-Intro-

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Durante una mite giornata di Ottobre, osservavo il mondo e quel manto di foglie ormai riarse che ricoprivano il selciato davanti a casa mia, nelle vicinanze di Londra, come un tappeto.

Osservavo ciò che mi accadeva attorno con gli occhi di chi, ormai, non ha più speranza.

Fissavo un punto dritto davanti a me, con lo sguardo perso nel vuoto, incapace di mandar via quei ricordi in bianco e nero che riemersero più vivi che mai nella mia mente.

Avevo perso ogni speranza nell'amore. Che stupido che ero stato!
Sognavamo un futuro insieme invece ora ero solo. Cosa ti aspettavi Harry?

Non provavo più nulla, come se la situazione mi scivolasse addosso senza ormai più scalfirmi.
Non provavo rabbia, tristezza, neppure vendetta nei suoi confronti.

Ero lì, solo con i miei pensieri, i miei dubbi e le mille domande che avrei dovuto rivolgere a lui se solo fossi stato in grado di prendere il telefono e chiamarlo. Il mio corpo però non aveva intenzione di muoversi da lì, era come paralizzato.
Magari questo era un modo della mia mente per impedirmi di fare ciò che mi diceva il cuore: rincorrerlo sempre, nonostante tutto e tutti.

L'amore mi aveva sempre affascinato in ogni sua forma, in ogni suo colore e ogni sua dimostrazione. Anche quell'amore smielato che solo al pensiero ti provoca il voltastomaco.

Anchio pensavo di aver trovato finalmente la mia anima gemella.
Quella con cui ti addormenti affianco e al mattino ti accorgi che non era un sogno, che la persona che amavi di più al mondo si trovava lì, a due centimetri dal tuo corpo.
Quella con cui vorresti passare il resto della tua vita perché, grazie a lui, diventi la parte migliore di te. Perché senza di essa saresti solamente tu, Harry.

Ormai era troppo tardi. Non potevo far nulla per cambiare la sua decisione, per convincerlo a tornare sui suoi passi, a tornare da me.

Con lui lo sapevo, era sempre così.
Un attimo prima sognavamo un futuro da trascorrere uno accanto all'altro, mano nella mano, e dopo poche ore, rimanevo solo io e le sue inutili promesse.
Lì, da solo, circondato dalla natura che piano piano si spegneva a causa dell'arrivo dell'inverno, come la mia voglia di riprovarci e di andarlo a riprendere.

Innamorarsi, che cosa stupida. Dare tutto te stesso nelle mani di qualcun altro, essere così tanto vulnerabile, per cosa alla fine? Non avevo bisogno di lui per essere felice, me la sarei cavata.
Si, me la sarei cavata, in un modo o nell'altro.

Non era questo il lieto fine che avevo immaginato.

Per far capire meglio come sono arrivato fin qui, devo necessariamente partire da circa da 2 anni fa.
Quando tutto era completamente diverso.

Quando quegli occhi azzurri color oceano la prima volta che li vidi mi fecero sentire sull'orlo di un precipizio, togliendomi il fiato, ma allo stesso tempo portandomi così in alto, sino a sfiorare il cielo con un dito.

Quando, un solo suo sguardo o tocco, mi portarono a rivalutare la concezione dell'amore alla quale avevo sempre creduto.

Quando, in quell'istante, mi sono potuto considerare vivo per la prima volta.

Quando tutto è cominciato.


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Ciao a tutti!
Questa è la prima storia che scrivo e spero vi piaccia.
Se volete lasciate una stellina, spargete la voce in giro e per qualsiasi correzione o dubbio sono qua.

Vi ringrazio già in anticipo per l'attenzione e il tempo che dedicherete alla mia storia

Buona lettura!
-Alessia

Not an happy ending || L.S ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora