10. Non un semplice caffè

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Io e Louis passammo tutta la giornata di sabato al bar a chiacchierare.

Scoprii che il suo colore
preferito era il rosso scuro, il suo compleanno esattamente la vigilia di Natale, se avesse potuto avere un super potere sarebbe stato quello di volare, tifava in modo accanito il Manchester United, gli piaceva surfare, viveva con altri 6 fratelli nella sua casa a Doncaster, nella quale ritornava per le feste, in particolar modo.

Inoltre sapeva suonare il piano ed il triangolo, il posto che chiamava casa era tra le braccia di sua madre, Johanna, vinta da una brutta malattia pochi mesi prima, la sua band preferita e che ascoltava almeno una volta al giorno erano i The Fray ed avrebbe sempre voluto lavorare in una fattoria, ma per delle esigenze economiche ha fatto l'accademia di moda a Londra, dove viveva.

Da qualche anno aveva iniziato a lavorare come stilista per Zayn, ormai suo migliore amico.

Ero davvero felice di aver scoperto così tanto di lui.
Ogni minimo particolare era importante.
Ogni minimo particolare riguardo a lui mi interessava.
Ogni minimo particolare me lo faceva piacere ancora di più.

Mentre parlava, intanto, osservavo i suoi lineamenti.
I suoi occhi così profondi e luminosi, il suo naso perfetto, i capelli che gli ricadevano dolcemente sulle spalle e sulla fronte, le sue gote colorate di rosa e le sue labbra sottili.

"Hei Harry, tutto bene?" mi chiese dopo aver notato il mio sguardo perso nel vuoto e sventolò una mano davanti al viso per farmi riprendere.

Cazzo un'altra figura di merda, bravo Styles!

"Oh scusa! È che ... nulla. Cioè io ... possiamo dire che mi capita spesso di rimanere con lo sguardo perso nel vuoto.
Non farci caso comunque " risposi impacciato e colto alla sprovvista.

"Okay" rispose lui sogghignando.

"Di che cosa stavamo parlando? Non è che non ti stessi ascoltando assolutamente ma ... ero solo leggermente distratto da ... dal quadro alle tue spalle! Ecco, è davvero... un capolavoro, l'avrà dipinto sicuramente Caravaggio."

In realtà dietro c'era un piccolo quadretto che sembrava fatto da un bambino di 10 anni.

Louis si mise a ridere dopo aver dato un'occhiata a quello che avevo precedentemente definito come un "capolavoro".

In verità avrei voluto confessargli che ero incapace di connettere i mie due neuroni a causa della sua bellezza.
Ma quest'ultima parte la evitai, almeno per ora; non era sicuro esporsi troppo con un ragazzo che fino a prova contraria sembrava esser eterno e fidanzato.
Non potevo correre il rischio di perderlo.

Nel peggiore dei casi questa conoscenza si sarebbe trasformata in una bella amicizia.

"Stavamo parlando di come mai sei capitato proprio qua a Londra, da una piccola cittadina come Homles Chapel"

"Oh già già è vero. Beh, per farla breve mi sono trasferito prima a Brighton con Nick e Niall, quei due che hai conosciuto oggi in studio e poi, tornando a casa, ho sbagliato treno.

Non era mai successo lo giuro. Sai, non so se ti ricordi, forse è un po' stupida come cosa, ma è stata prorio lì la prima volta che noi due ... "

Ancora prima che potessi finire la frase, squillò il suo telefono.

"Cazzo scusa devo rispondere."

Si alzò e uscì velocemente dal locale mentre io rimasi con lo sguardo abbassato sulla tazza davanti a me.

"Hei tutto bene?" chiesi preoccupato vedendo la sua faccia mentre ritornò dentro.

Not an happy ending || L.S ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora