I giorni passarono ed io rimasi a casa di Even.
Le cose tra di noi si stavano piano piano concretizzando perché dopo quella sera era cambiato tutto.
Ci eravamo avvicinati tantissimo e sembravamo esser tornati alla coppia di un tempo.
Perfetta e felice. Senza troppi drammi intorno.Anche se ogni cosa andava a rilento, non volevamo andare di fretta e rovinare tutto come l'ultima volta.
Volevamo scoprirci giorno dopo giorno, così che alla fine non diventasse tutto monotono.
Even trascorreva la maggior parte del tempo in giro per il mondo a causa del suo lavoro, aveva sempre qualche meeting organizzato all'ultimo momento e lo trovavo sempre a parlare al telefono poiché era il responsabile delle vendite e di marketing di una delle aziende più grosse nel Regno Unito, la I.N.C. Company, la quale si occupava di vendere strumenti altamente sofisticati e tecnologici per le aziende o per i privati.
Ecco perché casa sua era così tanto all'avanguardia.Io, d'altra parte, non avendo un granché da fare, durante i suoi lunghi viaggi pulivo casa, cucinavo, mi occupavo del suo "cagnolino" Ash -si fa per dire perché era un pastore maremmano marrone più grosso di me- e facevo delle lunghe passeggiate in giro per la città, scoprendola a poco a poco nei suoi vicoli nascosti.
Il quartiere che mi rimase più a cuore, del quale non potevo non visitare i suoi originali e particolari negozi almeno una volta a settimana, era Cadmen Town e ne approfittavo per girare anche per il vicino quartiere Notting Hill, famoso per l"omonimo film.
Quando Even mi portò per la prima volta in questi posti, rimasi affascinato dai colori, dalle persone di diverse religioni, sessi, luoghi di provenienza, usi e costumi che nonostante ciò, vivevano insieme in perfetta armonia come se le loro differenze quasi non esistessero.
Tutt'altro scenario rispetto alla mia vecchia cittadina.Invece Notting Hill riuscì a catturare la mia attenzione per le case eleganti e raffinate a schiera, che si differenziavano l'un l'altra per i colori vivaci delle facciate.
Nonostante fossero entrambi parecchio distanti da casa ciò non mi dispiaceva, anche perché dentro di me, era presente un piccolo lume di speranza di incontrare di lì a poco di nuovo quel ragazzo.
Londra era davvero una città da scoprire.
Non solo per quanto riguarda i posti più famosi ma anche le piccole vie, spesso dimenticate che la costituivano, e dei sottoborghi.
La magia che si respirava in quella città era un qualcosa di inspiegabile, ogni cosa era in grado di lasciarti a bocca aperta.
Era una città da vivere sino all'ultimo respiro.La mia lontananza da casa, che prima era durata solo pochi mesi, ora si stava prolungando sino a raggiungere quasi un anno e ciò non fece che aumentare la sensazione di mancanza da parte di mia madre.
Da Homles Chapel, infatti, ricevevo sempre chiamate da parte di mia madre che era in pensiero per me.
Io ogni volta cercavo di tranquillizzarla, dal momento che ero sano, vivo e vegeto e a Londra si trovava anche Gemma se avessi avuto bisogno di qualcuno.Lei allora si tranquillizzava, anche se sapevo che ogni giorno andava nella mia cameretta e spolverava tutti i mobili ed i libri, ancora sparpagliati alla rinfusa.
Senza però toccare nulla della mia roba.
Perché era come se "fossi ancora qui con me a casa tesoro" mi confessava qualche volta al telefono o nelle interminabili chiamate via Skype.Il mio atteggiamento nei confronti di mia madre forse era stato troppo egoista, ma giustificato dall'età, penso.
In quel momento non sapevo cosa stava affrontando mia madre a casa, non avevo lontanamente idea che stava combattendo una battaglia tutta da sola, con i suoi due unici figli così lontano da casa.Lei ovviamente per non farmi preoccupare non mi disse nulla, e penso sia una delle cose che non le perdonerò mai perché se avessi saputo, sarei corso in suo aiuto all'istante, abbandonando anche il mio più grande sogno.
Ciò che accadde veramente lo scoprii solo dopo qualche anno.
Erano trascorsi almeno 7 mesi da quanto mi ero trasferito a Londra e 2 da quando avevo iniziato la mia relazione con Even, anche se forse non era mai del tutto finita ai tempi del liceo.
Malgrado la mia lunga permanenza, non avevo ancora mai incontrato Gemma, troppo occupata con i suoi studi universitari e con il suo fidanzato storico.
Per questo, mentre il mio fidanzato-fottutamente-perfetto Even era al lavoro ed io stravaccato sul divano, decisi di mandarle un messaggio.
Dopotutto era quasi un anno e mezzo che non ci vedevamo (cioè da quando era andata via di casa) per prendere qualcosa da bere, se non durante le feste."Hei Gemm"
"Oh ciao Harry come va? Come va soprattutto con QUEL GNOCCO DEL TUO FIDANZATO?" mi rispose lei dopo qualche minuto.
"Ma tu come fai a saperlo scusa?"
"Ooooh Harold, si da il caso che pure io ho i social network e vedo tutte le foto che metti sui tuoi profili. Per non parlare delle cose che scrivi su Twitter..."Immediatamente mi ricordai delle foto sul mio profilo Instagram.
Cazzo.
Alcune non erano per nulla caste, ma non avevo dato troppo peso ai contenuti di quelle foto, o almeno non pensavo che mia fosse tra i miei seguaci.Mi un senso di disgusto al solo pensiero che mia sorella le avesse viste.
"Ah ecco...Farti i cazzi tuoi mai eh? Comunque si tutto bene, si sta a bene qua a Londra. Anzi benissimo.
Tu?"
"Oh sono felice che vada tutto bene ... io? alla grande ma per spiegarti meglio dobbiamo vederci. Ho una super novità!"
"È un qualcosa di grave? Tipo che hai deciso di abbandonare la scuola e ti prendi un anno di vacanza? Oppure che sei rimasta incinta? Cioè a me non andrebbe male diventare zio, amo i bambini, quelle belle tutine colorate, oh potrei giocare con lei se fosse una femmina con le bambole"Ero già tutto elettrizzato all'idea.
Ovviamente mia sorella era davvero troppo giovane per avere un figlio, aveva solo 25 anni. Ma non sarebbe stato male diventare zio, un piccolo grillo parlante per il mio futuro nipotino con il quale avrebbe potuto confidarsi."Hazz smettila! Per ora però non posso dirti nulla haha"
"DAI DAI DAI DAI DAIII"
"Haha mi spiace ma dovrai aspettare..."
"Aspettare? Non riesco neanche ad aspettare che arrivi il mattino del giorno di Natale per scartare tutto insieme i regali"Una cosa che mi logorava dentro peggio della fame probabilmente era la curiosità.
Ovunque andassi dovevo ficcare il naso nelle faccende altrui."Sei proprio sempre il solito bambino di 10 anni fa! Facciamo domani pomeriggio?"
"Mmh okay. Mi farò trovare vicino al tuo appartamento alle 17. Mandami l'indirizzo."
"A domani allora"
"A domani stronzetta"Immediatamente dopo esser uscito dalla chat con mia sorella, andai a rimuovere qualche foto indecente sui miei social, fin quando non sentii bussare alla porta.
Inizialmente ignorai il rumore. Even era al lavoro, tutto il personale era stato congedato qualche ora prima e non aspettavo nessuna visita.
Dopo qualche minuto divenne veramente insistente, cosicché fui costretto ad alzarmi dal divano spazientito e andare a vedere chi fosse.
Ma chi poteva essere alle 11 di sera?
Mi diressi verso la porta e quando la privi rimasi sotto shock.
• • • • •
Heii.
Che ne pensate della storia sino a questo punto?
Chi pensate che sia la persona insistente che bussa alla porta?Per scoprirlo però dovrete aspettare sino al prossimo aggiornamento.
Sino a quel momento buona lettura e fatemi sapere che ne pensate della storia commentando o lasciando una stellina!
-Alessia
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Not an happy ending || L.S ||
RomanceUn lungo flashback raccontato dal protagonista di questa storia, Harry Styles. I suoi ricordi del periodo dove la sua vita cambiò drasticamente verranno finalmente portati alla luce. Ovvero quelli affianco di Louis Tomlinson, stilista di fama mond...