25 - Vendetta

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Finite le prime tre ore tremendamente noiose, incontro Megan, che la terza ora al contrario mio aveva educazione fisica, di fronte al suo armadietto.

«Oggi c'è una splendida giornata, andiamo in cortile a prendere un po' di sole?» propone posando tutti i libri e portandosi nello zaino solo tre chili di merendine e snack di dubbia provenienza.

«Joyce ha detto che devi ingrassare no? Mica questi sono solo per me, non guardarmi in quel modo!» si lamenta ridacchiando.

Percorriamo il corridoio pieno di ragazzi che corrono, mangiano, parlano tra loro e finalmente usciamo in cortile, dove un leggero tepore ci accoglie.

«Aaah, aria fresca» respira a pieni polmoni «Non hai idea di cosa significhi entrare in palestra dopo l'allenamento dei ragazzi» fa una faccia disgustata e io scoppio a ridere «Che schifo».

Con lo sguardo cerchiamo un posto dove sederci tranquille, ad un tratto qualcosa cattura la mia attenzione, ed evidentemente anche quella di Meg, che mi ha tirato una gomitata piuttosto forte sul fianco.        
«Ma quello...» fa.
«Will» dico con una nota di disappunto della voce. A quanto pare non si fa poi tanti scrupoli a circondarsi di ragazze anche in luoghi in cui posso vederlo. 
D'altronde ho già scoperto i suoi giochetti, e per fortuna in tempo. 

«Che vuoi fare?» mi chiede vedendomi un po' a disagio.

«Non ne ho idea, di certo non posso andare a parlargli adesso» che scenetta disgustosa.

«Temo che non ce ne sarà bisogno» dice dopo un po'. Will si è accorto che lo stiamo fissando, ha detto qualcosa rivolto a quel gruppetto di ragazze che lo attorniava e poi si è allontanato da loro per venire verso di noi.

Ho il cervello fuso, riuscirò a cavarmela?
Devo cavarmela, sono o no tremendamente arrabbiata con lui?

«Ciao» dice soltanto, fissandomi. Megan mormora un «Oookay Jay ci vediamo dopo» e si allontana.  

«Ciao» rispondo impassibile.
Lui guarda prima verso l'alto, come se stesse cercando le parole chissà dove, poi si morde il labbro inferiore, forse pensando di apparire affascinante, ma io in questo momento vorrei solo dargli un pugno.

«Sei ancora arrabbiata per l'altro ieri?» cosa cosa?

«Stai scherzando vero?» inizio a ridacchiare forse per il nervoso «Ti piace così tanto prendermi in giro?» gli chiedo, noto che la sua espressione è leggermente cambiata.

«Non ti ho preso in giro» ha il coraggio di dire.

«Ah no? E dimmi allora come ti sembra questa storiella: un bel giorno Will chiede a Jane di uscire, vorrebbe portarsela a letto, ma lei non è una facile e non ci sta, così lui nel frattempo se la fa con tutte quelle che gli capitano a tiro. Come ti sembra?» credo che tra poco mi uscirà del fumo dalle orecchie.

«Mi sembra ridicolo» fa «Non è andata così»

«E com'è andata? No perché in effetti c'è una cosa che non capisco... per quale motivo proprio io? Perché se sei circondato da così tante ragazze, scegli proprio me?»

Lui resta un po' a pensare, poi sul suo volto appare un ghigno «Mettiamola su questo piano: Will, che ha chi scoparsi ogni giorno, chiede alla povera verginella Jane di uscire, ma lei continua a fare la preziosa e Will si stanca» non posso credere a ciò che ho appena sentito.

Sento che le lacrime iniziano a premere per uscire ed ecco quel nodo in gola, quello che fa male, mi sta umiliando. Riesco solo a fare una smorfia. Se parlassi, lui capirebbe che sono sul punto di piangere, ed è l'ultima cosa che voglio in questo momento.

«Non mi ringrazi neanche? Era un gesto caritatevole, il mio» continua, con quell'espressione che mai prima d'ora avevo visto.
«Il gatto ti ha mangiato la lingua? Non parli più adesso? Beh, io sono un gentleman e ti dico "prego Jane" per averti fatta sentire importante quei pochi secondi della tua inutile vita, e sai anche cosa ti dico? Hai sprecato una grande occasione, ma... penso che ne avrai molte altre quando dirò a tutti che cosa sei capace di fare con quelle labbra... e quelle mani...»

«Tu non farai proprio un cazzo» una voce familiare lo interrompe. Oliver spunta dietro di lui con aria minacciosa.

«Oh guarda chi c'è» sghignazza Will «Il nobile cavaliere venuto a salvare la sua donzella. Che mi dici Jay, a lui l'hai data?»   

«Falla finita Will, vattene» gli intima Oliver, io resto paralizzata.
«Oliver, Oliver» fa poggiando una mano sulla sua spalla «Noi siamo amici, a me puoi dirlo. Com'è stato scopare Jane la verginella sfigata?»
«Will ti ho detto di smetterla» stringe i pugni e lo spintona.

«Calmo, amico, è normale che con te ci sia stata, io ero quello cattivo no? Tu sei buono, è normale... cazzo... dev'essere pazzesco il sesso con una che ancora non l'ha mai fatto» non fa in tempo ad aggiungere altro che Oliver inizia a colpirlo, fino a quando entrambi finiscono per terra, ed ancora sopra Will si ferma e stringendogli il colletto si avvicina al suo viso «Stai alla larga da Jane» minaccia a denti stretti «E se scopro che vai a raccontare cazzate sul suo conto, io ti prometto, da "amico", che la prossima volta non mi fermerò» si alza lasciandolo lì per terra, poi mi afferra per un braccio e rientriamo a scuola.

«Avrei dovuto farlo sin dall'inizio» dice guardandomi fisso negli occhi, sta tremando leggermente, è ancora teso per quello che è appena successo.
Io non riesco ancora a dire niente, ed evidentemente il mio tentativo di non piangere è andato a farsi fottere, perché Oliver mi tiene il viso con entrambe le mani e con i pollici asciuga delicatamente le lacrime che mi rigano le guance.

«Mi dispiace» riesco a dire, temo di aver parlato troppo piano, ma mi ha sentito lo stesso.

Mi ha tirata al suo petto tenendomi stretta «Smettila di dire che ti dispiace, non è stata colpa tua» dice appoggiando il mento sulla mia testa.

«Ha detto delle cose orribili» singhiozzo «Io... io... non mi aspettavo fosse così» ammetto.

«Lo so, ma da ora in poi ti lascerà in pace, e poi ci sono io qui con te, non ti succederà più niente del genere» mi tranquillizza «Forza, vai a sciacquarti la faccia, io ti aspetterò qui fuori» mi sorride. Ha un sorriso sincero, ma stavolta un po' forzato, probabilmente nessun'altro se ne sarebbe accorto. Accenno un sorriso anch'io poi entro in bagno lasciando che la porta si chiuda dietro le mie spalle. Mascara e eye-liner ormai passati a miglior vita, sembro un panda deforme. Cerco di rimediare all'aria stravolta che ho, dopo di che faccio un bel respiro e quando sembro pronta per tornare da Oliver, solo una domanda mi si pone in mente: dirà sul serio quelle cose sul mio conto?
                               


The rhythm of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora