11 - Al cuor non si comanda

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Jane's pov 


«Stai scherzando?»

«No Meg, ti sembra che io sia dell'umore di scherzare su una cosa simile?»

«Beh... in effetti... però scusa se lo dico, ma che enorme stronzo! Cioè, ti porta in braccio per la scuola, si "preoccupa" per te, mente sul suo migliore amico, che razza di persona è?!» le faccio cenno di smettere, sono già abbastanza distrutta di mio.

Prima esperienza d'amore? Bocciata.

«Dovevi vedere la faccia di Will appena gli ho  raccontato cosa mi ha detto Oliver su di lui»

«Già, immagino, poverino... sapere che il suo amico di una vita ha praticamente scaricato su di lui tutte le sue colpe... sai Jane, quando si dice "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio"»

«Esatto. Grazie di essere venuta a quest'ora Meg, menomale che ci sei tu» mormoro accasciandomi su di lei.
«Dai, pensa positivo, almeno adesso hai anche Will, uscirete di nuovo?»

«Mh... può darsi, con le cose che sono successe abbiamo dimenticato di scambiarci i numeri» mi rialzo mettendomi seduta, ad un tratto arriva un messaggio di Oliver.
"Sana e salva?".

Non voglio rispondergli.

Non ho nemmeno voglia di vederlo, e mi risulterà parecchio difficile visto che abbiamo prove tutti i giorni.
«Sono le nove e mezza, dovresti tornare a casa» le dico affranta, lei annuisce «Solo se tu stai meglio, così sono sicura che non inizierai a piangere appena me ne andrò» beh d'altronde ha ragione, quando qualcosa non va mi sfogo piangendo, ma questa volta ho un nodo alla gola diverso, come di tristezza e delusione insieme.

«Tranquilla, magari adesso vado a chiedere a Nick di guardare un film insieme a me, è da un po' che non passo del tempo con lui».

La accompagno alla porta e dopo averle schioccato un bacio sulla guancia, risalgo le scale per raggiungere la stanza di mio fratello. 

È socchiusa, la spingo e lo trovo disteso sul letto ad ascoltare musica. 
Mi sdraio accanto a lui e sospiro.

«Ti va di vedere un film?» gli chiedo togliendogli una cuffia, lui si gira su un fianco e mi osserva per bene.

«Certo» dice dopo un po', facendo un sorriso dolce «Ma prima, abbraccio fraterno, mi sa che qui ce n'è un gran bisogno».

Mi lascio stringere ed è a questo punto che sento le lacrime uscire senza controllo dai miei occhi.
Perché cavolo lo sto facendo?
Perché mi sento tradita, da una persona a cui, pur conoscendola da poco tempo, tengo molto.
Odio essere presa in giro.
«Hey, hey, non fare così» mi stringe più forte.

«Perché a me? Non gli ho fatto niente di male»
«Sshh» continua a tenermi stretta, poi si stacca un po' e mi guarda dritto negli occhi «Chiunque ti faccia stare così non merita le tue lacrime, quindi adesso scegli il film che vuoi vedere, e nel frattempo tieni queste...» apre il cassetto del suo comodino, e prende un pacco di caramelle gommose. Mi asciugo le guance e gli occhi e sorrido «Sei il fratello migliore del mondo».


Il giorno dopo.

«Stai seriamente tentando di nasconderti da lui? Tanto vi vedrete lo stesso per le prove»
«Megan, ti prego fai finta di essere da sola, non sabotare il mio piano» dico acquattandomi nello spazio tra una fila di armadietti ed un'altra.

«Seriamente? Esci di lì!» sussurra, io le faccio segno di stare zitta.
Ad un tratto succede la catastrofe.

«Hey Megan»
«Ciao Will» risponde lei tirandomi un calcio.

«Oggi Jane non c'è?» domanda. Ti prego, non fare la spia, non-

«Oh ciao Jane» dice lui affacciandosi prima ancora che la mia amica potesse rispondere.

«E-ehy ciao Will» dico sorridendo imbarazzata, ma non accenno a muovermi.

Anche perché sono incastrata.

«Che ci fa lì?» chiede a Meg, purtroppo non sa nascondere il suo sguardo perplesso, il che mi rende ancora più imbarazzata. Penserà che io sia scema e pazza.

«Sta... ehm... sta...»

«Guardando il mondo da un'altra prospettiva» intervengo io.
«Dalla prospettiva di un armadietto?» ma certo Will, tu non ti alzi la mattina con tanta voglia di sapere come un armadietto veda le persone che gli passano davanti?
«G-già, è tipo... un compito che le hanno assegnato, deve scrivere un tema dal titolo "Se io fossi un oggetto, come vedrei il mondo?" ed eccoci qua».
Ecco perché è la mia migliore amica, perché ha problemi mentali come me.

«Allora vi lascio al vostro lavoro» fa lui, mi sorride, fa per andarsene, poi torna indietro «Puoi darmi il tuo numero?» OH.
Ma certo!
Fatto.

Lo guardo allontanarsi, ancora incastrata nel mio angolo dell'angoscia, ma felice e beata.

«Ti rendi conto di cosa è appena successo?» fa Meg sconvolta.
Io annuisco, dopo di che suona la campanella «Aiutami a uscire di qui, sono claustrofobica».
«Sei scema, non claustrofobica!» lei mi tira per le braccia, io provo a spingere per uscire.
Sembra un parto.
Alla fine ci riusciamo e corriamo in classe.
Che fatica essere ME.


Lezioni finite.
PANICO. 
Mi dirigo a passo svelto al terzo piano, quando qualcuno mi afferra dalle gambe da dietro.
«Devo dimostrare a Libby che prendendo in braccio qualcuno, quel qualcuno automaticamente non si innamora di quell'altro qualcuno che lo ha preso in braccio!» eh?
Una risposta, Ray. 

«Scusa, credo di non aver capito bene» dico con difficoltà mentre a testa in giù vengo trasportata fino all'aula 312.
«Tu stai al gioco» dice soltanto. E certo, come posso fare diversamente se mi stai tenendo come un cosciotto di maiale dentro una macelleria?!
Sento il sangue che mi arriva al cervello, è forse giunta la mia ora?
«Mettila giù Ray» sento ad un tratto. Si volta velocemente rischiando di farmi sbattere la testa sullo stipite della porta, altro momento di totale panico, dopo di che con delicatezza mi fa scendere.
La mia testa.
Gira come non mai aiutatemi.
Si sta fermando.
Focalizzo l'immagine della persona che mi sta di fronte a pochi centimetri di distanza e quando appare Oliver rimango in silenzio.

Faccio finta di non averlo visto, lo scanso e raggiungo la mia postazione davanti al microfono.
«Perché mi ignori?» mi chiede avvicinandosi, non rispondo.
«Ho fatto qualcosa di male?» insiste.

«Jane guardami» mi prende per le spalle e mi fa girare verso di lui.
Il mio cuore inizia a battere velocemente, nonostante mi abbia deluso molto mi fa questo strano effetto. Continuo a non dire niente, non riesco a far uscire neanche una parola.

«Smettetela di fare i piccioncini e diamo inizio alle danze, abbiamo già perso abbastanza tempo!» fa Ray imitando il tono di voce di Oliver, quando ieri ha interrotto tutti.

«Non ti capisco» sbuffa e va al suo posto.

Incredibile che ancora finga, ma proprio non immagina il motivo per cui io ce l'abbia con lui?

Ottima recitazione Oliver, davvero, e la cosa peggiore è che prova ancora a prendermi in giro.
No, anzi, la cosa peggiore è che nonostante mi stia facendo questo, penso di provare qualcosa anche per lui. 
            





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