28. Non è lui

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Alcuni giorni dopo, mi ritrovai tra le mani il diario che Stefan mi aveva promesso. Era il primo diario in assoluto. Quando iniziai a leggere, speravo fossero storie inventate, per quanto orrende fossero. Lessi di quando si trasformò, del dolore indescrivibile che provò, della prima persona che uccise e di quelle seguenti. Lessi di quando divenne per la prima volta "Lo squartatore". Ogni vampiro del mondo, lo chiamava in quel modo lugubre. Stefan aveva ucciso delle persone? Chiusi il diario quasi alla metà e piansi. Piansi perché mi dispiaceva per lui, per il male che aveva provato e per quello che aveva provocato. Un vampiro senza sentimenti, è quel vampiro che non vorresti mai conoscere. Un vampiro senza anima, senza cuore. Non potevo andare avanti se avessi dovuto leggere ancora di persone squartate con la testa cadente. Di persone con la vena del collo bucata decine di volte e di persone prosciugate dal loro sangue e strappate via dalle loro vite. Sul diario c'erano scritti i nomi di tutte le persone che lui aveva ucciso. "Maya, Bella, John, Alex, Erik", ne avevo letti alcuni e mi frullavano per la mente. Era un primo diario davvero molto inquietante. Sembrava più una trama horror che il diario del dolce Stefan. "Dominik, Lucas, Kami", altri nomi mi vennero in mente e cercai di scacciarli. Quando mi calmai, decisi di aprire di nuovo il diario e continuare a leggere. "Ho ucciso molte più persone di quante io potessa mai immaginare. Ricordo i loro volti, i loro nomi", c'era scritto. "Non mi perdoneró mai per questo. Il senso di colpa mi tortura tutti i giorni", continuava. Leggendo più avanti, c'era scritto del suo primo amore "Katherine Petrova". Diceva fosse una bella ragazza, capelli castani e occhi profondi. Sorriso bellissimo, ma con un carattere un pó pungente, un pò troppo. Entrambi i fratelli Salvatore erano innamorati di lei. Li metteva l'uno contro l'altro. Dopo aver riacceso l'umanità, Stefan la cercò per decenni senza trovarla, credendola addirittura morta. Pochi anni dopo, Stefan tornò ad essere lo squartatore, mentre suo fratello Damon, si arruoló nell'esercito. Si definiva un mostro senza pietà, un assassino dai denti aguzzi, pronti a succhiare via la vita ad altre centinaia di persone. "Damon  fa qualcosa di utile per il mondo, dovrei farlo anche io", lessi ancora. <<Des>>,qualcuno mi portò alla realtà, entrò in camera mia e si sedette sul mio letto. Io chiusi il diario e lo misi sotto il cuscino. <<Sei pregato di uscire dalla mia stanza, Kol>>, gli dissi fissandolo in modo freddo. Mi mancava, ma gli avevo detto che non potevamo più avere quel rapporto o qualunque cosa ci fosse tra noi. <<Volevo solo dirti che ti sta cercando Elijah e assicurarmi che tu stessi bene>>, disse e continuò a guardarmi. Il suo profumo mi invase le narici, facendomi girare la testa. "No, Kol, non sto bene. Mi manchi", avrei voluto dirgli, ma evitai. <<Sto bene. Grazie>>, presi il diario e lo portai con me, mentre tra le mura del palazzo, continuavo a cercare Elijah. Kol doveva capire che non potevamo neanche essere amici, neanche zio e nipote. Nulla, questo dovevamo essere. Il palazzo era vuoto, nessuno oltre me e Kol era lì, anche Hope era uscita. Sicuro che quell'elegante vampiro mi stesse cercando? O era solo una scusa di Kol per potermi parlare? <<Destiny, grazie per essere venuta>>, mi porse la mano e mi fece accomodare accanto a lui. La gentilezza di quell'uomo era incredibile. Si, Elijah mi stava cercando. <<Elijah, dimmi tutto>>, dissi io molto gentilmente. Mi guardò e sorrise, aveva davvero un bel sorriso. Dovevo tutto a lui, per quella sera, per il mio cuore e la mia anima ancora intatta. <<Volevo parlarti di Klaus>>, disse infine, senza distogliere lo sguardo. Le sue labbra tremavano e io lo fissavo incuriosita. Non mi aveva mai guardata così a lungo. <<Qualunque cosa sia, Elijah, parla>>. Lo vidi insicuro. Era sempre stato un uomo di grandi parole, anche se sapevo quanto crudele potesse essere pur di tenere al sicuro la sua famiglia. <<Klaus non è tuo padre>>, continuò senza guardarmi e fu proprio in quel momento che il mondo mi cascó addosso per l'ennesima volta. Cosa avevo fatto di cosi tremendo per meritarmi tutto quel dolore? Sgranai gli occhi e mi allontanai da Elijah. Stare accanto a lui mi sembrò troppo intimo, visto che mi aveva appena detto che era uno sconosciuto. Klaus non era mio padre. Klaus non lo era e io non avevo ancora trovato il mio VERO padre. Mi alzai in piedi, gli occhi bruciavano. "Des, non piangere", pensai guardando il soffitto. <<Cosa?>>, riuscii a sussurrare, senza abbassare la testa.

~SPAZIO AUTRICE~
Allora, questo capitolo mi è piaciuto molto. Scriverlo è stato emozionante, soprattutto per le parti di diario lette da Destiny. Fatemi sapere che ne pensare e cosa, secondo voi, succederà nel prossimo capitolo❤

The Originals ~ Speranza e DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora