26. Due sorelle

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La mattina dopo mi svegliai nel mio letto e come di routine, andai a fare la doccia e lavare i capelli. L'ultima cosa che ricordavo di quella sera, era che Elijah mi avesse salvata dalla distruzione. Aveva salvato la mia anima dall'autodistruggersi. Misi un vestito verde fluo, ballerine bianche e scesi, con in faccia il più bel sorriso del mio repertorio. Dovevo essere forte, volevo stare lì, quindi con avrei più parlato con Kol e avrei parlato di più con Hope. Avrei evitato il più possibile Klaus e avrei ringraziato Elijah per tutta la vita. <<Buongiorno, splendore>>, mi disse con un sorriso Klaus e io sorrisi. Cercai di sembrare distaccata, ma felice. <<Klaus, sai dov'è Hope? Non la trovo>>, chiesi sempre sorridendo. <<In giardino>>, rispose lui guardandomi poco convinto, forse perché lo avevo chiamato per nome o per il mio stupido sorriso. Dovevo sembrare decisamente un'idiota. Andai svelta in giardino e la trovai lì, ad annusare le rose che tanto amava. Era bella come sua madre e pensare che fossimo sorelle, mi fece sentire bene, molto meglio. <<Hope, scusami. Non volevo mancarti di rispetto. Non voglio nemmeno rubarti il padre, anzi, ho deciso di chiamarlo Klaus e di evitarlo il più possibile. Mi dispiace ti sia sentita messa da parte, non voglio questo per mia sorella>>, le dissi mettendomi accanto a lei ad annusare le infinite rose. Quelle nere erano le mie preferite. <<Non è questo il problema, Des>>, affermò lei. <<No, Des, forse non hai capito. Non è come sembra..>>, ma Hayley la interruppe bruscamente. <<Hope, credo possa bastare. Non ti intromettere, non sono decisamente fatti tuoi>> e andò via, lasciandoci nuovamente da sole. Hope venne ad abbracciarmi. <<Scusa, ti voglio bene. Sei pur sempre mia sorella>> e mi strinse di più. <<Te ne voglio anche io>>, risposi dolcemente e poi riportai il sorriso sulle mie labbra. Parlammo della sua relazione con Ryan, del suo rapporto con suo padre, di quello con sua madre e di quello con i suoi zii. Parlammo anche dello sciocco vestito che indossavo e del mio sorriso a 32 denti che sapeva fosse finto. Le spiegai tutto ciò che era successo la sera prima. Mi era davvero mancata moltissimo. <<Stefan a ore 12>>, mi sussurrò interrompendo la discussione. <<Ti lascio, io vado da Ryan. Buona fortuna>>, mi disse e scomparve dietro l'angolo. Stefan venne a sedersi accanto a me e incroció le sue dita alle mie. <<Mi sei piaciuta sin dal primo istante, da quando mi sei venuta addosso e abbiamo bevuto quel thé. Mi sei piaciuta, sin dal primo sguardo, dal primo sorriso, dai primi minuti insieme.>>, mi dichiarò e mi strinse a se, poi continuò. <<E so che per te ci vuole tempo, so che cerchi di essere forte, ma sei tanto fragile, Des. So che vuoi tempo, perché so che sei innamorata di Kol, quindi prenditi tutto il tempo che vuoi, ma non mandarmi via. Fammi rimanere con te. Fatti aiutare>>. Questa volta fui io a stringerlo e annuii. Mi piaceva e meritava di star bene e io meritavo qualcuno che mi amasse, qualcuno che non fosse Kol. <<Questa sera cena. Non trovare scuse. Vengo a prenderti alle 20>>, mi stampò un bacio sulle labbra e scappò via, prima che potessi rifiutare. Quel ragazzo era davvero incomprensibile. Mi accarezzai le labbra e pensai che magari, potevo darmi una possibilità. La mattinata passò velocemente e per fortuna non incontrai nessuno dei Mikaelson. Quando fu ora di prepararmi, Rebekah e Hope comparirono alla porta con un lungo vestito nero. <<Era mio>>, mi disse Rebekah. Era un vestito stupendo. <<Un bel vestito per una bella ragazza. Ti meriti molto più di questo>>. Indossai il vestito e i tacchi e mi feci truccare da Hope. "Trucco leggero e rossetto scuro. Ti risalta gli occhi", continuava a ripetere. Rebekah mi acconciava i capelli e tutte ridevamo come non mai. Era bello passare del tempo insieme. La mia mamma e mia sorella. Due delle persone più importanti della mia vita. D'un tratto sentimmo il campanello. Iniziai ad agitarmi e poco dopo, Hope tornò con Stefan. Era bellissimo. Indossava lo smoking perfettamente e la cravatta gli stava d'incanto. <<S-Sei bellissima>>, balbettó lui e io sorrisi. <<Anche tu non sei male>>. Mi offrí la mano e la strinsi. Mentre scendevamo le scale, ci scontrammo con Kol. Mi fissò per alcuni istanti e poi andò via, senza dire niente, con gli occhi stanchi e un accenno a un sorriso spento. Stefan mi strinse a se e uscimmo da quel grande palazzo. Mi sentii male.

The Originals ~ Speranza e DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora