22. La mia salvezza

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Era lunedì mattina.
Forse il lunedì mattina peggiore di tutti dal momento che Louis era partito.

Io invece mi trovavo al lavoro, seduto come al solito nel mio ufficio, davanti alla scrivania a fissare lo schermo del computer e a ripensare a tutti quei momenti passati con lui.

Sapevo che non era partito per andare in guerra, che sarebbe tornato tra pochi mesi.
Ma non sapevo se sarebbe tornato con me. E non sapevo se le cose tra noi sarebbero cambiate o no.
Per ora avevamo deciso di provarci anche a distanza, vedere come andavano le cose e poi valutare al suo ritorno.
Ma la verità è che mi spaventava a morte solo l'idea di perderlo.

La mia vita era appesa ad un filo, sull'orlo del precipizio ogni volta.

L'avevo accompagnato quella mattina stessa all'aeroporto, colmo di paparazzi pronti ad immortalare Zayn e la sua nuova fiamma, la modella Gigi Hadid.

Tanta roba comunque eh!

Ovviamente parlo di Zayn quella mattina.
Louis quando vide che avevo iniziato a sbavare dietro Zayn mi aveva tirato un bel coppino dietro al collo.
Un dolore terrificante!

Ma almeno sapevo che gli aveva dato fastidio...un buon segno no?

Il nostro addio era stato terribile per me.
Vederlo andare via era qualcosa che riuscii a stento a sopportare.
Proprio per questo mi girai verso la macchina quando non lo vidi più dal fondo del corridoio e mi asciugai velocemente le lacrime che avevano iniziato a rigarmi il volto.

Sono sempre stato una persona gelosa e possessiva.

Ciò che è mio non può essere degli altri.
Tutto ciò perché in passato ho perso troppe persone a cui ero molto legato.

Le persone entravano nella mia vita e uscivano, sempre senza avvisare e lasciandomi con un vuoto nel cuore.
Quindi io rimanevo sempre solo, a raccogliere i pezzi del mio cuore.

Per questo ogni volta che conoscevo un ragazzo nuovo, istintivamente tendevo ad avvicinarlo sempre di più a me. Forse sino a soffocarlo.

Per questo nella maggior parte dei casi questi ragazzi scapparono.
Ma con Louis non era stato così.
Lui c'era stato.
Anche se ero certo che mi stava nascondendo qualcosa.

Non mi aveva mai parlato del suo passato, dei suoi ex o della sua famiglia in modo approfondito.

Aveva avuto troppi sbalzi d'umore negli ultimi mesi che non erano sfuggiti alla mia minuziosa attenzione.

Ormai calcolavo anche quante volte sbattesse le palpebre.
Inoltre non mi aveva mai parlato della morte della madre. Sapevo che l'amava  profondamente e che superare la sua scomparsa non era stata facile per lui.

"Signor Styles c'è una telefonata per lei" mi avvertì la mia segretaria.

Da quando dovevo anche rispondere a delle chiamate in ufficio?

E soprattutto perché proprio in quelle condizioni dovevo rispondere al telefono!?

"Devo proprio?" chiesi rivolgendo alla mia segretaria uno sguardo di commiserazione.

Lei in risposta annuí e sorrise un poco.

Perciò, riposi in uno dei tanti cassetti della mia mente quelle paranoie, accantonai il mio cattivo umore ed alzai la cornetta del telefono per rispondere nella maniera più educata alla chiamata.

Not an happy ending || L.S ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora