The Originals ~ Speranza e Destino

46. La stanza dei dolori

Ero tornata sola, in quella stanza buia e vuota. Adesso iniziavo a sentire freddo, tremavo e sui polsi comparivano di nuovo le mie ferite, più profonde. Su tutto il mio corpo iniziavano a comparire lividi ed ero più debole. Marcel mi aveva davvero fatto del male, ma questa dimensione era molto peggio. In lontananza vedevo i Mikaelson, ancora attorno a quel corpo senza vita che non mi apparteneva più. Strano vederli tutti insieme, senza parlare tra di loro. Ero abituata alle loro discussioni, alle loro voci forti e potenti, alle loro risate e ai loro battibecchi. Hope era ancora abbracciata a me, aveva placato il suo pianto distrutto e aveva iniziato a singhiozzare. Elijah mi puliva ancora i polsi. Klaus ancora seduto lì, ai piedi del letto, con la testa tra le mani. Tutti erano come li avevo visti prima, ma erano molto lontani da me, erano sfocati. Riuscivo a sentire le loro emozioni, ed era qualcosa che non avrei mai voluto sentire. Erano distrutti, arrabbiati, tristi, pieni di odio. Avevo davvero distrutto quella famiglia. Stavano provando dolore per me e io non volevo, non avrei mai voluto che si sentissero in quel modo, mai in tutta la loro lunga esistenza. Quanto tempo era passato? 5 minuti? Forse un'ora? Non riuscivo a percepire il tempo che scorreva, se scorreva. Cercai di avvicinarmi alla mia famiglia. Erano belli anche con il viso solcato di lacrime e dolore. Erano di una bellezza disumana. La luce fioca che prima li illuminava, diventava sempre più luminosa man mano che mi avvicinavo a loro. Kol avrebbe dovuto sentire la mia presenza, come l'aveva sentita Hope, ma la cosa strana era che non mi potevo avvicinare a lui, non più di tanto. <<Io sto bene>>, sussurravo a loro. Stavo bene, stavo meglio. A volte le ferite comparivano e mi sentivo debole, ma poi mi riprendevo. Rivivevo il dolore delle mie ferite, della mia morte. Quando la mia mente si soffermò sulla parola "morte", mi venne un brivido. Come avevo potuto sopravvalutare i miei poteri? <<Vi prego, smettetela di star male. Io ho sconfitto Marcel, per voi, per noi. Adesso siete liberi di vivere la vostra vita, fatelo per me>>, continuavo a parlare con loro, anche se era inutile. Parlare non serviva a molto, in quelle circostanze. Anche se mi avessero sentita, sarebbe stata la stessa cosa. <<Mia dolce Destiny>>, sussurrava Hope all'orecchio del mio corpo accanto a lei. Hayley aveva cercato di staccarla da me e farla riposare, ma Hope non mi lasciava andare. Non smetteva di piangere. Ero felice di aver fatto fuori il vecchio vampiro dagli occhi scuri, ma loro no, a quanto pare. Non mi piaceva stare con le mani in mano e non poter far nulla. Sentivo che avevo tutta la mia magia in corpo e anche il collegamento con Kol c'era ancora, anche se lui non lo percepiva. Avrei potuto comunicare con Freya, dirle che stavo bene, che non servisse che si preoccupassero e piangessero per me. Nella mia mente cercai un incantesimo abbastanza potente da superare la dimensione in cui ero intrappolata e che arrivasse fino a Freya. Sapevo che Dylan mi avesse insegnato molte cose, tra cui incantesimi di comunicazione, ma non riuscivo a pensare con i singhiozzi di Hope e i sussurri di mio padre. Rebekah era tornata a piangere. Hayley non sapeva più come calmare la famiglia. <<NON PIANGETE, PER FAVORE>>, strillai più forte del dovuto. Non avevo mai urlato in quel modo. Con mia grandissima sorpresa, i Mikaelson si girarono a guardarmi. Non a guardare il mio corpo senza vita, ma a guardare me, l'anima che li fissava in silenzio. Era davvero incredibile avere i loro occhi su di me, non credevo fosse possibile, non credevo mi avessero rivista ancora.

~SPAZIO AUTRICE~
Non so voi, ma mi son venuti i brividi solo a scriverlo. Fatemi sapere che ne pensate❤ Grazie per il vostro supporto e scusate se posto con meno frequenza❤💫