Capitolo 7

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David's POV
Quella ragazza mi ha stravolto, è così bella, ma allo stesso tempo testarda. Io so che anche lei mi vuole, lo leggo nei suoi occhi, quando arrossisce, quando vorrebbe scappare da me. Ma io la conquisterò!

Oggi è un altro giorno e come tutte le mattine mi alzo e preparo il caffè, mentre si scalda, vado a farmi una doccia veloce. L'acqua calda mi scende sul corpo e mi rilassa, ripenso a lei, al suo corpo così sexy, al suo sorriso...la desidero più di ogni altra cosa al mondo, presto la porterò qui, voglio assaporare di nuovo le sue labbra e impossessarmi del suo corpo.
Quando finisco, mi metto un asciugamano in vita, rimanendo a petto nudo. Scendo di sotto e bevo il mio caffè, dopodiché ritorno in bagno ad asciugarmi i capelli.
Indosso una camicia blu e un pantalone nero abbastanza elegante, voglio farla cadere ai miei piedi.

Presa la mia valigetta e le chiavi, mi dirigo alla macchina e raggiungo la scuola in meno di 10 minuti.
La prima ora ce l'ho libera, perciò posso concentrarmi sui compiti per i ragazzi.

La campanella della seconda ora mi risveglia dalle mie faccende, mi avvio verso la classe di Margaret, stamattina non l'ho ancora vista, ma sicuramente ora sarà seduta davanti con il viso imbarazzato per il mio arrivo, sorrido e apro la porta.
«Buongiorno ragazzi, sedetevi pure» non c'è, il suo banco è l'unico vuoto, affianco al suo banco c'è la sua amica che scrive qualcosa al cellulare, così decido di richiamarla per vedere se mi dice qualcosa della sua assenza.
«Signorina Miller, è appena cominciata la seconda ora, non siamo all'intervallo» la riprendo.
«Mi scusi, professor Collins, ora lo spengo» e finisce così, senza dirmi niente. Cosa le sarà successo? Non posso sopportare una giornata intera senza vederla!

Oggi non avevo voglia di spiegare la lezione, perciò ho assegnato ai ragazzi di fare un tema a scelta, così posso stare tranquillo.
Non mi accorgo neanche che è da mezz'ora che sto fissando il banco di Margaret, infatti Lily se ne accorge e mi chiama.
«Sì, Lily? Vuoi sapere il significato di qualche parola?» dico io sviando l'argomento di cui potrebbe parlarmi.
«Nono...in realtà volevo chiederle perché sta fissando il banco di Margaret» dice sottovoce. Arrossisco, ma non si può fare gli affari suoi!
«Miller, non fare domande inopportune, e continua il tema che tra poco dovete consegnare» dico scocciato.
Lei abbassa la testa e continua a scrivere, menomale.

Alla fine dell'ora, tutti consegnano il tema ed escono.

Tre ore sono passate, ma lentamente, non vedevo l'ora di uscire da questo posto.
Quando mi dirigo verso la mia macchina mi viene in mente un idea. Perché non posso andare a trovare Margaret, così mi tolgo tutti i dubbi e sapere come sta. L'idea di vederla mi eccita, così salgo in macchina e prima di dirigermi a casa sua passo in una pasticceria e prendo un vassoio con pasticcini vari, sicuramente le piaceranno.
Grazie al registro scolastico ho potuto vedere in che via abitava e dopo 15 minuti arrivo davanti la sua casa. È abbastanza grande e a due piani. Mi faccio coraggio e scendo, mi avvicino al cancello e suono il campanello con il nome Thompson Family.

Margaret's POV
Oggi non sono voluta andare a scuola, non volevo vederlo, dopo quello che è successo, non riesco più a guardarlo negli occhi, ho paura, però non posso rimanere a casa per tre mesi, prima o poi lo dovrò affrontare e fargli capire che non posso essere la sua ragazza.
A un certo punto qualcuno suona alla porta. Mio fratello è a lavoro, è ancora molto presto per il suo rientro, mia mamma idem, magari sarà Lily che è venuta a trovarmi dato che non gli ho risposto ai messaggi di stamattina.
Afferro il citofono e chiedo chi è, dall'altra parte si sente: «Ciao Margaret...sono David...come stai?» sbianco al suono della sua voce, cosa ci fa qui? E come fa a sapere dove abito? È un stalker! Così con la mano tremante apro la porta. È bellissimo, ha un sorriso stupendo e gli occhi luminosi e porta in mano una scatola. Lo faccio entrare.
«Cosa...ci fai...qui?» dico arrossendo.
«Oggi non sei venuta a scuola, stai male? Comunque ti ho portato dei pasticcini, spero ti piacciono» mi porge la scatola, la apro e trovo una varietà infinita di pasticcini, da quelli alla frutta, a quelli con la crema e poi quelli al cioccolato, che sono i miei preferiti.
«Grazie, ma non c'era bisogno...comunque no...sto bene» dico io prendendo un pasticcino e mangiandolo.
«Allora perché non sei venuta a scuola?» è ritornato serio, non so cosa dirgli...
«Avevo una visita...» mento.
«D'accordo...» sta sorridendo, non capisco perché. A un certo punto, si avvicina lentamente e con una mano mi sfiora l'angolo della bocca «ti sei sporcata» dice con tono sexy, mi sto letteralmente sciogliendo, vorrei scansarlo ma non ci riesco, rimango immobile.
Si avvicina sempre di più e mi lascia un leggero bacio proprio in quel punto, dopo si sposta lasciando una scia di baci umidi e caldi sulla mascella, poi dietro l'orecchio e infine sul collo, lo sento succhiare, poi si stacca e ritorna a guardarmi «non immagini quanto ti desidero» sussurra mentre si avvicina alle mie labbra. Ora basta, devo reagire!
Mi scanso subito e mi alzo andando verso la cucina.
«Perché mi eviti? Lo sai benissimo che non resisti ai miei baci!» sta urlando. Rimango girata di spalle, sta dicendo la verità ma per orgoglio lo sto negando, mi viene da piangere.
Lo sento alzarsi dal divano e venirmi incontro, sento le sue mani avvolgermi la vita e stringermi forte. Amo stare tra le sue braccia, mi mette protezione. A quel punto le lacrime cominciano a scendere sul mio viso e  faccio uscire un singhiozzo.
Lui se ne accorge e mi gira.
«Margaret, io non ti farei mai del male, devi fidarti di me...io...comincio a provare qualcosa di forte per te» non riesco a credere alle sue parole, ma forse anche io sto iniziando a provare qualcosa per lui.
Così prendo io l'iniziativa e mi fiondo sulle sue labbra, lui approfondisce il bacio rendendolo più passionale, io ho le dita intrecciate sui suoi morbidi capelli e lui mi stringe i fianchi così che i nostri corpi aderiscono alla perfezione. Sento mille brividi lungo la schiena e il mio cuore sta facendo le giravolte. Non provavo queste emozioni nemmeno con Andy.
Ci stacchiamo ormai senza fiato «Ora devo andare, se potessi rimarrei qui all'infinito. Domani vieni a scuola ti prego» mi supplica stringendo le mie mani.
«Farò il possibile...ora vai, tra poco arriva mio fratello» lo accompagno alla porta, lui mi lascia un veloce bacio sulle labbra e se ne va.

So che non stiamo ancora insieme, ma se dovesse succedere, come faremo? Non possiamo ogni volta vederci di nascosto, io voglio essere libera di poter passeggiare mano nella mano con lui, ma tutto questo è sbagliato, sarà un amore impossibile.

Quel supplente che mi ha stravoltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora