Aprii la porta e davanti a me riconobbi lo immediatamente.
Non saprei dire come, era la stessa sensazione di quando i nostri due sguardi si erano incrociati mesi fa per la prima volta.Era una scossa che si generava dentro di me quando gli stavo accanto.
Un qualcosa di inconfondibile, con la quale avrei potuto riconoscerlo tra mille altre persone.Infatti riconobbi il ragazzo del treno.
Io rimasi immediato a bocca aperta fissandolo, senza riuscire a pronunciare alcuna parola, mentre lui era intento a guardare il telefono che teneva in una mano ed invece con l'altra, sorreggeva una valigia abbastanza grossa rigida di colore rosso.
"Ehm ... ciao?" balbettai recuperando quel poco di coraggio che mi era rimasto, con l'intenzione di farmi notare e soprattutto rompere l'imbarazzo iniziale.
"Ciao El com... "
Alzò anche lui lo sguardo e sembrò sbalordito tanto quanto me quando mi vide.
Non sembrò riconoscermi e questo mi fece male, molto male a dir la verità.Voleva dire che io ero semplicemente stato una persona di passaggio, e non una che aveva lasciato il segno.
"Oops ... ma ma ma, ma tu non sei Eleanor! Ovvio che non sei lei...Cazzo ho sbagliato indirizzo -controllò freneticamente il telefono prima di continuare dopo una piccola pausa - ... sicuro che non viva nessuna Eleanor da te?"
"In questo appartamento intendi?"
Lui annuì.
"Ti posso assicurare che qua non è mai entrata nessuna Eleanor in questo appartamento e sono qua da almeno 6 mesi"
Non accennai minimamente che quello non era il mio appartamento ma quello del mio ragazzo.
Non volevo farlo allontanare ancora prima di conoscerlo sul serio.Mentre il ragazzo se ne stava per andarec smadonnando perché aveva probabilmente sbagliato indirizzo, lo bloccai afferrandolo per il braccio.
La mia presa però non fu così forte, e lui proseguì verso l'uscita senza accorgersi di nulla.
Cazzo cazzo! Dovevo fare qualcosa.
Mi guardai intorno, non c'era nessuno."Ehi aspetta! -dissi rincorrendolo per le scale- magari non hai sbagliato del tutto indirizzo... So che da poco si è trasferita una ragazza mora qua."
I suoi occhi si illuminarono. "Ah si?"
"Ehm... si. Aspetta che ti accompagno.
Credo che il suo appartamento si trovi al dodicesimo piano"Presi le chiavi di casa e chiusi la porta alle mie spalle per accompagnarlo sino all'appartamento della sua... fidanzata?
In ascensore lui era intendo a fissare il muro, alquanto imbarazzato dalla situazione ed io non riuscivo a non distogliere lo sguardo da lui.
Non riuscivo letteralmente a staccargli gli occhi di dosso.
Era come se fossi stato trattato da una calamita.Inoltre cercavo di cogliere ogni suo singolo movimento o espressione per capire qualcosa in più su di lui.
Il silenzio tra di noi durò fin quando non decisi di prendere in mano la situazione.
Volevo sapere di più su quel ragazzo e non potevo perdere tempo.
Nel giro di poco le porte dell'ascensore si sarebbero aperte e avrei buttato via così la mia possibilità di scambiare due parole con la persona che reputavo un segno del destino."Comunque, sono Harry Styles"
"Piacere sono Louis, Louis Tomlinson" disse protendendo la sua mano verso di me.In quel momento le porte dell'ascensore, come avevo precedentemente previsto, si aprirono e lo condussi verso la porta della sua amica.
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Not an happy ending || L.S ||
RomanceUn lungo flashback raccontato dal protagonista di questa storia, Harry Styles. I suoi ricordi del periodo dove la sua vita cambiò drasticamente verranno finalmente portati alla luce. Ovvero quelli affianco di Louis Tomlinson, stilista di fama mond...