Capitolo 20

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Il mattino seguente mi svegliai accanto all'uomo della mia vita, finalmente sono riuscita a riavvicinarmi a lui, senza di lui la mia vita non aveva più un significato, ora invece posso viverlo in tranquillità e senza problemi.
David sta ancora dormendo, ha il viso rilassato, i lineamenti del viso perfetti e le sue labbra rosee chiuse delicatamente.
Dopo poco apre gli occhi e mi perdo in quell'oceano che si ritrova.
«Sono davvero così bello?» dice sorridendomi.
«Sei bellissimo, non bello» dico dandogli un bacio.
Si mette sopra di me e mi bacia dolcemente.
«Mi sei mancata così tanto, non posso vivere senza di te Margaret» mi dice serio.
«Anche tu, amore, ma ora siamo insieme e niente più ci potrà dividere» gli sorrido.

Dopo avermi accompagnata a scuola raccontai a Lily tutto quello che era successo a Miami, e la ringraziai per aver detto a David dove mi trovavo, per fortuna è arrivato in tempo a salvarmi da quel maniaco e sono riuscita a riaverlo.

Mentre mi incammino verso la mensa una voce femminile mi chiama, mi giro e vedo Rebeckah venirmi incontro.
«Ciao...volevo scusarmi per la scenata che ho fatto con David, era tutto finto, l'ho fatto perché voleva riaverti e anche per Andy...so che non abbiamo un rapporto magnifico ma volevo sapere se avete chiarito» mi dice preoccupata, è davvero strano sentirla parlare così.
«Tranquilla, lo so, comunque sì abbiamo chiarito...grazie» dico sincera.
«Di nulla...per caso hai notizie di Andy?»
«No...l'ho lasciato lì a Miami ma penso che sia già ritornato...comunque so che non sono affari miei, ma non credo che gli interessi ancora.»
«Lo so...è innamorato di te...lo è sempre stato...ma non preoccuparti, lo terrò lontano da te e David, farò in modo che non vi dia fastidio» mi sorride.
«Grazie, davvero» sembra cambiata, è più gentile.

Tornata a casa dissi a mia madre tutto e fu felice che si siano risolti i problemi.
Ora sono in camera mia a riposarmi quando qualcuno bussa alla porta.
«Avanti!» È Nate, spero non inizi a farmi la predica.
«Nate, se sei venuto a rimproverarmi puoi anche andartene, non ho voglia di sentire le stesse cose» dico scocciata.
«In realtà volevo scusarmi...» dice sedendosi sul letto.
«Cosa?» dico perplessa.
«Sì...ho sbagliato a trattarti in quel modo, sono stato troppo duro con te. La mamma mi ha fatto ragionare ed è giusto che vivi la tua vita come ti piace, ormai sei adulta, non sei più quella bambina con cui giocavo a nascondino» dice ridendo, poi riprende.
«Non ti darò più fastidio, se la tua vita è al fianco di David, allora va bene così. Cercherò di accettarlo e di essere più gentile con lui. Scusami per tutto quello che ti ho fatto» dice abbassando la testa.
«Oh, Nate, ti ringrazio davvero molto, sei il miglior fratello che si possa avere! Ti voglio tanto bene» lo abbraccio forte.
«E comunque ti posso assicurare che la bambina di una volta c'è ancora, quindi se non ti muovi non riuscirai a prendermi» dico scappando di sotto.

Giocammo come due bambini ormai cresciuti e nostra madre scoppiava sempre a ridere quando ci vedeva cadere a terra per le rincorse.

A un certo punto il mio cellulare squilla e vedo il nome di Anna, così mi allontano un po e rispondo.
«Ciao cara, come stai? Tutto bene con David?» mi domanda.
«Ciao Anna, si tutto bene, abbiamo avuto un momento di distacco, ma ora è tutto risolto grazie»
«Menomale, sono contenta. Comunque volevo dirti che domani voglio passere dalle vostre parti, ho sentito che ci sono tanti bei negozi per bambini, ho bisogno di fare un bel po di compere per questo fagiolino»
«Ma certo, ci andremo insieme! Verrai anche con papà?» le domando felice.
«No, ha molto lavoro, perciò vengo da sola» uff, che peccato, avrei voluto papà.
«Ah, va bene, ma resterai qui a dormire vero?»
«Oh piccola, non voglio creare disturbo, e poi tua madre non mi accetterebbe»
«Non preoccuparti, la convincerò io» dico elettrizzata.
«D'accordo, se proprio insisti...ora devo andare, ci vediamo domani pomeriggio, ciao Margaret» e chiude la telefonata. Non vedo l'ora di passare il tempo con Anna a comprare tutine, passeggini e tante cose per il bambino, spero sia una femmina così avrò una sorella e quando diventerà più grande le regalerò tutte le mie bambole.

Quando rientro in cucina mia mamma mi chiede chi era al telefono.
«Una persona, domani verrà qui per delle commissioni e mi piacerebbe fartela conoscere, è una brava persona» le dico senza farle capire di chi si tratta. Lei acconsente un po timorosa.

Al calar della sera mi misi a letto stanca. Mentre stavo sul punto di addormentarmi sento un rumore proveniente dalla finestra, mi alzo e la apro, guardo in basso e vedo David lanciare delle pietre contro la finestra.
«Che ci fai qui?» gli bisbiglio.
«Non riesco a dormire senza di te» mi dice e si arrampica sull'albero vicino la mia finestra.
«Ma che stai facendo? Così ti fai male»
«No, tranquilla, l'ho sempre fatto» e mi raggiunge in men che non si dica.
Lo faccio entrare e chiudo la finestra.
«Posso dormire qui con te?» mi domanda con il labbruccio, sospiro.
«D'accordo, ma non fare rumore o mia madre se ne accorge» come posso dirgli di no, anche io dormirei meglio affianco a lui.
Mi da un bacio e poi ci mettiamo a letto, abbracciati. Parlammo di mio fratello che vorrebbe riappacificare i rapporti con lui e ne fu contento e che anche lui sarebbe andato a scusarsi personalmente per avergli messo le mani addosso. Dopo un'oretta ci addormentammo con le dita delle mani intrecciate e i nostri visi così vicini da sentire i nostri respiri che vanno all'unisono.






Quel supplente che mi ha stravoltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora