Capitolo 9

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«Cosaaa?! Perché non me l'hai detto prima! Ma quindi ora state insieme?»
Mi trovo a scuola e ho raccontato tutto di David a Lily, doveva saperlo prima o poi e ora mi sta tempestando di domande.
«Non lo so...per me lo è, io lo amo, e anche lui, però è complicato perché non possiamo farci vedere in pubblico» dico io ripensando al fatto che non possiamo viverci alla luce del sole.
«Cavoli, è una brutta situazione...come farai a dirlo a tua madre e tuo fratello?»
«Un giorno glielo dirò, ma non ora...non sono sicura di come andrà a finire.»

Suona la campanella e ci dirigiamo in palestra, è davvero straziante fare ginnastica di prima mattina, non hai le forze... . Oggi purtroppo dobbiamo fare lezione insieme alla classe di Rebeckah.
Ci riuniamo tutti al centro della palestra e quando la professoressa annuncia il via, partiamo tutti a correre per il riscaldamento. Dopo 10 minuti di corsa cominciamo la partita di pallavolo, io e Rebeckah siamo di fronte alla rete, ha uno sguardo minaccioso, faccio l'indifferente e cominciamo a giocare.
A un certo punto io e Rebeckah saltiamo per schiacciare ma lei la tocca per prima e me la tira in faccia, cado per terra col naso sanguinante. Sento la sua voce dire: «Ops, ti sei fatta male?» ghigna scoppiando a ridere, me la pagherà.
I miei compagni si avvicinano a me e la professoressa mi aiuta ad alzarmi «Vuoi andare in infermeria?» mi domanda preoccupata.
«No, sto bene...è solo un po di sangue» dico rimettendomi di fronte la rete e guardando infuriata Rebeckah, non può vedermi fragile, sono più forte di lei.
Purtroppo la prof ha insistito che mi sedessi in panchina, così aspettai che finisse la lezione. Dopo di che la professoressa mi chiese se potevo sistemare il ripostiglio della palestra, accettai e una volta usciti tutti mi misi a sistemare palloni, materassini e vari attrezzi, quando d'un tratto sento la porta del ripostiglio chiudersi. Ora è tutto buio e non riesco a vedere chi sia entrato.
«Chi va là?» dico prendendo un bastone di ferro per la paura.
Sento dei passi avvicinarsi.
«Non ti muovere o ti picchio» dico urlando.
«Sssh, sono io...Andy» dice sottovoce il mio ex.
«Che diavolo ci fai qui?» dico arrabbiata e mettendo giù il bastone.
«Beh, ci lavoro, ho trovato un lavoretto qui in palestra...manutenzione» dice schioccando le dita.
«Ah...ma ora potresti accendere la luce che non vedo niente» dico mentre con le mani provo a cercare il pulsante dell'interruttore, ma invece sento una cosa calda e dura, sono i suoi pettorali. Arrossisco immediatamente. Lui mi prende le mani e mi avvicina sempre di più.
«Si sta meglio al buio...non credi?» sussurra vicino al mio collo, sento l'aria calda del suo alito. Mi stacco improvvisamente.
«Smettila, noi non stiamo più insieme, tu hai Rebeckah, e io...» mi blocco, non posso dirglielo.
«Hai un fidanzato?» dice nervoso.
«Io...devo andare» faccio per andarmene ma lui mi afferra per il braccio.
«Dimmi chi è!» ringhia.
«Non sono affari tuoi Andy, e ora lasciami in pace» mollo la presa e me ne vado.
Mentre cammino mi ritrovo davanti Rebeckah con un espressione incazzata.
Mi afferra per il colletto della maglia e mi ringhia «Stai alla larga da Andy, o giuro che la pagherai molto cara» mi lascia con forza. Deve averci sentito, dio!
«Puoi tenertelo stretto, non lo voglio» le dico andandomene. Che giornata di merda!

A fine scuola mi precipito fuori e a passo svelto cammino verso casa mia, quando sento un rombo di macchina avvicinarsi, mi giro e vedo David.
«Ehi, perché non mi hai aspettato al parcheggio, ti accompagnavo io a casa, dai sali» dice facendomi un sorriso dolce. In realtà volevo stare da sola ma accetto e salgo.
Si gira verso di me e si allunga per darmi un bacio ma si ferma «Che cosa hai fatto al naso?» nota la crosticina ormai formata a causa del sangue.
«Niente, quella troia di Rebeckah mi ha tirato una pallonata in faccia...oggi è stata una giornata orribile» dico frustrata.
«Oh, amore, mi dispiace...la farò pagare alla Turner.» dice lasciandomi un bacio casto.

Arrivati a casa non scendo subito dalla macchina, mi viene in mente il discorso di stamattina con Lily.
«C'è qualcosa che non va?» mi domanda afferrando la mia mano.
«David...cosa siamo noi?» gli porgo la domanda principale.
«Beh...ci stiamo frequentando, io sono innamorato di te»
«Ma non possiamo uscire allo scoperto» dico triste e abbassando la testa. Lui mi afferra il mento e mi dice «ehi, molto presto potremo urlare al mondo intero quanto ci amiamo, non temere, ma ora devi essere un po paziente» mi rassicura accarezzandomi il viso.
«Non farmi aspettare troppo» dico accennando un sorriso.
«Ti amo» mi bacia di nuovo ma più passionale di prima.
«Ti amo. Ora vado, a domani» lo saluto aprendo lo sportello della macchina.
«Sì, ciao Margaret» e riparte.
Apro la porta e butto lo zaino sul divano, faccio per salire in camera ma mia mamma mi chiama, strano, non dovrebbe essere a lavoro?
«Margaret, di chi era quella macchina?» mi dice seria, cazzo se n'è accorta!
«Ehm...cosa? Saranno i vicini di casa, io sono venuta a piedi» mento.
«Margaret, non prendermi in giro, ti ho vista scendere da quella macchina» e ora cosa gli dico?
A quel punto spunta mio fratello «È la macchina di David Collins, il nuovo supplente di Margaret» dice incrociando le braccia al petto, cavoli mi hanno scoperto! Sono nei guai.
«Mi ha solo dato un passaggio mamma, è molto gentile, non preoccuparti» la rassicuro guardando di sottecchi Nate, spero che non le dica nulla, so che ha capito tutto.
«D'accordo, ma non salire mai più nelle macchine di sconosciuti hai capito?»
«Va bene mamma, non lo farò più» e salgo veloce in camera, mi butto sul letto e sospiro.
Mio fratello entra, è serio, credo che sia ora di darle delle spiegazioni.
«Ti avevo detto di stare attenta a quel Collins» dice arrabbiato.
«Senti Nate, non è come pensi, è una brava persona, è gentile, non potrebbe mai farmi del male» dico accarezzandoli il braccio.
«Tu non lo conosci, non sai il suo passato» a quel punto mi spavento, cosa ha fatto che io non so?
«Cosa...ha fatto?» chiedo titubante.
«Beh so che ha avuto una storia con una donna per 2 anni e mezzo, ma lui era un tipo che beveva tanto e una volta è successo un litigio forte tra i due e incosciente, l'ha spinta dalle scale ed è morta. Ha passato 3 anni in carcere, se n'era andato di testa. Quindi, ti prego, smettila di frequentarlo, è pericoloso.»
A quelle parole, mi crolla il mondo addosso, davvero era quella persona? Perché non me ne ha mai raccontato? Ma forse ora non è più così, magari è cambiato.
«Ma...è il mio professore...e poi lo amo» dico piangendo.
«Provvederò a far in modo che non ti insegni più, devi smetterla di vederlo, non sta con la testa» dice lui alzandosi.
«Noo, non puoi farlo, lui è cambiato! Ne sono sicura, ora non è più quell'uomo di una volta!» urlo piangendo.
«La tua vita è in pericolo se stai al suo fianco, devi credermi» e se ne va lasciandomi lì per terra a singhiozzare forte. Non può farmi questo, non può separarmi da lui.




Quel supplente che mi ha stravoltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora