Tra pochi minuti sarebbe arrivato il suo treno.
O almeno così c'era scritto sul tabellone degli arrivi, presente nella sala principale dell'aeroporto di Heathrow, Londra.Ogni persona che vedevo arrivare la squadravo da capo a piedi per vedere se riuscissi a riconoscerlo.
Non stavo più nella pelle.
Avevo la necessità di rivederlo, di riprenderlo tra le mie braccia, di essere di nuovo suo, di tornare alla mia normalità.Paradossalmente la normalità non mi spaventava, non mi opprimeva se sapevo che lui sarebbe stato al mio fianco.
Abbassai lo sguardo per vedere se per caso mi fosse arrivato un suo messaggio.
Niente di niente."L'aereo Boeing 349001 è appena atterrato. Si prega di aspettare all'uscita del gate 07" informò la voce metallica tutti coloro che stavano aspettando i propri cari nella sala d'aspetto principale.
Louis aveva scelto di tornare con un volo di linea anziché con l'aereo privato, come stabilito precedentemente con Zayn.
Questo poiché lui era un ragazzo molto semplice con i piedi ben saldi a terra, nonostante i costosi brand d'abbigliamento che portava addosso anche solo per buttare giù la spazzatura.
Soffriva anche leggermente di claustrofobia, per questo aveva scelto di tornare con un semplice aereo per non esser soffocato dalla folla di fans e fotografi che sicuramente sarebbero accorsi all'aeroporto all'arrivo di Zayn.
Aspettai quasi 30 minuti ma non lo vidi.
Dov'era finito!?
Tutti gli altri passeggeri iniziarono ad uscire.Non lo vedevo arrivare da nessuna parte. Inoltre mi venne in mente che lui non sapeva della mia "sorpresa", quindi avrebbe potuto anche dirigersi, senza pensarci troppo, verso il posteggio per i taxi.
Proprio per questo mi avvicinai alla hostess seduta dietro alla scrivania del gate e le chiesi cortesemente: "Scusi, sono già per caso scesi tutti i passeggeri del volo proveniente dalla Cina?"
"Sisi signore, mi pare di sì. Sta per caso cercando qualcuno in particolare?"
Non riuscii a risponderle poiché vidi venire dal fondo della sala Louis spaesato con mille borsoni.
Quando i nostri occhi si incontrarono, lui corse traballando un po' a causa del peso delle valige e quando ci trovammo uno davanti all'altro, lui lasciò cadere le valige per terra e sprofondò tra le mie braccia, che lo accolsero senza neanche un minimo di esitazione.
Presi il suo volto tra le mie mani cosicché potessi vederlo bene.
Non era cambiato moltissimo, i suoi capelli erano più lunghi di quando era partito e aveva due vistose occhiaie, ovviamente dovute al jet-lag.
Ma era sempre bello come il sole.
Gli alzai il viso e appoggiai delicatamente le mie labbra sulle sue morbide.
Un semplice bacio casto che racchiudeva in sé mille emozioni, mille pensieri, mille preoccupazioni che mi avevano tormentato durante la distanza.In quel momento sentii quasi le farfalle nello stomaco, come la prima volta in cui le nostre labbra, vogliose, si cercarono e si incontrarono.
Tutte le altre persone accanto a noi ci guardarono malissimo per quella manifestazione d'amore pubblica, ma non mi importava, non mi importava più il giudizio della gente.
Essere gay era considerato negativamente ma questo non era un mio problema.Semmai il loro.
Io mi accettavo esattamente com'ero e che gli altri si andassero a far fottere!In quel lungo periodo di lontananza avevo davvero capito cosa volesse dire l'espressione "mi manca come l'aria".
Era una sensazione quasi soffocante stare senza la persona a cui si vuole bene, non poterla toccare né soltanto passare del tempo insieme.
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Not an happy ending || L.S ||
RomanceUn lungo flashback raccontato dal protagonista di questa storia, Harry Styles. I suoi ricordi del periodo dove la sua vita cambiò drasticamente verranno finalmente portati alla luce. Ovvero quelli affianco di Louis Tomlinson, stilista di fama mond...