33. Ti prego non lasciarmi

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"Okay, quando partiamo?" esclamai eccitato all'idea di passare un po' di tempo insieme, lontani da tutto e tutti.

A questa mia domanda gli occhi di Louis si illuminarono di una luce strana.
Era come se avessi accettato di sposarlo.

Sembrava allo stesso tempo voler dire "ti amo"? Probabilmente ero solo io che stavo sognando ad occhi aperti, come al solito d'altronde.

Andiamo come si fa a capire una cosa così importante solo da uno sguardo?
Ridicolo Harry Edward Styles, sei davvero ridicolo.
Tipo una di quelle ragazzine adolescenti in preda agli ormoni, che fraintende anche un singolo battito di ciglia.

Eppure con gli occhi, Louis riusciva sempre a dirmi tanto, quello che magari si vergognava di dire a voce o di cui aveva paura di un mio giudizio.
Era sempre stato una persona troppo orgogliosa, voleva apparire grande e coraggioso ma al primo segno d'affetto si scioglieva come un pupazzo di neve davanti ad un bel focolaio.

"Sappi che te ne sono eternamente grato! Farò in modo che nessuno ti faccia del male ..., devo solo installare qualche telecamera ... ma tranquillo!
Farò due chiamate veloci domani mattina e... devo sistemare anche le mensole un po' ballerine che beh, ecco, ..." continuò a farfugliare freneticamente insieme ad altre frasi sconnesse, come se io in quel momento non ci fossi.

Per interrompere il suo flusso di coscienza feci una cosa, forse l'unica, che era in grado di zittirlo: ovvero baciarlo.

Gli saltai addosso incurante del tavolo al centro della stanza e del cartone della pizza rimasto sul pavimento.
Iniziai a baciarlo ripetutamente e molteplici volte sul collo, sulla guancia, sulla fronte.
Insomma, ovunque tranne che sulle labbra.

Vedendo Louis implorante di avere un contatto diretto -e soprattutto immediato- tra le nostre bocche, lo accontentai, stampandogli un leggero bacio sulle labbra.

Il moro non esitò a ricambiare e chiese accesso nella mia bocca con la sua lingua, alla quale feci subito posto, cosicché potessero danzare all'unisono cullate dai nostri respiri, sempre più bramosi e vogliosi di ricevere maggior contatto fisico uno dall'altro.

Proprio per questo l'atmosfera in poco tempo si scaldò e buttai a terra, senza neanche chiedere il permesso a Louis, tutti i vestiti che aveva addosso, tranne l'intimo.

Al contrario, lui mi lasciò a petto nudo ma ancora con addosso i miei skinny jeans.

Si staccò leggermente dalle mie labbra, per poi prendermi a cavalcioni in braccio e portami nella camera da letto, posto sicuramente più comodo del pavimento per proseguire con ciò che stavamo per fare.
Mi fece distendere e piano piano scese con i suoi baci lenti, dalla guancia passando per le clavicole, i pettorali, soffermandosi leggermente sui capezzoli e succhiandoli.

Ciò mi provocò gemiti sempre più forti che a stento riuscii a soffocare.

In seguito, mentre le sue labbra erano ancora ferme sulla parte alta del mio addome, le sue mani scesero sempre più lentamente sul mio corpo, facendo fremere ogni singolo muscolo, incluso quello ancora intrappolato nei mie pantaloni.

Era letteralmente una tortura!

Prima mi baciò gli addominali, con la lingua tracciò il segno della mia V inguinale ben marcata, per poi scendere al cavallo dei miei pantaloni, aumentando leggermente la stretta della sua mano, che aveva portato sempre più giù.

Abbassò la testa sino ad arrivare davanti al mio membro, visibilmente già eretto ed intrappolato in quel tessuto che si era fatto troppo stretto in quel momento.

Mentre con le mani risalì, massaggiandomi e toccandomi i capezzoli, mandandomi fuori di testa, con i denti tirò giù la cerniera dei pantaloni.

Il tutto senza mai staccare gli occhi dai miei. Pretendeva un contatto visivo.

Era veramente troppo per me per mantenere il controllo.

Con lui non riuscivo a controllarmi o a darmi un contegno, soprattutto in situazioni del genere.

Quando mi sflilò pantaloni e boxer allo stesso tempo iniziò a massaggiarmi lentamente il mio membro già eretto in tutta la sua lunghezza, mentre con la bocca si soffermò sulla punta, baciandola e succhiandola leggermente.

"Mh..." gemetti quando il ritmo della sua mano si fece più veloce.

Dopo poche pompate venni nella sua mano copiosamente, solo dopo aver urlato il suo nome più volte, noncurante dell'ora e dei vicini che avrebbero potuto sentirci.

Louis si bagnò leggermente le dita con il mio sperma e, con il suo sguardo incollato al mio, le leccò bene prima di infilarle dentro di me.

"Gemi per me Hazz" mi sussurrò all'orecchio continuando a muovere avanti ed indietro le sue dita, prima due per poi passare a tre.

Inarcai la schiena facendo scontrare il suo membro contro il mio scoperto, provocandogli inevitabilmente un leggero sussulto e buttai la testa all'indietro, sentendo vicino il secondo orgasmo della serata.

Quando venni per la seconda volta sul suo petto, Louis sfilò le sue dita e ne approfittai per capovolgere la situazione, ponendomi io sopra di lui.

"Cosa hai intenzione di fare, piccolino?" scherzò il moro solo dopo aver tolto lo sguardo dai nostri due peni, uno contro l'altro.

Mi avvicinai leggermente al suo orecchio e sussurrai "farti godere come mai nessuno ha fatto prima"

Quelle parole probabilmente accesero la miccia che fece esplodere il fuoco che aveva dentro Louis, dal momento che iniziò a baciarmi con sempre più foga, tanto da togliermi il fiato appena finii di parlargli.

Gli tolsi i boxer mentre non staccai, neanche un secondo, la mia bocca dalla sua e presi a pompare il suo pene già duro.

Non fu difficile venire in poco tempo con una sola sega, dal momento che era eccitato già dall'inizio della serata ed aspettava solo quel momento.

Dopo che venne presi il suo membro in bocca per finire ciò che avevo iniziato.

Iniziai a succhiare leggermente la punta, che lo fece sprofondare con la testa all'indietro, segno che avevo centrato il punto giusto.

Massaggiai la parte restante mentre Louis implorante mi chiedeva di finire quella tortura il più velocemente possibile.

In seguito lo presi interamente in bocca, in tutta la sua lunghezza.

Venne come previsto una seconda volta ed ingoiai tutto il suo liquido seminale, senza neanche farmelo chiedere.

Quando mi coricai, sfinito accanto al suo corpo, appoggiai la testa sul suo petto mentre Louis mi accarezzò i capelli e la fronte.

"Obbiettivo raggiunto comunque" mi disse prima di lasciarmi un casto bacio sulle labbra.

Louis era già mezzo addormentato quando alzai lo sguardo per guardarlo ancora un'ultima volta prima di andare a dormire e prima di sussurrare "ti prego non andartene mai da me".

Con il ritmo del suo cuore accanto al mio orecchio, fui cullato finalmente nelle braccia di Morfeo dopo un lunga e ricca giornata, piena di emozioni.

Nonostante non avessimo fatto sesso, quella serie di preliminari era stata abbastanza da farmi capire quanto quel piccolino era in grado di mandarmi fuori di testa.
Poco importava se i nostri corpi non erano entrati in contatto diretto come le altre volte, poiché era presente l'affetto e l'amore comunque, e questo mi bastava.

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Ecco un nuovo capitolo!
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Alla prossima con un nuovo capitolo,
-Alessia

Not an happy ending || L.S ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora