7. Fuori obbiettivo

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Hope e io ci eravamo allontanate dalla sua famiglia e cercavamo di capire se la catenina al mio polso tenesse lontano solo i Mikaelson. Era un vero problema, visto che teneva lontana anche Hope. <<Scotta.>>, disse lei dopo aver provato per la millesima volta. Nessuno della sua famiglia si era avvicinato a me, nemmeno Kol e devo dire che mi dava un po' fastidio non poterli avere vicini. <<Ti piace mio zio?>>, domandò all'improvviso e la guardai confusa. Cosa aveva in testa quella ragazza? <<No, ma che dici. Solo che mi fa piacere la sua compagnia>>, risposi tranquillamente e Hope rise. Credeva davvero che Kol mi piacesse? Risi a quel pensiero, ma forse si, un pó mi piaceva suo zio. <<Mia madre non si è scottata, forse perché lei non è a tutti gli effetti una Mikaelson. Quindi il braccialetto tiene lontani noi. Ma che senso ha? Perché tua madre vorrebbe tenerti lontana da noi, da me?..>>, chiese forse più a se stessa. Non riuscivo a capirlo nemmeno io e riuscire a tenere i nervi saldi era un po' difficile. Tolsi la catenina e la misi sotto al mio cuscino, furiosa di non poter abbracciare Hope. <<Destiny, è la prima volta che infrangi una promessa..>>, osservò la mia amica. <<Non voglio stare lontana da te. Quindi addio catenina. E hai ragione tu, dovrei cercare mio padre e chiedergli se è vero che non sapesse della mia esistenza. Quindi mi serve il tuo aiuto..>>, dissi e mi bloccai. Avevo pensato a mio padre senza che un mal di testa mi colpisse. Era tutta colpa della catenina. Tutta colpa di mia madre che non voleva trovassi mio padre. Anche Hope aveva pensato alla stessa cosa. <<Non hai avuto un mal di testa. Avevo una teoria, ma non ne ero sicura. Da quando avevi quel braccialetto e pensavi a tuo padre, ti sentivi male fino a sanguinare finché non avessi smesso. Invece ora... stai bene>>, mi guardò e fece un mezzo sorriso, anche lei aveva notato il male del braccialetto. Lo avevo promesso a mia madre, ma avevo bisogno di dire a quell'uomo che ero sua figlia. Un uomo deve pur conoscere la propria figlia, il proprio sangue. E io avevo bisogno di passare un giorno tranquillo, senza la paura che potessi sentirmi male. Dopo aver ripreso le forze, cercammo di fare un incantesimo di localizzazione. <<Trouvé et indiqué. Trouvé et indiqué. Trouvé et indiqué>>, Hope stava lanciando l'incantesimo, ma serviva qualcosa che appartenesse a mio padre. Misi la mano sulla mappa senza esitare e con un coltello mi feci un taglio sul palmo. Il sangue cadde goccia dopo goccia e poi unii i miei poteri a quelli di Hope, nella speranza di poter trovarlo più in fretta. La mappa prese fuoco e noi fummo scaraventate contro il muro. A Hope usciva sangue dal naso e io non riuscivo a smettere di tossire sangue. Qualcosa non andava, qualcosa ci teneva lontane dall'obiettivo. Giurai di prendermela con mia madre, se avessi scoperto che la causa fosse stata ancora lei. Per nostra fortuna Kol si trovò a passare di lì. Quel ragazzo è proprio un angelo custode. Ovunque ci fossero casini da sistemare, c'era lui. Una fortuna averlo qui, davvero una bella fortuna.

The Originals ~ Speranza e DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora