Capitolo 30

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Il giorno successivo decisi di andare ad affrontare mia madre e dirgli che voglio andare a convivere con David, perché sì, ho seguito quello che mi diceva il cuore, con Jeremy non può funzionare, io amo David, perciò gli dirò che non posso stare con lui.

Quando tornò dal lavoro la bloccai subito.
«Ciao mamma, devo parlarti»
«Tesoro, fammi fare una doccia prima» dice appoggiando la cartella da lavoro sul divano.
«È urgente, mi serve al più presto la tua approvazione...» la supplico.
«Approvazione per cosa?» diventa seria. La faccio sedere e prendendo un respiro le dico: «David mi ha chiesto di andare a vivere da lui» spalanca gli occhi.
«Così presto? Ma sei ancora giovane per la convivenza»
«Ma mamma, io voglio stare con lui tutto il tempo possibile, ti prego!» gli prendo le mani.
«Piccola mia, questi 18 anni sono volati, ora non posso più fare la mamma, ora devi vivere la tua vita e crearti un futuro, ma promettimi che continuerai con gli studi e mi chiamerai ogni volta che ne hai bisogno, va bene Marghy?» dice emozionandosi, mi commuovo anche io e l'abbraccio forte.
«Sì mamma, te lo prometto, grazie mille, ti voglio tanto bene» dico tra un singhiozzo e l'altro, a quel punto arriva Nate.
«Ehi, anche io voglio un abbraccio famigliare» ci viene addosso abbracciandoci forte.
«Ma perché state piangendo?» ci domanda dopo esserci staccati, guardo mia mamma che mi rassicura con uno sguardo e facendomi coraggio dico: «Fratellone, ti ho sempre voluto un mondo di bene, e te ne voglio tutt'ora, ma gli anni passano e ora sono diventata una donna, una donna che vuole creare il proprio futuro accanto alla persona della sua vita. Nathan, io andrò a vivere da David, lascerò questa casa» confesso guardandolo nei suoi occhi verdi, come quelli di papà.
«Davvero vai a vivere con David? Mi abbandoni?» mi dice scioccato, gli accarezzo il viso.
«Verrò a trovarti il più possibile, non preoccuparti, andrà tutto bene» lo abbraccio.

Nel pomeriggio preparai le valige, mettendoci di tutto e di più, e in serata, salutai tra le lacrime mia madre e Nate e soprattutto salutai la mia vecchia casa, dove ho passato tutta la mia infanzia, tutti ricordi rimarranno chiusi per sempre in questa casa e dare vita ai nuovi momenti nella mia nuova casa.

Dopo aver preso un taxi e salita nell'ascensore che porta alla mia futura casa, emozionata suonai il campanello con la scritta "David Collins".
Quando mi venne ad aprire notò subito le valige e sul suo viso comparve un sorriso a 32 denti.
«Vieni a vivere con me?» dice elettrizzato, gli sorrido e gli rispondo: «Sì amore mio» mi prende in braccio e mi fa girare, mi sento così felice.

Dopo aver sistemato le valige nella sua camera, mi disse che per festeggiare andava a prendere del sushi e lo mangiavamo a casa, così contenta gli risposi che adoravo il sushi e uscì di casa.
Mentre apparecchio il tavolino di fronte la TV, mettendo dei cuscini per terra come in Giappone, suonano alla porta, vado ad aprire con l'acquolina in bocca, ma invece di trovare David con il sushi, mi ritrovo Jeremy con un'espressione infuriata, entra dentro sbattendo la porta e mi afferra le spalle.
«Perché hai scelto di convivere con David? Ti ho detto che lui non ti merita! Vuoi di nuovo soffrire? Margaret la tua vita sarà finita se vivrai in questa casa» mi urla vicino al mio viso.
«Mi dispiace Jeremy, ma lo sai che amo David» stringe i pugni e da un pugno sul tavolino di vetro rompendolo in mille pezzi.
«Cazzo! Io mi sono dichiarato per te dicendoti che non ti farò soffrire e tu decidi di convivere con l'uomo che si scopa le troie in discoteca!» a quelle parole mi sento gelare il sangue, sta dicendo sul serio? Quella sera è andato a letto con quella donna?
«Che cosa stai dicendo?» dico con poca voce e il cuore frantumato come i pezzettini di vetro caduti per terra.
«Si Margaret, è la verità, David quella sera l'ha portata qui e se l'è scopata» le lacrime cominciano a farsi strada sul mio viso, quel bastardo l'ha fatto nello stesso letto dove io ho concesso il mio corpo, dove io dovevo dormire da oggi in poi, non ci posso credere, e lui che continuava a negarmi che non era successo proprio niente, fanculo!
Jeremy si avvicina e mi abbraccia.
«Vieni con me, dimentica tutto e facciamo una passeggiata, hai bisogno di distrarti» mi prende la mano.
«No, voglio stare da sola, scusami» prendo la borsa ed esco da quella casa, lasciando ancora tutti i miei vestiti lì, ho bisogno di pensare prima di prendere una decisione.

David's POV
Quando tornai a casa, vidi il tavolino in salotto distrutto, chiamai Margaret ma non sentii nessuna risposta, andai di sopra ma non c'era, poi per terra, in mezzo ai pezzetti di vetro trovo un biglietto con scritto "Non dormirò nello stesso letto dove hai scopato chissà quante altre donne. Mi dispiace David ma non posso vivere con un uomo infedele. Margaret" rimango scioccato da quelle parole, in questa casa l'unica con cui ho fatto l'amore è stata lei, non capisco perché mi ha scritto questo. Mi sento distrutto, come se avessi avuto una coltellata al cuore, tutto questo non ha senso, ci dev'essere qualcosa o qualcuno che continua a volere il male per noi e cerca sempre di separarci, ma non posso starmene con le mani in mano, non permetterò di farmi scivolare ogni volta Margaret.
Prendo le chiavi ed esco di casa, mi avvio verso la strada di casa sua, quando arrivo mi apre sua madre.
«Salve Elizabeth, Margaret è in casa?»
«No, non dovrebbe stare con te?» mi domanda preoccupata.
«Sì è che era uscita un attimo ma non è ancora tornata, e pensavo fosse qui» mi invento qualcosa.
«Oddio, cosa le è successo?» cerco di calmarla e dirle che la andavo a cercare e dopo essersi rassicurata, girai tutto il paese per trovarla, chiamai anche Lily ma non era con lei, girai mari e monti ma fu invano, non c'era traccia di Margaret, mi stavo iniziando a preoccupare così andai alla polizia. Quando dissi che era scomparsa cominciarono subito le ricerche nel paese e fuori, io andai insieme a quelli che giravano fuori il paese, andammo in centro a Los Angeles, ma niente, entrammo in tutti gli hotel ma nessuno l'aveva mai vista, poi mi venne in mente l'unico posto dove potrebbe rifugiarsi, la casa a San Francisco di suo padre, lo dissi subito ai poliziotti e prendemmo un elicottero per raggiungere la città lontana. Spero con tutto il cuore di trovarla sana e salva, non permetterei mai che le succedesse qualcosa.


Quel supplente che mi ha stravoltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora