18. La casa sull'albero

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Mi diressi nella sua direzione e, da bravo gentleman, mi aprì la porta dell'auto per farmi entrare.

"Allora che mi dici di bello?" Interruppe il moro quel silenzio che stava diventando abbastanza imbarazzante.

Entrambi non avevamo ancora parlato.
Entrambi ci sentivamo a disagio in quella situazione dal momento che, dopo aver vissuto insieme per una settimana, nessuno si era fatto più sentire.

"Mm?" risposi, non avendo sentito la domanda, troppo preso dai miei pensieri.

"L'uscita l'ha organizzata Niall vero?"

"Cosa? Come hai fatto a capirlo?" esclamai alzando lo sguardo sbalordito verso di lui.

"Si vede dalla tua faccia che non hai e non avevi molta voglia di vedermi..."

"Ehi ehi smettila di dire così.
Certo che avevo voglia di vederti ma non ti sei più fatto sentire e... pensavo che  tu non avessi più avuto voglia di vedermi." dissi stringendogli la mano.

"Anche tu non sei da meno! Cosa ti costava un messaggio?"

"Touché...siamo entrambi dalla parte del torto, quindi smettiamola di giocare allo scarica barile e godiamoci la serata. Va bene? Non ho molta voglia di litigare in questo momento"

" ... hai ragione, Harold!" disse con un piccolo sorrisetto sul viso.

La situazione si stava sistemando, fortunatamente.

Non avrei potuto tenere il broncio a quel ragazzo in fronte a me ancora per molto tempo.

Arrivammo nel locale, fummo accompagnati al nostro tavolo prenotato ed in poche ore riuscimmo a recuperare il rapporto delle settimane precedenti.

Entrambi non riuscimmo a prestare molta attenzione al contesto.
Non stavamo nella pelle di ritrovare il contatto tra i nostri due corpi, che si desideravano bramosamente.

Dopo neanche un'ora, uscimmo dal locale diretti verso casa mia.

Durante il tragitto era quasi impossibile riuscire a staccarci gli occhi e le labbra di dosso.
Mentre guidava gli diedi dei leggeri baci sul collo, mentre feci scivolare le mani sulle sue cosce e sul suo cavallo dei pantaloni.

Arrivato sotto casa, Louis mi aprì la porta e mi prese di peso in braccio, per poi salire sino al mio appartamento senza mai smettere di baciarmi un attimo.

Io nel frattempo ebbi l'occasione di tastare i muscoli delle sue braccia.
Fortuna che era lui a tenermi in braccio perché avrei fatto fatica a reggermi in piedi dopo aver sentito i suoi bicipiti in tensione!

Prima di entrare in casa notai che lo zerbino era leggermente rialzato. Strano.

Sollevai un lembo dello zerbino ed ecco una busta.
Cazzo!
La aprii senza farmi vedere troppo da Louis e al suo interno c'era...un fiammifero?

Pensavo che lo stalker se ne fosse andato.
Ma evidentemente mi sbagliavo.

Inoltre, al problema del mio stalker, si aggiunse Louis, che vedendo il mio viso preoccupato, mi domandò in apprensione "Harry che succede?"

Questa volta sarei stato obbligato a spiegargli tutto perché ero sicuro che non avrebbe accettato un mio solito "nulla" come risposta.

Quando finii di raccontagli la storia, lui mi fissò per un po', con quei suoi occhi vitrei che mi fecero quasi sentire in colpa di non avergliene parlato prima.

"Perché non me ne hai parlato prima? Sarebbe potuto succederti qualcosa di davvero grave. Anche se non eravamo più legati come prima mi sarei comunque preso cura di te come tu hai fatto con me quando sono stato male"

Not an happy ending || L.S ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora