'è quest'aria da funerale? Che succede?»

«Succede che Ray ci sta portando sul serio ad un rave» si appresta a rispondere seguito dallo sbuffo del festeggiato.

«Quindi non era uno scherzo» inarca le sopracciglia «Che idea di merda Ray»

«Ecco, vedi?» lo interrompe Oliver.

«Fai inversione in qualche modo e portaci in mezzo alle mucche» provo a sdrammatizzare, ma qui nessuno ha intenzione di mollare.

«Vi conviene allacciare le cinture, questa stradina è piena di buche» fa Ray come se non avesse sentito nulla. Facciamo come ha detto, e dopo sobbalzi, tremolii, altri sobbalzi, arriviamo a quella che credo sia la destinazione.

 Libby sta per vomitare, è la prima ad uscire dal furgone, Michael la segue a ruota con una faccia stravolta. Oliver si slaccia la cintura e dopo essere sceso mi afferra la mano e fa uscire anche me. 

«Non ti preoccupare, una soluzione la troviamo anche in mezzo al nulla» dice ancora visibilmente innervosito, io sono preoccupata e dovrei chiamare mia madre per avvisarla che avrei fatto molto tardi, ma a quanto pare non c'è campo.

«Non è un posto così terribile, vedete?» domanda Ray cingendo i fianchi di Libby da dietro. Lei si volta verso di lui con uno scatto fulmineo e gli salta addosso facendolo cadere per terra.

«Raymond sei un idiota!» continua a colpirlo con dei pugni che non farebbero male ad una mosca «Un cretino, uno stupido, un deficiente, io ti odio!» continua, lui le prende i polsi, la allontana e con la tranquillità di un discendente di Gandhi le afferra il viso con le mani e la bacia.
Ovviamente lei da allora non ha più detto niente.

Mi giro a guardare Oliver dopo quella scenetta sdolcinata, ma ha un'espressione strana.


Oliver's pov  

«Ehy, resteremo qui fuori e torneremo in tempo» mi dice Jane inclinando di poco la testa.

«Non è quello che mi preoccupa tornare in tempo» rispondo teso. 

«E allora?»

«Non credi sia parecchio strano che Ray voglia andare a tutti i costi ad un rave? Cioè, pensaci bene, ti sembra il tipo?»
«Beh, no, ma non è detto che se uno non sembra il tipo da rave, allora non lo è sul serio» dice sollevando le spalle.

«Jane, ascoltami, non è il tipo» non posso dirle quello che so su di lui, non perché non mi fidi di lei, ma per rispetto della sua vita privata, che a quanto pare conosco solo io. 
«Va bene» mi guarda dritto negli occhi «Allora cos'è venuto a fare qui?»

«Bella domanda. Temo che si sia messo in mezzo a qualcosa di losco» rispondo, lei sgrana gli occhi «Oliver, stiamo parlando dello stesso Ray?»

«Hai ragione, ma non ci costa niente aiutare un amico no? Intendevo questo con "teniamolo d'occhio"» lei annuisce incerta.

Siamo arrivati di fronte alla centrale elettrica poco prima del tramonto, e non appena ha iniziato a fare buio, la zona si è popolata di gente di dubbia sanità mentale. 
«Già barcollano ora, figurati tra qualche ora» commento con tono di disapprovazione.

Ray si guarda intorno con fare sospetto, poi si infila le mani nelle tasche dei jeans «Va bene, io comincio ad entrare, voi che fate?» ci domanda.

Jane scuote la testa e fa un passo indietro, Libby è seduta per terra a gambe incrociate, come le braccia e non lo guarda neanche, Michael non accenna a muoversi di un centimetro.

«Va bene, allora... vado» fa Ray titubante.

Io annuisco e lui si allontana, girandosi di tanto in tanto, poi sparisce tra la folla.

«Secondo te dovremmo seguirlo?» chiede Jane, non faccio in tempo a rispondere, che si avvicinano Libby e Michael «Ragazzi noi andiamo a vedere se qui nei dintorni c'è campo»  

«Va bene, ma non vi allontanate troppo, e avvisateci se trovate un punto in cui prende il telefono, perché se non avviso i miei, mi vengono a cercare con dieci volanti della polizia».

Vediamo sparire anche loro tra gli alberi.

Siamo in una zona in cui si sentono in lontananza una musica terribile e ripetitiva e le urla della gente. Non è neanche tanto illuminata e devo dire che fa parecchio freddo.

«Tutto bene?» chiedo a Jane che si gira in continuazione.

«Sì, è solo che questo posto mette i brividi»

«Di che ti preoccupi? Ci sono qui io» dico, poi allungo un braccio e la tiro verso di me.

Non dice niente, resta in silenzio appoggiata al mio petto, ed improvvisamente l'idea di Ray non mi sembra poi tanto male. Restiamo così per un po', avvolti dal buio e dal fruscio degli alberi.

«Va meglio?» mormoro, la sento annuire. Non so con quale coraggio, ma ad un tratto la allontano un po', le sollevo il mento ed appoggio la mia fronte sulla sua.

«Fidati di me» dico soltanto, poi lentamente mi sposto sulle sue labbra e dio, da quanto volevo farlo...    

         

      



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