Capitolo 26

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I giorni passavano velocemente e io cominciavo a riprendermi da quello che era successo con David, ora mi sento meglio e cerco di divertirmi il più possibile senza pensarlo. Nel petto ho ancora quel vuoto incolmabile che mi ha lasciato, ma devo trovare il modo di riempirlo con un'altra persona che mi ama davvero.

Ora mi trovo alla Starbucks a bere una buona cioccolata calda, tengo lo sguardo fisso nella tazza e continuo a pensare a lui. È impossibile dimenticare una persona che mi ha provocato mille emozioni, l'ho amato tantissimo e lo amo tutt'ora.
Sbuffo e bevuto l'ultimo sorso di cioccolata mi alzo e vado alla cassa.
«2,29 dollari signorina» dice la cassiera. Apro la borsetta ma non trovo il portafoglio, strano ero sicura di averlo preso...uffa e adesso come faccio a pagare la cioccolata!
«Tenga, grazie e arrivederci» sento una voce maschile al mio fianco e una mano porgere i soldi alla cassiera, mi giro e per un momento mi sembrava di aver visto David, si gira e mi sorride, sento il mio cuore accelerare, dalla voce non sembrava lui ma ora che lo vedo posso dire che è lui, lo riconoscerei tra mille. Stropiccio gli occhi, magari sto solo sognando ma quando li riapro vedo un uomo alto, magro capelli biondo scuro e occhi di un verde chiaro, è quasi la fotocopia di David, ha lo stesso sorriso, i lineamenti del viso sono un po più delicati, e le spalle sono meno possenti rispetto a quelle di David, cavoli ogni persona che incontro mi riporta a lui.
«Grazie D...grazie mille...davvero, la ripagherò» mi correggo diventando tutta rossa.
«Oh, non c'è bisogno, mi basta solo sapere a chi ho fatto il piacere di pagare la cioccolata» dice in modo vanitoso.
«Margaret, piacere» gli tendo la mano.
«Jeremy» menomale che non si chiama David.
«Ti va di fare una passeggiata? Oggi è proprio una bella giornata» vorrei dirgli di no, potrebbe essere un maniaco, ma infondo è stato gentile e soprattutto mi sembra di stare con David. Accetto e usciamo dal bar.
«Dimmi un po, sei di queste parti?» mi domanda guardandomi negli occhi. È tutto così assurdo, sembra di ritornare a quando tutto è cominciato, sto rivivendo ogni scena, ogni suo sorriso, ogni suo sguardo, ogni suo bacio, ogni suo tocco sulla mia pelle. Una lacrima mi scende sul viso ma la scaccio via subito.
«Ehi, va tutto bene?» si avvicina pericolosamente al mio viso, mi allontano.
«Si si, sto bene...comunque si abito qui e tu?» cerco di non mostrare il mio dolore.
«Io abito a New York, ma sono originario di Los Angeles» a quel punto vedo il mondo girarmi attorno e svengo tra le sue braccia.

Bip, bip, bip... Un suono insistente mi fa aprire gli occhi, vedo tutto sfocato ma poi la mia vista comincia a focalizzare e ai miei occhi appare il mio angelo custode.
«David» sussurro, il suo viso assume un'espressione seria, poi fa un sorriso sghembo.
«No, sono Jeremy, come stai?» si avvicina un po di più e noto il colore verde degli occhi, faccio mente locale e mi ricordo dell'uomo identico a David che mi pagò la cioccolata, ma per quale motivo mi trovo in un ospedale?
«Perché sono qui?» cerco di alzarmi ma mi blocca.
«Stavamo passeggiando e all'improvviso sei svenuta» è vero, ripensare a tutti i momenti passati con David mi hanno indebolito e sono svenuta.
A quel punto entra un dottore e fa uscire Jeremy.
«Salve signorina, come si sente?»
«Molto meglio, grazie, quando posso ritornare a casa?»
«Oggi stesso, quando avrà finito di sbrigarsi la aspettiamo nel mio studio qui affianco per le carte di dimissioni» mi sorride ed esce dalla stanza.
Mi alzo dal letto e lavato il viso e aggiustati i capelli esco e mi dirigo dal dottore. Dentro c'è un'infermiera che mi fa accomodare davanti la scrivania. Dopo poco arriva il dottore di prima.
«Allora Margaret, abbiamo fatto dei controlli e abbiamo scoperto la causa del tuo collasso... lei è incinta» a quella parola sbianco, non ci posso credere, davvero dentro di me sta crescendo una creaturina? Oh, mio dio.
«Capisco...la ringrazio, arrivederci» ed esco da quella stanza scioccata dalla notizia. Non ho mai pensato al mio futuro da mamma, ma ora, a 18 anni con un bimbo in grembo mi spaventa, non so se sarò capace di accudirlo, non sono ancora pronta. Guardo la mia pancia e l'accarezzo, mi sento così diversa.
Jeremy mi raggiunge e mi chiede se stavo bene. Ovviamente non gli dissi niente e mi feci accompagnare a casa.

Decisi di chiamare Lily e dirgli tutto, voglio che mi stia vicino durante la gravidanza, perché purtroppo David non ci sarà. È brutto sapere che mio figlio non avrà suo padre vicino, ma prima che nasca dovrò dirglielo e se vorrà vederlo bene, sennò pazienza, io non abbandonerò mai mio figlio.

«Ciao Marghy, come stai?» mi domanda felice Lily.
«Amica mia, devo darti una notizia» dico elettrizzata.
«Dimmi»
«Sono incinta» sento silenzio.
«Non sei felice per me?» domando un po dispiaciuta, mi sarei aspettata che urlasse di gioia, ma invece è rimasta zitta.
«Ecco...sei sicura che sia di David il bambino?» a quella domanda mi sento mancare il respiro, mi ero completamente dimenticata di quella notte a Miami, merda, non può essere! Non sono incinta di Andy!
«Oh, mio dio Lily devo assolutamente abortire, non voglio il figlio di Andy!» dico piangendo e chiudo la chiamata.
Devo andare in ospedale, subito, non voglio avere un bambino da Andy.
Mi precipito fuori di casa, prendo la macchina e raggiungo l'ospedale.

Quando arrivo chiedo al punto informazioni se posso prendere un appuntamento con il dottore che mi ha visitato.
«Signorina, oggi non è possibile, le possiamo dare un appuntamento per il mese prossimo» ma è scema? Mi serve ora!
«Senta signora, è urgente, devo vederlo!» a quel punto lo vedo camminare con il caffè in mano.
«Dottore, la prego deve aiutarmi!» lo supplico.
«Signorina Thompson, che succede?»
«Possiamo parlare in privato?» domando agitata. Lui ci pensa un attimo, poi mi porta nel suo studio.
«Che cosa posso fare per lei?» dice sedendosi sulla grande sedia di pelle nera.
«Io vorrei abortire» dico tutta d'un fiato.
«È una decisione importante, è meglio che ci pensi su. Avere un bambino è un dono della natura, non deve vederlo come un errore»
«La prego dottore, so bene quello che faccio, io non voglio questo bambino» un forte busso alla porta mi fa spaventare.
«Avanti!» dice il dottore. L'immagine di David mi appare davanti agli occhi, questa volta non è Jeremy, ma lui.
«Non farlo! Non se sono io il padre» come ha fatto a saperlo? Lily, è stata lei a dirlo, cavoli, perché l'ha fatto?
«Si può sapere che cosa sta succedendo?» dice il dottore infastidito.
«Voglio il test di paternità, non farò morire mio figlio» ha gli occhi lucidi, si vede che vuole avere questo bambino nonostante non stiamo più insieme.
«Margaret, sei d'accordo?» mi chiede il dottore. Guardo David che ha un espressione seria, sarà arrabbiato per aver scoperto che io e Andy abbiamo avuto rapporti, ma d'altronde anch'io sono ancora arrabbiata con lui.
«Sì, facciamo il test di paternità» vorrei tanto che fosse di David, ma ho come l'impressione che non sia così. Se il bambino è di Andy, tra me e David non ci potrà esserci più niente e sarò costretta ad abortire. Se invece è di David, forse ho la possibilità di riavvicinarmi a lui e crescere questo bambino come una vera famiglia.
«D'accordo, prepariamo tutto il necessario e quando avremo finito ti veniamo a chiamare ok?» dice il dottore e mi lascia sola con David.
«Perché non mi hai detto che tu e Andy avete avuto un rapporto?» mi domanda serio.
«Perché non sono affari tuoi» mi mostro ancora arrabbiata.
«Smettila di fare l'offesa, non ti ho fatto nulla! Comunque se il bambino è mio, voglio crescerlo con te, voglio creare una famiglia con te. Margaret, tu sei la mia vita e ti ho sempre amata, ti prego non abbandonarmi proprio adesso» mi prende le mani e mi guarda con gli occhi lucidi. Mi commuove vederlo così, di sicuro sarà un padre meraviglioso.
Dopo poco arriva un'infermiera che mi dice di seguirla. Guardo David che mi fa cenno di andare e dopo di che entro nella stanzetta dove scoprirò la verità.




Quel supplente che mi ha stravoltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora