Capitolo 15

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"I loved, and I loved and I lost you."

Derek non riesce proprio a togliersi dalla testa quello che aveva visto.
Il modo in cui Stiles si toccava, in cui ansimava... niente di più meraviglioso. Non sa come avrebbe reagito se fosse stato completamente umano, e forse non vuole saperlo. Si era eccitato da lupo, Dio, ed era stato costretto a rimanere con una notevole erezione. Fortuna che il ragazzino sembrava non essersene accorto. E inoltre Stiles ce l'aveva anche bello lungo, Dio.

L'ex Alpha sa bene di essere attratto fisicamente da Stiles, lo era anche prima.

Aveva sempre trovato adorabile quel nasino all'insù, quegli occhi color miele e quei lineamenti così delicati.
Gli piaceva anche il fisico del più piccolo, nonostante non fosse come il suo. Non gli interessava se era magrolino, quei nei lo facevano impazzire. Gli ricordavano tanto le costellazioni, e la sua pelle il cielo.

E adesso, che ha anche un accenno più che evidente di muscoli, non puó non esserne costantemente attratto. Soprattutto se li mette in mostra con quelle maglie attillate.

Quindi sì, é consapevole di essere attratto fisicamente da Stiles, e che sarà difficile continuare a reprimere sempre certi istinti.

•••

Stiles si sveglia a causa della troppa luce, essendo mattina tardi.
Oggi è domenica, perciò non ha lezioni, e può dormire tranquillamente fino a tardi. Non trova Sourwolf accanto a sè, come le altre notti, e si ricorda che il lupo se n'era andato dopo averlo colto nell'atto. Probabilmente deve aver pensato che aveva da fare e non lo voleva tra i piedi, anche se non era affatto così.

Si alza dal letto, stiracchiandosi, per poi uscire dalla stanza, alla ricerca del lupo. Deve dargli le medicine.
Lo trova sdraiato sul corridoio, anche se prima doveva essersi trovato in camera dello Sceriffo. Ma il padre è sicuramente tornato quella mattina, forse all'alba.

«Ehi lupone, svegliati.» Gli sussurra, e il lupo apre gli occhi, alzandosi da terra.
L'umano gli dà subito le pasticche, senza perdere tempo.

"Continuo a non capire perchè tu mi dia caramelle per bambini di cinque anni."

Poi Stiles si accinge a scendere le scale, con il lupo che lo segue ancora un po' zoppicante, e sente fin da subito un odorino troppo buono.
Appena scende le scale, il suo sguardo si rivolge verso il salone, e sobbalza.

«AUGURI STILES!»

Il ragazzino osserva ancora stupefatto tutti i suoi amici, che sono radunati intorno al tavolo della sala.
Inoltre, sopra la tavola, c'è un cornetto gigante alla nutella, con sopra una candelina.

«È il mio compleanno?» Borbotta Stiles, ancora mezzo addormentato, non avendoci minimamente pensato. Proprio non se ne ricordava, come se una giornata del genere non fosse più importante per lui. Una volta, invece, non vedeva l'ora che arrivasse il suo compleanno. E organizzava sempre qualcosa con i suoi amici, mentre quest'anno ci hanno pensato loro. Derek sapeva tutto, avendo sentito arrivare i ragazzi due orette prima. Resta dietro al ragazzino, senza potergli fare gli auguri a sua volta.

«Vent'anni, eh?» Esclama il padre, abbracciando il figlio con un sorriso. Stiles s'irrigidisce, ancora non più abituato a queste manifestazioni d'affetto, e cerca di ricambiare.
Derek si aspetterebbe di sentire felicità da parte del ragazzino, ma alla fine non si stupisce troppo di non percepire proprio nulla.

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