Capitolo 39

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Quel profumo intenso che non potrei mai dimenticare, quello che mi ricorda tanto la persona che ho amato con tutta me stessa, quello che circonda tutto ciò che ha a che fare con lui, mi fa svegliare da quel lungo sonno. Apro leggermente gli occhi e vedo la camera da letto di David, il suo grande armadio a specchio, la poltrona pieni di vestiti buttati, le lenzuola stropicciate, mi metto seduta e guardandomi allo specchio mi accorgo di essere nuda, i miei vestiti sono per terra, cerco di ricordare quello che è successo stanotte ma non ricordo nulla, che strano, eppure mi ricordo di non aver bevuto, a quel pensiero sorrido, ho il cuore a mille, sono pazza di lui, mi alzo velocemente, indosso la sua enorme camicia e scendo di sotto dall'uomo della mia vita.
In cucina non c'è, vado in salotto ma non si trova nemmeno lì, allora sarà in bagno, ma niente, forse è uscito un attimo, in quel momento mi arriva un messaggio sul telefono, è lui, c'è scritto "Sei stata la donna che ho amato più di chiunque altra, hai rapito il mio cuore dal primo giorno in cui ho incrociato il tuo sguardo innocente, mi hai regalato emozioni infinite, la nostra storia è stata una favola, anche se abbiamo dovuto affrontare tanti problemi, ma alla fine siamo sempre riusciti a superarli. Non sono mai stato così innamorato di una donna come lo sono stato con te. Ti amo e ti amerò sempre Margaret, ma purtroppo devo andarmene in Francia per seguire degli importanti corsi sulla letteratura latina, non posso assolutamente perdermeli. Questi corsi durano 2 anni, perciò mi trasferirò lì.
Non voglio farti soffrire a causa della distanza, quindi è giusto che la nostra relazione finisca, ti auguro tutto il meglio del mondo, meriti una persona che ti stia sempre affianco, sei una donna stupenda, ricordatelo. Ti amo. Tuo David".
Il mio cuore si è spezzato in mille pezzettini, la mia anima è morta e gli occhi sono colmi di lacrime che scendono una dietro l'altra sul mio viso. Non posso credere che se ne sia andato per sempre, non posso credere che mi abbia lasciata qui da sola, sul suo letto, con i vestiti per terra dopo una notte d'amore. Mi accascio a terra  e cado nello sconforto più triste che possa esistere, a forza di piangere mi manca il respiro, le mie gambe nude sul pavimento ghiacciato assumono la pelle d'oca, la sua camicia con ancora il suo profumo impregnato ora è zuppa delle mie lacrime, ora è tutto finito, la mia vita è finita.

Apro di scatto gli occhi, ho il cuore in gola, sto tremando e sudando, mi guardo intorno e vedo la mia camera, addosso ho il mio pigiama con i coniglietti, accendo il telefono, sono le 10:15 e c'è un messaggio di David, l'ansia mi assale, ti prego, non dirmi che è quello che penso... "Margaret, dove ti sei cacciata? Dobbiamo fare ripetizioni! Sbrigati a venire", tiro un sospiro di sollievo, allora era tutto un sogno, anzi era l'incubo peggiore che potessi mai fare, credevo che fosse finita veramente, spero di non farli mai più questi sogni orribili.
Mi alzo e corro in bagno a lavarmi il viso, dopo di che mi vesto velocemente ed esco di casa.
Mentre corro verso la casa di David, mi sale la paura di non trovarlo in casa, così corro più forte per raggiungerla in fretta.
Arrivo col fiatone, non sento più le gambe, suono il campanello e quando mi apre mi fiondo tra le sue braccia, ho assolutamente bisogno di un suo abbraccio, all'inizio esita ma dopo si scioglie e mi stringe forte, mi mancava sprofondare nei suoi abbracci, pensavo che non lo avrei mai più abbracciato, ma invece è qui, e non mi abbandonerà mai.
«È un modo per chiedere scusa per il ritardo?» dice staccandosi e facendomi entrare.
«Io...non ho sentito la sveglia, scusami» rispondo agitata.
«Tranquilla, infondo è sabato, dai cominciamo» lo seguo e mi accomodo nella sua poltrona.
Iniziò a spiegarmi un nuovo argomento, ma di tutto quello che disse non sentii neanche una parola, continuo a pensare a quel sogno, ho paura che un giorno mi lascerà, devo essere sicura di questo, mi giro verso di lui e gli prendo le mani.
«David, tu non te ne andrai vero? Non mi lascerai da sola?» nei suoi occhi vedo la preoccupazione.
«No Margaret, qualunque cosa accada, ti starò sempre accanto, non ti preoccupare» quelle parole mi diedero pace e tutti i dubbi svanirono, sapevo di potermi fidare di lui.
Finimmo gli esercizi prima di pranzo, lo ringraziai e tornai a casa.

Alle 2 del pomeriggio, mentre guardavo la mia serie tv preferita, suonano alla porta, vado ad aprire e mi trovo davanti Jeremy.
«Oh, ciao amore...entra dentro» lo prendo per mano e lo faccio accomodare sul divano.
«Vuoi dirmi che succede? A mala pena rispondi ai messaggi e per di più hai rifiutato la gita a Malibu» dice serio.
«In questi giorni ho molto da studiare, te l'ho detto...scusami» gli dico una mezza verità.
«Ho sentito che stai facendo ripetizioni...è bravo questo professore?» merda, spero che non sappia che sia lui.
«Come tutti gli altri...ma ora basta parlare di scuola, ti va un pezzo di torta che ho preparato l'altro ieri?» svio l'argomento.
«D'accordo...» dice poco convinto, mi dirigo in cucina e taglio due fette di torta al cioccolato e in due bicchieri metto della limonata, prendo un vassoio e ritorno in salotto.
Gli raccontai della nascita di Tim, ne fu felice anche se si vedeva che c'era qualcosa che non andava, come se non si fidasse di me, non voglio che il nostro rapporto si complichi, ci tengo molto a lui, mi ha fatto vivere giorni stupendi, mi ha fatto rivivere l'adolescenza, sì, è vero che con David è tutto diverso, con lui mi comporto più da donna, ma comunque mi piace stare insieme con entrambi...anche se all'insaputa di Jeremy.

Quel supplente che mi ha stravoltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora