Adriano's
Ci dirigiamo verso un angolino del nostro atrio, arriviamo e troviamo un professore senza nulla, ne quaderni, libri, cartellina, nulla di nulla.
"Innanzitutto io sono La Rosa, il vostro insegnate per quanto riguarda la disciplina ballo, vi insegnerò a ballare a coppia soprattutto" dice il professore.
Con l'espressione 'a coppia' io e Swami ci guardiamo e sorridiamo, devo dire che la mia reazione è stata tosta, potevo evitare.
"Non sottovalutate questa materia, è importante tanto quanto le altre e vi darà una valutazione, adesso direi di iniziare subito" annuncia il professore battendo le mani alla fine, per incoraggiarci.
"Signori" dice indicando la sua destra.
"Signorine" continua indicando la sua sinistra.
"Adesso faremo dei bassi basici del ballo di coppia, guardate, seguite me" dice indicando i suoi piedi.
"Signori" dice, portando avanti il suo piede destro e noi eseguiamo lo stesso.
"Signorine" dice, loro senza aver bisogno della rappresentazione del professore, portano indietro il piede sinistro.
Successivamente noi portiamo indietro il destro e loro avanti il sinistro e così via, continuiamo per imparare qualche passo.Swami's
Amo questo professore, amo danzare, è qualcosa di fantastico, lo pratico da quando sono piccolina e mi piace sempre di piú.
"Adesso, voi signori, per altezza" dice indicando i ragazzi.
"Inviterete a ballare le signorine" continua.
"Forza, su" dice il professore battendo le mani e incitandoli.
Allora Pietro viene da me, con un braccio dietro alla schiena e uno davanti il petto messo a 90°, arriva da me, me lo porge, io infilo il mio braccio sotto il suo e andiamo a prendere posto, tutti fanno questo gesto, ovviamente Jenny con Adriano, Veronica fortunatamente è guarita e balla con Moras.
Io e Pietro siamo molto bravi, ci muoviamo in sintonia molto bene, so che qualche movimento darà fastidio ad Adriano, nonostante lui sia ancora arrabbiato con me, mi aspetto già la battutina a fine lezione, però alla fine sono i passi del ballo.
Dopo un pò di tempo che proviamo vari balli, con varie canzoni antiche ovviamente, il professore annuncia
"Signori e Signorini, basta così per oggi, siete stati molto bravi, le coppie mi vanno molto bene, allenatevi quando avete tempo, adesso potete dirigervi in sala pomeridiana."
Così tutti insieme ordinatamente andiamo in sala relax, ognuno di noi ha i propri libri, quaderni ed altro, prendo italiano, storia e latino, oggi studierò questo.
Io e Adriano abbiamo le cose vicine, metto la mia mano sopra e sotto il libro, pronta ad andarmene al mio solito posto, la poltrona sotto alla finestra, che da quando l'ho spostata è rimasta là per me.
Adriano mette la sua mano sopra la mia, si avvicina a me e mi sussurra "puoi anche dire al tuo amichetto di andarci piano, che questa è proprietà privata". dice picchiettando sulla spalla.
A queste parole nella mia mente sto facendo i salti di gioia, sono arriva già in America e ritornata, aveva detto che ero sua, che allora mi ama, che mi vuole bene, ma non posso cadere sempre come una cretina.
"Proprietà privata di chi?" chiedo per istigarlo.
"Forse ancora non ti è chiaro, mia, di mia proprietà" risponde lui.
"Signor Occulto, manchi di coerenza, non mi sembra fosse così interessato a me prima, non vedo perché adesso io dovrei essere di sua proprietà" dico andando verso il mio posto.
Poggio i libri sul tavolo e li posizioni ordinati, tutti sanno che senza ordine non studio.
Arriva da dietro, mi cinge la vita e inizia a darmi dei bacetti sul collo.
"La smetti?" dico ridacchiando.
"Di chi sei?" sussurra lui.
"Dimostramelo che sono tua" sussurro io.
"Mi metti alla prova?" continua.
"Forse" continuo.
Ci sediamo ed iniziamo a studiare.
Adriano quando si concentra è bello, tanto bello.
Poggio la mia mano sulla sua, lui alza gli occhi, mi guarda, sorride e avvicina la mia sedia alla sua.
"Ti amo" sussurra prima di baciarmi la tempia.
Io appoggio la mia testa sull'incavo del suo collo, continuo a fargli i grattini nella cute, li ama e l'ho scoperto fin dal primo giorno.
"Allora di chi sei?" chiede ancora lui.
"Tua" dico io, senza problemi, senza pensare a ciò che ho detto, senza avere ripensamenti.
Mi stupisco di me stessa, a volte bisogna buttarsi nelle cose.
'È meglio pentirsi di ciò che si è detto, piuttosto di ciò che non si è detto'.
La penso cosi, ma non applico mai questa filosofia di vita.
"Sei mia, la capisci questa frase?" sussura ancora.
"Spero solo che la vita non si prenda gioco di noi, dato che abbiamo solo 16 anni" continuo io.
"Affronteremo tutto" sussurra.
"Tutto" sussurro.
Ci guardiamo, sorridiamo e ci mettiamo di nuovo al lavoro.
"Occulto, Milanesi" dice il signor sorvegliante, i ragazzi si alzano e lo seguono.
Cosa hanno fatto? Dove vanno?
Dai miei occhi si può leggere la preoccuoazione.
"Stai tranquilla" dice Jenny, che accarezza ripetutamente il mio braccio spoglio dalla giacca, a causa del forte caldo.Adriano's
Ci portano in quella che io trovo sia la stanza peggiore del collegio, la saletta che precede la sala presidenza e la sala professori.
Io e Alessio ci sediamo nella nostra solita banca.
"Occulto" dice il sorvegliante inducandomi la pronta della sala professori.
Il non essere stati chiamati dal preside mi rassicura.
"Buongiorno" dico al professore Maggi, seduto dietro la cattedra con in mano due fogli con molte correzioni.
"L'ho fatta chiamare, per mostrarle il suo compito di ammissione esami" dice il professore.
Prende il primo foglio che tiene in mano rivolto verso di se, lo appoggia alla cattedra e lo gira verso di me, per farmelo vedere.
"Come puó vedere ci sono molte correzioni, questo non è un buon tema, se lei mi presenta un tema del genere agli esami non passerà gli scritti, quindi la prego di studiare e mettersi d'impegno, perché sappiamo tutti e due quanto lei sia bravo" dice.
A quest'espressione sorrido, mi fa piacere che pensa questo di me.
"Grazie" dico.
"Si metta a lavoro, perché io voglio che lei passi l'esame scritto e successivamente l'orale" dice il professor Maggi.
"Può andare" dice invitandomi ad uscire dalla sala.
Esco e sono molto sollevato, pensavo peggio, mi devo allenare a scrivere bene, devo leggere, ma come posso farcela in soli due giorni?Swami's
Studiamo tanto, mi sto impegnando tanto, la sento proprio questa pressione degli esami, mi sto scrivendo anche tutto un discorso logico per poter andare lì e parlare di mia volontà, senza ricevere domande da parte loro.
Sono passate circa un due orette, in questa stanza c'è più ansia che aria, sono anche ritornati i ragazzi, fortunatamente ci vengono a salvare i sorveglianti che ci comunicano che dobbiamo andare in aula magna per una lezione di canto.
Arriviamo e come al solito ci sediamo nelle sedie.
Abbiamo dei fogli, con su scritta una canzone da imparare.
Il professore si mette al piano ed inizia a cantarla.
"È l'ora dell'addio" canta, facciamo lo stesso anche noi.
Poi uno ad uno cantiamo qualche strofa della canzone.
"Fratelli è l'or" intona Jenny.
Lo dice anche Marika.
"Fratelli è l'or" canta il professore indicandomi ed io intono le stesse parole.
"Molto bene" dice per complimentarsi con noi.
"Fratelli è l'ora di partir" intona Giovanni.
È bravissimo, anche il professor gli fa i complimenti e nonostante ciò lui rimane incredulo e non sicuro di se, un pò come me.
"Ma noi ci rivedremo ancor, ci rivedremo un dí, arrivederci all'or, fratelli, arrivederci sì" continuiamo tutti con le note del professore al pianoforte.
Questa canzone ci rispecchia tanto, non sappiamo quando, come o dove, ma ci rivedremo un giorno, spero il più presto possibile.
Marika ha gli occhi lucidi, il professore coglie la palla al balzo e chiede "Ferrarelli le è piaciuta questa canzone?"
Lei per un attimo strizza gli occhi, come per cacciare le lacrime.
"È bella" dice con un filo di voce, per poi portarsi le dita agli occhi per bloccare la fuoriuscita di lacrime.
"Vero?" dice il professore come per approvazione.
"Raga è bellissima" continua Marika.
"È vero, è vero" replica Dimitri.
A rovinare l'atmosfera creatasi arriva Alessio che dice "perché stai piangendo?" stupito da questa reazione di Marika.
"Sono maschi" sussurro al suo orecchio.
Lei un pó ridacchia.
"Vedete ragazzi, questo è il potere della musica, prende un messaggio e lo amplifica, lo fa entrare dentro al nostro cuore, vero?" dice il professore.
"Eh, perché io sto pensando che venerdì ce ne andiamo tutti" dice Marika.
È vero, tra cinque giorni finisce tutto.
Tutta la magia finisce e chissà cosa si farà fuori, cosa succederà.
"Noo" dico appoggiando la mia testa sull'incavo del collo di Adriano, lo faccio spesso davanti ai professori, poco mi importa, lui incrocia le nostre mani, nascondendole sotto il foglio dei canti.
"No, non dirmeloo" dice Moras.
Dimitri passa il suo pollice nella guancia di Marika per asciugarle le lacrime.
Continuiamo a provare.
Finisce la lezione, il professore ci fa i complimenti e noi tutti soddisfatti andiamo via intonando l'inno del collegio.
---------------------------------------------------------Ciao ragazzi🖑
Il collegio sta per finire e i ragazzi vivono un periodo di tensione tra esami e la fine di questa esperienza fantastica, fortunatamente però c'è il professore La Rosa che li aiuta a rilassarsi un pò in questa frenetica settimana.
Chissà come andrà avanti.
Commentate su cosa ne pensate del capitolo, ho bisogno di voi per continuare.
Spero di aver soddisfatto le vostre aspettative e di non avervi annoiato.
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-Giuls⚘••••••••••••••••••LEGGETE••••••••••••••••••
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PROSSIMO AGGIORNAMENTO: spero presto.
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~Il collegio~
Fanfiction"Ancora che le guardi sei?" dice Swami dandomi uno schiaffetto nella guancia. "Che?" chiedo io. "Chiedi pure?" continua lei, che sta scendendo dalle mie gambe, ma la blocco e me la porto al petto. "Dove pensi di andare?" "Occulto, con me non si sch...