5. Ritorno al passato

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Non ci potevo credere.

Non potevo credere che anche lui fosse qui.

Nonostante fosse passato qualche minuto restammo lì a fissarci, io completamente paralizzato.

Fin quando il ragazzo davanti a me si abbassò per raccogliere la mia borsa per poi porgermela, sussurrando un timido "Ciao".

Era Even.
Il primo, vero e proprio ragazzo che io avessi mai avuto.

"Hei ... " risposi al suo saluto, arrossendo leggermente in viso e cercando di recuperare un po' di lucidità.
Forza Harry!

Mi stupii di quanto fosse cambiato.
Aveva abbandonato il suo look anni 50' e aveva un aspetto molto più professionale e maturo.

Portava una camicia bianca, che evidenziava i suoi bicipiti ed un paio di pantaloni neri lunghi sin sopra alla caviglia, rimasta scoperta.

In una mano teneva la sua 24h di pelle, il caffè di Starbucks e un quotidiano, quasi come se fosse umanamente possibile tenere tutte quelle cose in una mano sola.

Ed io non avevo iniziato a fantasticare sulle sue mani e su cosa avrebbero potuto farmi ... no ma assolutamente!

"Che coincidenza vero? Anche tu qua a Londra?" mi chiese con un sorriso a trentatré denti ed una voce squillante che mi fece risvegliare dalle mie fantasie poco caste.

"Mmh? Oh si sono qua a Londra ma solo per poco... in realtà la storia è molto più divertente..." dissi mettendomi una mano dietro alla nuca e ridacchiando leggermente.

Lui non faceva altro che fissarmi e sorridere. Era proprio carino, ed io ovviamente in imbarazzo.

"Ti va di raccontarmela mentre usciamo?"

"Non so, non vorrei disturbarti..."

"Ho del tempo prima di andare a lavoro, tranquillo"

Gli raccontai del motivo per cui avevo lasciato casa mia, di come si era evoluta la mia vita, dell'esperienza a Brighton o meglio dire del fallimento, gli accennai di Nick e di Niall sino a parlargli di come ero giunto lì per caso.

"Sempre il solito Styles! -disse ridendo a crepa pelle per poi ricomporsi e continuare più serio dicendo - Hai già avuto modo di visitare la città?"

"In realtà non ne ho ancora avuto il tempo, sai com'è"

Entrambi scoppiammo a ridere.
Lui guardò l'orologio, appoggiò la sua valigetta sulla panchina, dov'ero seduto precedentemente, prese una penna dalla tasca e scrisse su un foglio, un indirizzo.

"Senti, io tra un'ora dovrei aver finito il mio meeting. Questo è il mio indirizzo qua a Londra.
Se ti va prendi un taxi e ci vediamo a casa.
Ti accompagnerei io ma ho davvero quest'importante conferenza con degli ambasciatori asiatici...
Cercherò comunque di arrivare a casa il prima possibile.
Fai ovviamente come se fossi a casa tua e mettiti comodo quando arrivi, io avviserò i miei domestici per accoglierti nel migliore dei modi... ora scappo. A dopo! " mi disse di fretta mentre io, sorpreso, ero ancora rimasto al 'lo dirò ai miei domestici'.

Non ebbi neanche il tempo di rispondere al suo invito, che mi stampò un bacio sulla guancia e salì su un taxi preso al volo.

Dal momento che il mio ritorno casa poteva aspettare ancora qualche giorno in più e che lui era così maledettamente sexy e carino, decisi di prendere un taxi e dirigermi verso a casa sua.
Inoltre non ero mai stato a Londra e non sarebbe stato male godermi una meritata vacanza.
L'imprevisto si era trasformato in un qualcosa di non così male oserei dire.

Not an happy ending || L.S ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora