12. Un nuovo incontro

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Era mattina quando mi svegliai. Eravamo fermi per fare benzina e io scesi per andare in bagno a rinfrescarmi il viso. Ero stanca ed era possibile notarlo per le borse sotto agli occhi. Sembravo distrutta, ma non potevo dire di non aver dormito, perché avevo dormito tutto il tempo, lasciando Kol da solo. Il riflesso in quello specchio quasi mi fece paura, quando incrociai il mio sguardo. Gli occhi verdi erano talmente scuri da sembrare neri e il mio viso, stranamente pallido. Scossi il viso e cercai, inutilmente, di sistemare i capelli arruffati, decidendo alla fine, di legarli in una coda. Tornai nell'auto e mi accorsi che Kol aveva comprato due caffè. Ne presi uno tra le mani. Fino a quel momento, non mi ero accorta di tremare per il freddo. Il caffè caldo mi riscaldò presto le mani e con la coda dell'occhio, notai Kol che frugava nei sedili posteriori. Quando finalmente tornò al suo posto, mi mise una giacca sulle spalle. Lo ringraziai mentalmente e odorai, spontaneamente, la giacca fredda. Odorava di buono, di dolce, odorava di Kol. Sorrisi a quel profumo e poi portai il bicchiere con il caffè alla bocca. <<Non ti porto a New Orleans>>, interruppe Kol il dolce silenzio e io, ripensai alla sua conversazione con uno dei fratelli. <<Voglio andare da Hope>>, risposi tranquillamente io e finii di bere il mio caffè. Nel frattempo, Kol, aveva messo in moto e ci stavamo dirigendo verso Mistic Falls, almeno da quanto dicevano i cartelli stradali. <<Non posso portarti lì. Devo tenerti al sicuro>>, esclamò lui e io scossi la testa. <<No, Kol, tu non devi. Tu non devi proprio nulla. Sei così fissato a eseguire gli ordini dei tuoi fratelli, che ti senti anche obbligato a "tenermi al sicuro">>, risposi io, imitando, come mio solito fare, anche le virgolette. Di solito ero molto dolce e taciturna, ma con Kol proprio non ci riuscivo. <<Io non devo, hai ragione, ma voglio>>, sussurrò lui prendendomi alla sprovvista. Per qualche ora rimanemmo in silenzio, con Kol che fissava la strada e con me che canticchiavo le vecchie canzoni alla radio. <<Ti porto da Dylan, a Mistic Falls>>, interruppe la melodia e io abbassai il volume, fino a che la canzone, non fu solo di sottofondo per le nostre parole. <<Da chi, scusa?>>, chiesi io accigliata. <<Des, non fare così. Sai che ti voglio.. che ti voglio bene, quindi, per favore, evita di arrabbiarti con me. Ti porto da Hope quando Dylan avrà finito con te, te lo prometto>>, promise lui per l'ennesima volta e io scossi la testa. Le sue promesse non valevano nulla, ormai, ma diceva di volermi tenere al sicuro e quindi gli lasciai il beneficio del dubbio. Mi accarezzò la guancia e abbassai il viso, improvvisamente malinconica. Anche Kol parve per un attimo malinconico, ma ovviamente, era tutta colpa del nostro legame magico. <<Kol, tu sai cosa.. cosa provo per te. Ormai puoi leggermi dentro l'anima, ma se per te non è lo stesso, per favore, non comportarti con me in questo modo>>, gli dissi e tolsi delicatamente la sua mano dalla mia guancia, intrappolando, dolcemente, la sua mano tra le mie. <<So cosa provi e tu sai cosa provo io, ma non posso fare questo a Davina, non posso. Se vuoi che io smetta di comportarmi così con te, ok, anche se non te lo prometto>>, disse lui, sempre con gli occhi fissi sulla strada e incroció le sue dita alle mie, provocandomi un brivido. Eravamo arrivati e Kol mi aveva aperto lo sportello per farmi scendere. Mi prese per mano e camminammo, come una coppietta felice, ma non lo eravamo. <<Dylan è uno stregone. Ti aiuterà a rafforzare la tua magia, perché dopo averla unita alla mia, potrebbe sfuggirti di mano>>, disse lui mentre interrompeva il contatto tra noi e alzava una mano in segno di saluto, verso un ragazzo che si avvicinava lentamente. Quando fu abbastanza vicino, notai che era alto, capelli castano chiaro e occhi nocciola. Era un bel ragazzo, con un sorriso mozzafiato. Parlava allegramente con Kol e poi rivolse uno sguardo a me. <<Destiny, Kol mi ha parlato molto di te, ma ha omesso di dire che sei bellissima>>, si presentò in modo sfacciato e ruotai gli occhi. "Che montato", pensai, ma poi risposi. <<Dylan, piacere di conoscerti, sappi invece, che Kol non mi ha proprio parlato di te>>. Lui sorrise, guardò Kol e rispose: <<Sarà fantastico lavorare con lei. Già mi piace>>. Mentre Dylan ci faceva strada verso la sua casa, Kol mi mise un braccio attorno alle spalle e mi strinse a se, quasi geloso.

The Originals ~ Speranza e DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora