4. Tutto per un treno sbagliato

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A parte la movida notturna che passavo con Niall nei locali, la vita in generale aveva acquistato monotonia con il tempo.

Andavo al mattino al lavoro, ordinavo e spolveravo le candele che si trovavano su quegli scaffali da anni e passavo tutto il tempo restante a giocare con il telefono o a navigare sui social network, dal momento che Niall si occupava di quei pochi clienti che passavano in negozio durante la giornata.
Tornavo a casa verso le 17, tra una doccia veloce ed uno zapping in TV, arrivava subito l'ora di prepararmi per esibirmi nei locali con il Niall, il quale inoltre, fu un ottimo modo per farci conoscere e per far conoscere la nostra musica alla cittadina che pullulava di gente pronta a divertirsi la sera.

Dopo esserci esibiti solitamente io ero senza forze, letteralmente stremato ed il mio più grande desiderio era andare a dormire immediatamente.
Ma Niall, pieno d'energia, non la smetteva mai di parlare e di saltellare.

Lui era senza dubbio l'anima delle feste. Gli piaceva chiacchierare con della gente nuova, bere, conoscere nuove ragazze, semplicemente divertirsi come un comune ragazzo di 23 anni.

Per questo, ogni volta riusciva a convincermi a partecipare a qualche festa in giro per la città a cui voleva andare e d'altra parte, non mi dispiaceva più di tanto, dal momento che era un buon modo per ampliare la mia cerchia di amicizie e per divertirmi; per questo sino all'alba del giorno dopo andavamo in giro per locali, solitamente nel weekend.

Io ed il biondo diventammo davvero molto legati, dal momento che passavamo intere giornate insieme in negozio o dopo, a casa sua, per provare i pezzi da cantare nei locali.

Sicuramente al primo posto c'era Nick nella mia lista degli amici, ma se avessi avuto bisogno di un consiglio o di un aiuto mi sarei rivolto senza dubbio anche a Niall, sapeva sempre come tirarmi su il morale.

A parte questo però era sempre la solita storia.
E a me annoiava. Da morire.

Per questo rivalutai l'offerta di mia madre di tornare a casa. Avrei rincontrato i miei vecchi amici e sarei tornato sotto l'ala protettrice di mia madre.

Proprio per questo, dopo qualche mese, dovetti dire arrivederci alla mia amata Brighton.
Non era un addio, assolutamente, non mi erano mai piaciuti gli addii a dir la verità.

Anche perché ero convinto, che prima o poi, il destino mi avrebbe fatto tornare in quella cittadina marittima.

Fu così che un giorno presi la mia roba, salutai Nick e Niall, che era scoppiato a piangere manco andassi in guerra e salii sul mio treno, direzione Homles Chapel.

Ero dispiaciuto di lasciare i miei amici e la vita che stavo conducendo.
Ma tutto stava diventando troppo monotono e da quando ero lì non avevo fatto neanche un passo in avanti per debuttare come cantante.
Certo c'erano state delle proposte discografiche ma i produttori non mi avevano dato molta sicurezza per il futuro. Ed onestamente non volevo diventare solo una meteora in quel campo lavorativo così difficile e competitivo.

Questo viaggio era stato sicuramente un segno.

E poi, prima di arrivare ad odiare Brighton, per esser un posto più opprimente di casa mia, era meglio per me cambiare rotta e dirigermi verso casa dove magari avrei abbandonato definitivamente il mio sogno.

Mi sedetti sul sedile, posai i bagagli per terra e appoggiai la testa contro il vetro, salutando leggermente con la mano i due miei amici sulla banchina, prima di chiudere gli occhi e riposarmi un po'.

Dopo circa due ore di viaggio, che passai prevalentemente a dormire o ad ascoltare la musica, scesi dal treno senza badare troppo al contesto in cui mi trovavo

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Dopo circa due ore di viaggio, che passai prevalentemente a dormire o ad ascoltare la musica, scesi dal treno senza badare troppo al contesto in cui mi trovavo.

Quando però alzai gli occhi,mentre le porte del treno si chiusero alle mie spalle, non riuscii a riconoscere la stazione. Era passato solo qualche mese dalla mia partenza ma ero certo di non trovarmi ad Homles Chapel ... ma a Londra, certo!

"Come cazzo avevo fatto a sbagliare treno ed arrivare a Londra?!"
Questa fu la prima cosa che mi venne in mente.

Poi però mi resi conto che  Niall mi aveva trattenuto probabilmente più del dovuto tra uno dei suoi mille abbracci interminabili d'addio, per questo avevo perso sicuramente il treno ed ero salito su quelllo successivo, diretto verso Londra.

Oppure mi ero addormentato così tanto sino a saltare la mia fermata.

Oooh, chissà che risate si sarebbe fatto Niall quando avesse saputo che, oltre a non essere capace ad aprire una bottiglia senza tagliarmi tutte le mani (in mia discolpa posso dire che il tappo di quella bottiglia era difettoso), non riuscivo neanche a prendere il treno giusto.

Mi sedetti su una panchina della stazione aspettando il prossimo treno diretto verso Homles Chapel, con le cuffie nelle orecchie ed una vecchia canzone anni 90', quando davanti a me si fermò un ragazzo, girato di schiena ed intento a leggere un libro che aveva tra le mani.
Con un fantastico culo sodo e rotondo, se devo essere sincero.

Portava dei pantaloni della tuta e una felpa nera dell'Adidas, un look molto easy.
Aveva i capelli castani, con delle ciocche del ciuffo tirate all'insù, che però gli ricadevano sulla fronte.

-Purtroppo per me- il suo treno arrivò dopo pochi minuti.

Lui salì e quando le porte si chiusero, si volse indietro con uno sguardo distratto ma accadde un qualcosa che forse non riuscirò mai veramente a spiegare.
In quel momento i nostri occhi si incrociarono, per quella che fu la prima volta.

Non era una semplice persona che si incontra così per caso. Era qualcosa di più.

Fu come se il mondo si fosse fermato esattamente per quella frazione di secondo prima che il treno partisse velocemente.

In quel momento esistevamo solo io, lui e la mia musica che faceva da sottofondo ai mille viaggi mentali da premio Oscar che erano già in corso nella mia testa.

Rimasi come folgorato, quasi come colpito da un fulmine, dalle sue iridi celesti, dai suoi tratti così delicati, dalle sue labbra sottili e rosee, dal suo sguardo e dai suoi capelli che gli ricadevano dolcemente sulla fronte e sugli occhi, risaltando quella figura di un'estrema eleganza e bellezza, nonostante l'outfit veramente discutibile e sportivo.

Nel mio stomaco si creò una voragine, soprattutto quando il treno se ne andò e come d'istinto mi alzai in piedi dalla panchina, come se fossi stato richiamato da qualcosa.

Tenni lo sguardo sempre fisso a quello scompartimento in cui avevo visto il ragazzo sconosciuto.

Non sapevo il suo nome, cosa stesse leggendo, dove fosse diretto, non sapevo praticamente nulla di lui.

Eppure fu un colpo di fulmine, di quelli che vengono raccontati nei libri.

Ne ero certo.
Come ero certo di non esser il solo ad aver provato quelle sensazioni e che quel ragazzo prima o poi l'avrei rivisto nella mia vita.
Anche perché vidi che anche lui si sporse e appoggiò le mani contro il finestrino del treno, come se volesse fermarlo.

A quel punto una mano fredda si posò leggermente sulla mia spalla e mi girai di scatto.

Avevo il cuore a mille, le labbra che tremavano.
Lasciai cadere per terra la mia borsa.

Non ci potevo credere.

Non potevo credere che anche lui fosse qui, che si trovasse davanti a me.

• • • • •
Heiii.

Chi pensate possa esser questo ragazzo misterioso? Io lo so già ma per scoprirlo continuate a seguire la storia perché nel prossimo capitolo verrà rivelato...

Da qua posso dire che si entra davvero nella storia e spero vi piaccia.
Io ci sto davvero mettendo il cuore in quello che scrivo e mi farebbe davvero piacere se voi mi deste una vostra opinione a riguardo.

Giusto per rendermi conto se il lavoro che ci sto mettendo dietro vale la pena farlo come si suol dire.

Nel frattempo buona lettura e continuate a seguire la fanfiction lasciando commenti e bellissime stelline.
Alla prossima e grazie ancora per le visualizzazioni che mi strappano sempre un sorriso.
-Alessia

Not an happy ending || L.S ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora