Capitolo 32

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Appena entra, mi squadra dall'alto in basso con un'espressione disgustata.
«Si vede come stai male! Ti stavi abbracciando con mio fratello come se non fosse successo niente!» mi urla.
«Io stavo male eccome! Ho cercato conforto in lui, comprensione, fiducia! Quello che tu non mi dai, tu sai solo farmi soffrire!» urlo a mia volta, mette una mano nella tasca dei jeans e fa uscire un biglietto.
«Ora devi dirmi il motivo per cui hai scritto questo biglietto, dove hai visto che io mi sono scopato un'altra!» leggo il biglietto dove diceva che io non dormirò nello stesso letto dove lui si scopa altre ragazze, e infondo vedo la mia firma, ma non l'ho scritto io quel biglietto.
«Non l'ho scritto io» dico guardandolo negli occhi.
«C'è la tua firma» indica il foglio.
«Quella sera ero confusa, non scriverei mai una frase del genere» a quel punto mi ricordo di Jeremy, dev'essere stato lui a scriverlo.
«Jeremy, sei stato tu, non è vero?» lo guardo furiosa.
«È la verità, David ti ha tradita!»
«Non è vero! Margaret, vuoi davvero sapere la verità?» si avvicina prendendomi le spalle, la mia mente è in confusione.
«Sì, voglio una risposta, adesso! Non ne posso più di menzogne» dico guardando entrambi, Jeremy sta fulminando David.
«La verità, è che quella sera, non ero io in discoteca, ma Jeremy! Tu l'hai scambiato per me, ma invece era lui, me l'ha anche detto, ed è lui che si è scopato quella ragazza, che neanche conosco» guardo Jeremy che non smette di fissare David.
«Perché mi hai mentito? Dovevi dirmi la verità!» gli urlo.
«Non finisce qui, ti riconquisterò Margaret, e tu sarai morto!» ringhia e sparisce da quella stanza.
«Margaret...» mi afferra il mento.
«Ho bisogno di riposare, mi sta scoppiando la testa» mi allontano e prendo la mia borsa.
«Chiamami domani!» dice prima che esco dalla stanza, non rispondo e ritorno a casa.

Il mattino seguente mi svegliai verso mezzogiorno, accesi il cellulare e mi arrivò un messaggio della sera precedente da David in cui mi diceva un semplice "ti amo", sono ancora confusa per tutto quello che è successo, l'arrivo di Jeremy ha complicato la situazione, e dopo quello che ha detto ieri sera, ho paura che possa succedere qualcosa di brutto, soprattutto a David, che l'ha minacciato a morte. Non permetterò che gli faccia del male, perciò andrò da lui e gli parlerò, ho in mente un piano, che però richiederà del tempo, che a David costerà caro.
Mi alzo dal letto e dopo essermi lavata e vestita avviso mia madre che vado a mangiare qualcosa fuori, così esco e prendo la mia macchina per raggiungere Los Angeles, devo stare lontano da David. Nel mentre guido, chiamo Jeremy e gli dico di raggiungermi al Capitol burgers, accetta e chiudo la chiamata.

Arrivata prenoto un tavolo per due e nel frattempo aspetto che arrivi Jeremy. Dopo 10 minuti mi raggiunge.
«Come mai mi hai voluto vedere qui?» mi domanda serio. Non dico niente e ci accomodiamo al tavolo, ordiniamo da mangiare e prendendo un respiro comincio a parlare.
«Jeremy...da quando sei arrivato, sei sempre stato al mio fianco nei momenti peggiori, mi hai ascoltata, mi hai capita, sei sempre stato gentile nei miei confronti, e te ne sono grata» sospira e mi dice: «se mi hai fatto venire fin qui per dirmi l'ennesima volta che ami mio fratello, me ne vado! Non voglio più sentire il suo nome» dice scocciato.
«No, non sono venuta a dirti questo. Ormai non riesco più a fidarmi di lui, non posso essere felice al suo fianco. In te invece vedo felicità, fiducia...e amore, Jeremy, in questi giorni mi sono resa conto che sto iniziando a provare qualcosa per te» dico facendogli un mezzo sorriso. I suoi occhi si illuminano e gli spunta un sorriso smagliante.
«Stai dicendo che vorresti stare con me?» mi domanda prendendomi le mani.
«Sì Jeremy, voglio essere la tua ragazza» si alza e le sue labbra toccano di nuovo le mie come la prima volta che mi ha baciata.

Dopo aver mangiato, restammo in città a girare per i negozi, la prima missione è riuscita, ora sono fidanzata con Jeremy, adesso manca il secondo punto del piano, farlo sapere a David. Quando arrivò la sera Jeremy mi chiese se volevo fare una passeggiata sulla spiaggia e felice accettai.
La sabbia era fredda e morbida sotto i piedi nudi, il mare mosso, il cielo tempestato di stelle e la luna piena e grande, era tutto magnifico, finalmente si inizia a sentire l'aria tiepida della primavera, gli alberi cominciano a far spuntare i primi fiorellini e le giornate durano di più.
«Che ne dici se ci facciamo un bagno?» mi domanda di punto in bianco.
«Ma l'acqua sarà congelata!» dico ma lui mi prende in braccio e si avvia verso la riva mentre io urlo e gli do dei pugnetti sulla schiena. Quando l'acqua arriva a metà corpo mi butta sott'acqua e tutto il mio corpo si congela. Una volta risalita in superficie lo fulmino con lo sguardo e comincio a schizzargli l'acqua addosso e continuiamo così fin quando inizio ad avere veramente freddo, ho tutti i vestiti appiccicati al corpo e i capelli bagnati, vedendomi tremare mi avvicina a se e ci guardiamo negli occhi.
«Io ti amo sul serio Margaret» e mi bacia profondamente, il suo sapore si mischia a quello salato del mare. Dopo un tempo interminabile tornammo sulla spiaggia e ci asciugammo con i giubbotti, dopo di che tornammo alle nostre rispettive auto.
«Vieni nel mio hotel, hai bisogno di vestiti puliti» mi dice mentre aprivo la portella della mia macchina, all'inizio non volevo andarci ma ripensandoci, è meglio che mi tolgo questi vestiti bagnati e indossi altri asciutti, quindi accettai e ognuno nella sua macchina, raggiungemmo l'hotel.

«Se non ti dispiace, vorrei farmi una doccia prima di cambiarmi» dico arrossendo.
«Ma certo, vai pure, io intanto ti prendo qualche maglietta mia» mi chiudo in bagno e mi rilasso sotto il getto bollente della doccia.
Quando ho finito bussa alla porta e mi dice che ha trovato una felpa del liceo e un pantalone del pigiama, aprii poco la porta e afferrai i vestiti, la richiusi e mi vestii, mi andavano enormi, la sua felpa aveva ancora impregnato il suo profumo nonostante fosse degli anni del liceo, era viola con lo stemma della scuola, era bellissima, quasi quasi gliela rubo, potrà servirmi per far capire a David che sto con Jeremy. Finito di asciugarmi i capelli uscii dal bagno e lo trovai seduto sul letto con solo i pantaloni del pigiama.
«Ma non hai freddo così?» ha dei muscoli spettacolari, palestrati, e possenti, a vederlo sembra un ragazzo del liceo che gioca a rugby, non si direbbe che ha la stessa età di David, ha più le sembianze di un adolescente della mia età, e questo mi piace, è più complicato stare con uno come David, si comporta come un vero uomo, anche se di uomo nel suo comportamento non ha un bel niente.
«Io sono abituato a dormire a petto nudo» la sua voce mi fa ritornare alla realtà, mi siedo affianco a lui che mi fissa con un sorrisetto.
«Stai bene con la mia felpa, se vuoi te la regalo»
«Grazie! Anch'io la adoro» mi metto il cappuccio e mi comporto come una bambina, lui si mette a ridere e dopo di che afferra i lati del cappuccio e nascondendo il viso dentro mi bacia.

Giocammo a farci il solletico come due bambini finché quando ci sentimmo stanchi crollammo in un sonno profondo dormendo abbracciati su quel letto troppo grande.

Quel supplente che mi ha stravoltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora