47. Aggressiva ed egoista

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I loro occhi mi bruciavano. Le ferite erano scomparse del tutto e le mie forze erano al massimo. <<Piccola>>, mi chiamò Elijah, ancora con le lacrime agli occhi. <<Elijah..>>, risposi e come da copione lui fece una smorfia, ma cercò di sorridere. Vidi Freya sfogliare il grimorio di famiglia e poi un altro e un altro ancora. Mi sentii scomparire e pensai di avere poco tempo. <<Ok, ascoltate, non c'è molto tempo. Io sto bene, andate avanti, Marcel è morto e voi potete vivere tranquilli>>. I loro occhi mentre parlavo, mi scrutano attenti. Damon era sbalordito, Hope si era avvicinata a me e Kol e Klaus si erano alzati di scatto. <<Non sta bene. È in una dimensione creata dai suoi dolori>>, disse Freya all'improvviso. <<Dobbiamo riportarla indietro>>, disse Elijah e io urlai un "NO" secco. Prima di scomparire, vidi entrare qualcuno dalla porta: Marcel. <<Io lo avevo ucciso>>, dissi con le lacrime agli occhi. I miei sforzi erano stati inutili. <<Destiny, mi dispiace>>, disse Marcel e poggió una mano su di me. Il nostro contatto fu forte e scaraventò lui dall'altra parte della stanza e fece scomparire me.

Ero tornata debole. Vedevo ancora i Mikaelson e Marcel, ma loro non vedevano me. Il contatto con Marcel era stato davvero strano e fuori luogo. Li sentivo parlare. "Rivoglio MIA figlia indietro", urlava Elijah contro Freya e sperai che la smettesse. Klaus cercava di calmare il fratello. Hope provava i vari incantesimi. Mi avevano spostata in una bara bianca, elegante da far venire i brividi. "RIVOGLIO LA MIA DESTINY", urlava Hope ogni volta che sua zia le diceva che l'incantesimo non aveva funzionato. Cercai di concentrarmi, ma la voce profonda di Marcel mi distraeva. Parlava tranquillamente con Rebekah, tenendola tra le braccia e baciandole la fronte. Cercavo di calmarmi, ma quando Marcel posò dolcemente le sue labbra sul quelle di Rebekah, non ci vidi più dalla rabbia. <<LASCIA ANDARE MIA MADRE>>, urlai e tornai visibile ai loro occhi. Elijah cercò di toccarmi, ma la sua mano mi trapassò il corpo. Mi avvicinai a passo di soldato a Marcel. <<Giù le mani da mia madre o questa volta ti uccido davvero>>, lo minacciai. Lui cercò di aprir bocca, ma lo zittii con un'occhiataccia. <<Non è stata colpa di Marcel>>, disse Kol. <<Non voleva farti del male>>, continuò Hayley, ma la interruppi bruscamente. <<Non mi ha fatto del male, mi ha uccisa. La famiglia prima di tutto, ma sapevo che Marcel é uno di famiglia, lo avevo capito. È come un figlio per Klaus.>>. Guardai Elijah e poi Klaus. Li chiamavo per nome. Non papà, non zio, non zia, ma per nome. Bruciavano di rabbia. <<Il sempre e per sempre non esiste con me, Mikaelson>>, guardai tutti e tornai invisibile ai loro occhi. Non li vedevo più, non li sentivo più. Il mio dolore era aumentato e la stanza era più buia e fredda. Mi pentiti subito delle parole dette alle persone che mi avevano amata sin dal primo istante. Ero stata io ad uccidermi, ed ero arrabbiata con loro perché non avevano fatto nulla contro Marcel che mi avrebbe uccisa se non lo avessi fatto io. Dicevano che la famiglia veniva protetta, che si combatteva l'uno per gli altri, ma non vedevo nulla di nobile in quella situazione, neanche la mia morte invana, neanche essermi rifugiata in una dimensione fatta solo del mio dolore. Mi stavo punendo, per qualsiasi cosa sbagliata avessi fatto: abbandonare mia madre, innamorarmi di Kol, aver ferito i Mikaelson, aver tentato di ferire più volte Klaus, aver tentato di uccidere Marcel, aver deluso Hope, aver ucciso quelle 256 persone. In un angolo della stanza, comparve una porta. Ero riluttante ad aprirla, ma infondo era la mia mente, i miei ricordi. Cosa poteva succedermi di male? Aprii la porta verde e malandata e mi ritrovai nel grande giardino dei Mikaelson. <<Sono tornata>>, sussurrai e corsi a cercare gli altri. Vidi Klaus ed Elijah discutere. <<Klaus, Elijah>>, li chiamai, volevo scusarmi per le parole che avevo detto. Non mi sentirono. <<No, no, non può essere>>, dissi mentre vedevo comparire me dal corridoio. Ero entrata in un ricordo, un ricordo che si distorse. Un ricordo che divenne inquietante, mentre vedevo me attaccare Klaus, mentre cercavo di ucciderlo come avevo fatto con mio padre. Uscii dal quel ricordo, da quella scena mai successa. Mi stavo torturando. <<Io.. mi dispiace. Io vi amo. Non volevo tutto questo. Uccidetemi. Uccidetemi>>, dissi piangendo, dopo aver visto e vissuto in prima persona ricordi osceni, scene in cui uccidevo Hope, Damon. In cui sterminavo i Mikaelson. <<UCCIDETEMI>>, fu l'ultima cosa che dissi, poi il buio totale.

The Originals ~ Speranza e DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora