Il suono della campanella da inizio alle lezioni, io e le mie amiche entriamo nella classe di lettere e ci sediamo vicine, agli ultimi banchi, come ogni lunedì, entra il professor Collins con il suo sorriso incoraggiante, il suo sguardo incrocia il mio facendomi perdere in quel mare blu, le sue labbra si allargano in un sorriso lucente e il mio cuore comincia a sciogliersi come un ghiacciolo al sole, non posso fare a meno di arrossire.
Comincia la lezione, mille parole incomprensibili, versi e strofe, italiano e latino, le metafore e i suoi sguardi, ogni volta che mi guarda non capisco più nulla, sembra di stare nel paradiso.
«Margaret, ora ti faccio una domanda e devi rispondermi sinceramente» la sua voce mi fa sobbalzare, è diventato serio, annuisco timidamente.
«Margaret...tu mi ami?» perdo un battito, ho sentito bene? Ha fatto davvero questa domanda davanti a tutta la classe? Mi guardo intorno, sono tutti sorpresi tranne Lily e Reby che mi stanno sorridendo, ritorno sullo sguardo di David, ho paura di rispondere, d'un tratto la porta si apre e vedo Jeremy con uno sguardo provocatorio.
«Amore, digli al mio caro fratellino che è me che ami, che io sarò l'uomo della tua vita, dillo» il tono della sua voce è minaccioso, la paura mi sale ancora di più, David lo sta fulminando.
«No, lei ama me! Nel suo cuore ci sono sempre stato io, vero amore mio, diglielo!» si è alzato e piano piano si stanno avvicinando a me, tutto intorno a me è sparito, c'è solo il buio, provo ad alzarmi, ma non riesco a muovere le gambe...
«Allora, rispondi Margaret, fai sapere a tutti quanto siamo felici» si avvicina pericolosamente Jeremy, comincio a piangere, voglio solo scappare da qui e nascondermi sotto le coperte del mio amato lettone.
«No, io la sposerò e avremo dei bambini, il suo futuro sarà al mio fianco» David mi stringe le mani troppo forte da farmi male, mi sento chiusa in una gabbia, le loro voci mi rimbombano nella testa, chiudo gli occhi e urlo: «basta! Lasciatemi!»Mi sveglio di colpo con il cuore a mille, sto sudando e ho le guance bagnate, ho pianto, sono nella mia camera e si vede l'alba dalla finestra. Un altro incubo, un'altra notte straziante, un'altra notte a versare lacrime, non ce la faccio più, sono giorni che mi sveglio in continuazione nel cuore della notte, deve assolutamente finire questa cosa.
Mi alzo e scendo in cucina senza fare rumore, prendo un bicchiere e lo riempio d'acqua, bevo tutto d'un fiato, avevo la bocca secca e a malapena riuscivo a respirare, dopo essermi dissetata, andai a vestirmi e uscii di casa.
Quando arrivai al posto giusto, varcai la porta tremante e un odore di medicinali mi sfiorò le narici.
«Buongiorno, come posso esserle utile?» mi domanda la ragazza dietro al bancone.
«Ecco...mi servirebbero degli antidepressivi»
«Hai un documento?» annuisco e gli porgo la tessera sanitaria, dopo di che tira fuori da un cassetto un barattolino bianco.
«Ecco, dato che sei ancora giovane, ti do quelli un po più leggeri, però ti avviso che potrebbero avere effetti collaterali come la sonnolenza»
«Sono perfetti, grazie» pago ed esco dalla farmacia, spero che mi saranno d'aiuto, apro il tappo del flaconcino e ingoio velocemente una compressa, guardo il cielo e vedo che il sole sta cominciando a scaldare l'ambiente, così mi tolgo la giacca e rimango a maniche corte, decido di chiamare Leòn, la sua presenza mi farebbe bene.
Al primo tentativo non mi risponde, così riprovo.
«P-pronto?» finalmente mi risponde con una voce assonnata, solo ora mi rendo conto che sono solo le 7 di mattina.
«Ehi...ciao, sono Marghy...scusami se ti ho chiamato a quest'ora, ma avevo voglia di vederti...» dico timidamente.
«Oh, ciao angioletto, no tranquilla, ero già sveglio...comunque si certo, ora vengo subito a casa tua» non credevo molto al fatto che fosse sveglio, ma mi piace che abbia accettato di vedermi subito.
«Non sono a casa, vediamoci al parco, ti aspetto lì»
«Agli ordini, sarò veloce come superman, ciao!» risi e chiusi la chiamata.Aspettai per un'oretta abbondante e quando vidi in lontananza un ragazzo dalla chioma bionda che correva, capii che era lui, lo raggiunsi e lo abbracciai, aveva l'affanno e il suo cuore batteva forte.
«Ho...fatto...il più...veloce...possibile...» dice cercando di riprendere fiato.
«Deve fare un po' di pratica superman, ho aspettato parecchio» dico ridendo.
«Oddio, davvero? Mi dispiace e che...»
«È che stavi ancora dormendo...scusami è colpa mia che ti ho chiamato a quell'ora» dico abbassando lo sguardo.
«Tu puoi chiamarmi a qualsiasi ora, io ci sarò sempre per te, capito?» mi solleva il mento e mi guarda incoraggiandomi, sorrido e ci avviamo alla panchina dove ero seduta prima.
«Allora...come mai volevi vedermi...è successo qualcosa?» mi guarda con un filo di preoccupazione.
«No, a parte i soliti incubi che mi tolgono il sonno» non voglio dirgli che ho iniziato a prendere degli antidepressivi, me lo impedirebbe e lo direbbe a mia madre.
«Povera...sta tranquilla, vedrai che è solo questione di qualche giorno, poi tutto finirà, magari cerca di pensare a qualcosa di bello, tipo...» si blocca improvvisamente.
«Tipo?»
«Tipo me» continua ridendo.
«Modesto il ragazzo» gli tiro un leggero pugno sulla spalla.
«Beh, non puoi negare che sono sexy» mi guarda con quello sguardo da pervertito, scoppio a ridere senza dire nulla.
«Non mi trovi sexy?» dice triste.
«Ecco...non voglio parlare di queste cose» dico rattristandomi.
«Scusami, non avevo nessuna intenzione di toccare questo tasto per te dolente» dice abbassando anche lui la testa.
«Sei speciale»
«Cosa?» alza la testa sorpreso.
«Sei una persona speciale, con te tutto è migliore, non ti ringrazierò mai abbastanza» i suoi occhi si illuminano di gioia.
«Wow, credo che sia il complimento migliore di sexy» dice ridendo.Passammo la giornata a fare cazzate come per esempio arrampicarsi sui tetti delle case, oppure ballare come ubriachi in mezzo alla strada con le macchine che ci suonavano, non avevo mai fatto questo tipo di cose, mi sentivo l'adrenalina nelle vene, volevo spaccare il mondo, e Leòn mi era di grande aiuto.
Trascorsa la giornata in sua compagnia decisi di ritornare a casa.
Quando entrai vidi che la cena era già pronta, mi sedetti in tavola senza dire una parola, ogni volta che varcavo la porta di casa era un tuffo nella depressione.
Fisso il piatto davanti a me con una bistecca e dei piselli, la forchetta sbatte ripetutamente sulla porcellana, ho un buco nello stomaco e non riesco a mangiare nulla.
«Tesoro, c'è qualcosa che non va? Se non ti piacciono i piselli, posso darti le carote» dice mia madre un po' preoccupata.
«No, non ho molta fame, credo che me ne andrò a letto, sono stanca» faccio per alzarmi ma Nate mi blocca.
«Aspetta, devo dirti una notizia» dice sorridendomi, mi siedo di nuovo e attendo che prosegua.
«Mi sono fidanzato» esulta emozionato. Cosa? Mio fratello che si fidanza? Non l'avrei mai immaginato.
«Sì, l'ha conosciuta in officina, è una bella ragazza, si chiama Elise» mia madre lo sapeva già, quindi suppongo che è da un bel po che stanno assieme.
«Sono molto felice per te» gli do un leggero abbraccio e vado in camera.
Appena chiudo la porta scoppio a piangere, ora anche mio fratello ha trovato la sua anima gemella, tutti sono felici, tutti sono innamorati, tranne me che vengo trattata come un gioco, che si divertono a spezzarmi il cuore. Perché nessuno mi ama? Cosa ho che non va?Dopo mezz'ora di disperazione, tiro fuori dalla borsa il flacone degli antidepressivi e ne prendo una, stanotte voglio dormire in pace, senza incubi o sogni, voglio addormentarmi e non svegliarmi mai più.
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Quel supplente che mi ha stravolto
RomanceLei: Margaret Thompson , 17 anni, frequenta il liceo classico, è solare, dolce e sensibile, e ha sempre creduto all'amore. Lui: David Collins, 27 anni, uomo di classe, affascinante, nessuno resisterebbe alla sua bellezza. Si incontreranno in quel lu...