38. Baciami ancora

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Erano passate tre settimane ed eravamo diretti verso New York. Era una delle più grandi città del mondo e la amavo. Damon e io non parlammo del fugace bacio al palazzo dei Mikaelson, ma, nonostante non avessi più emozioni, con quel bacio successe sicuramente qualcosa che mi rimase sullo stomaco tutto il tempo. "Sei a duecentocinquantasei", pensai mentre facevo il conto. Mi ricordavo il volto e il nome di ogni vittima, quasi fosse un'ossessione. <<Anche lo squartatore memorizzava visi e nomi>>, disse Damon all'improvviso, quasi come se mi avesse letto la mente. Credo che in quel preciso instante, avrei potuto amare lo squartatore. Ci eravamo fermati in un bar e Damon ordinò due Bourbon. Ne presi uno e brindammo: "A me, a te e a noi", disse lui e buttò giù il bicchiere, lo imitai e per una volta, il Bourbon placò la mia fame di sangue. Girai attorno a Damon e quando una musica da discoteca iniziò a spaccarci i timpani, gli sussurrai: "Balla con me". Presi le sue mani e le misi sui miei fianchi e subito lui mi attirò a se e iniziammo a ballare. Mi sentivo benissimo e potente. "Rimani con me", mi sussurrò lui e lo lasciai parlare, mentre le sue mani si muovevano sicure sui miei fianchi. Mi strinse di più al suo petto e lo sentii rabbrividire. Quando la musica finì, lo guardai negli occhi. Aveva gli occhi più azzurri e limpidi del mare e mi sarebbe dispiaciuto vederli iniettati di sangue. "Dispiaciuto? Destiny, ma datti una controllata. Niente emozioni, niente. Smettila e concentrati solo su te stessa", pensai e scossi la testa per riprendermi. Non potevo permettere a Damon che mi controllasse. Non potevo tornare in me dopo solo poco più di tre settimane. <<Baciami ancora>>, mi disse lui. Non sapevo a che gioco stesse giocando, ma di certo non mi dispiaceva, così poggiai le mie labbra sulle sue, lentamente, e un secondo dopo mi trovai le gambe avvinghiate ai suoi fianchi, fuori dal bar. Aveva le labbra calde e morbide e risultò difficile potermi staccare. Era iniziato come un bacio dolce, ma continuava come un bacio appassionante e per niente casto. Le sue mani si erano spostate sulle mie cosce, per sostenermi, mentre io stringevo le gambe attorno al suo bacino. Si staccò per un attimo. <<Torna come prima>>, sussurrò lui tra un bacio e un altro e capii subito il suo gioco. Gli morsi il labbro con violenza e poi mi staccai da lui, interrompendo il contatto. Lui subito si mise un dito sulle labbra sanguinanti. Avevo provato qualcosa, ma non potevo permettermelo. <<Sai, credevo che almeno per un attimo tu avessi dimentico chi ero e avessi preso in considerazione chi sono. Dovresti esserne felice. Prima non facevo altro che piagnucolare tutto il giorno, immaginare scenari inesistenti su quando e se avessi rivisto mio padre, i Mikaelson e anche tuo fratello. Non facevo altro che star male, ma mi hai salvata e ora sto bene. Ma questo non vuoi capirlo, vero? Questo non ti basta. Allora, Damon, dimmi cosa diavolo vuoi?>>, dissi quasi urlando e lui rimase per un pó zitto a fissare i miei occhi. Si avvicinò e mi asciugò una lacrima. <<Sei sempre tu, non hai mai spento l'umanità. La dolce e premurosa Destiny è sempre qui, sennò perché avresti memorizzato 256 visi e avresti scritto 256 nomi su un quaderno? Perché avresti morso la ragazza con Stefan? Perché avresti risposto in quel modo a tuo padre e perché non hai risposto male a Klaus? E soprattutto, perché non hai guardato Hope negli occhi? Sai perché? Perché eri sempre tu, era la vera te che parlava, la vera te che emergeva e tutte quelle parole, erano ciò che realmente volevi dire>>. Quando smise di parlare, mi accorsi che ormai avevo il viso rigato da molte lacrime e non riuscivo a fermarmi. Mi lasciai abbracciare da Damon e lui mi strinse forte. <<256 persone morte. Ho davvero ucciso 256 persone?>>, dissi io singhizzando e Damon mi prese a mo di principessa e si incamminó verso non so dove. <<Si, ma non eri del tutto tu. La tua parte vampira era davvero spenta e in questi giorni hai agito solo con quella, mentre dai Mikaelson, la tua parte di strega si è fatta avanti, infatti era forte e anche Freya, Kol e Hope se ne son resi conto>>, era bravo con le parole e io non riuscivo a smettere di piangere. Avevo privato 256 persone delle loro vite, ero uno schifo di mostro. La squartatrice. Si, credo mi calzasse a pennello. <<Vorrei poter fare qualcosa per quelle persone e le loro famiglie>>, balbettai e lo sentii sorridere tanto le sue labbra erano vicine. Troppo vicine.

The Originals ~ Speranza e DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora