Capitolo 48

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Mi risveglio in ospedale, mi fa un po male la testa, nella stanza non c'è nessuno, mi sistemo mettendomi seduta e in quel momento entrano mia madre e un dottore, si avvicina e mi abbraccia, credo sia pentita per avermi urlato contro.
« Piccola mia, come stai?» ha gli occhi lucidi.
«È tutto apposto, mamma» gli faccio un mezzo sorriso, il dottore si avvicina e mi dice di seguire con gli occhi la lucina del tonometro.
«Non è niente di grave, è solo stato uno svenimento da stress, cambiamento di stagione, o l'aver saltato qualche pasto. Le consiglio di bere molte tisane rilassanti e di stare a riposo» dice facendo tranquillizzare mia madre.

Tornata a casa mi misi subito al letto stanca morta, volevo solo dormire per tutto il giorno, ma dopo nemmeno 5 minuti entra mia madre con un vassoio.
«Scusami se ti ho disturbato, ti ho portato un sandwich con il tonno e le uova, ti prego, mangia almeno questo» mi porge il panino e un bicchiere di coca-cola, annuisco e tiro un morso, in effetti avevo un po' di fame, quindi finii il panino in poco tempo.
«Marghy, so che sono pesante, ma tutto quello che ti dico, è per il tuo bene, quindi volevo dirti che ho preso una decisione» mi guarda preoccupata, mi irrigidisco, vedendo la mia reazione mi poggia una mano sulla schiena.
«Non preoccuparti, non è niente di brutto, vedrai ti sarà di aiuto»
«Mamma, non ho bisogno di un dottore, sto bene, è solo il periodo, sto già iniziando a riprendermi» dico alzandomi dal letto.
«Non chiamarlo dottore, è migliore, ti ascolterà e ti saprà dare consigli meglio di me» la blocco immediatamente.
«Io non ci vado da uno strizzacervelli, mai e poi mai! Scordatelo, non ho bisogno di uno che mi dica di pensare a me stessa e alla mia carriera, non voglio sentire una parola da quella gente lì!» urlo incazzata.
«Ascoltami, ti prego, prova a fare una seduta, non è niente di che, ti farà qualche domandina per sapere quello che ti succede, niente di più» mi supplica.
«Non mi succede proprio niente, sono una semplice adolescente come tutte le altre, anche tu alla mia età avrai sofferto qualche volta, siamo umani e abbiamo un cuore, e uno strizzacervelli non cucirà mai le ferite ma delle persone vere che ti vogliono bene e ti amano» dico uscendo dalla stanza, con lei al mio seguito.
«Tu non sei più un adolescente, sei una donna e una vera donna non si comporta così! Per questo voglio che vai da uno psicologo, ti farà capire cosa significa essere donna, come si deve comportare con un uomo, fidati, tesoro, serve molto, uscirai da lì più matura e capace di affrontare ogni situazione» non so cosa dire, io non me la sento di cominciare questa terapia, mi sentirei come se fossi pazza, ma forse in fondo ha ragione, anche se non ti rendi conto, l'età passa e ti ritrovi ad essere adulta, ma nel tuo piccolo rimane sempre la spensieratezza e la voglia di innamorarsi di una ragazzina, forse è davvero arrivato il momento di crescere e fare della propria vita un esempio da seguire per se stessi e per gli altri.
«Ci devo pensare, ora scusami, ma ho da fare» risalgo in camera nella speranza di rilassarmi e riflettere su ciò che è giusto fare.

Al calar della sera, mandai un messaggio a Leòn, ho bisogno del suo aiuto, non so quale decisione prendere.
«Ehi Marghy, tutto bene?» mi rispose subito, avrà sicuramente staccato dal lavoro.
«Scusa se ti rompo le scatole, ma ho bisogno del tuo aiuto, potresti venire a casa, non posso uscire, sono svenuta questo pomeriggio e devo stare a riposo»
«Certo, arrivo subito, non preoccuparti, non mi rompi le scatole, mi fa piacere stare con te, e poi ho promesso che ci sarei sempre stato in caso di bisogno»
«Grazie mille, ti aspetto» e spengo il cellulare, nel frattempo mi faccio una doccia.
Dopo aver rilassato i muscoli sotto il getto caldo dell'acqua uscii dalla doccia e mi misi addosso un telo, poi aprii la porta del bagno attaccato alla camera e quando alzai lo sguardo vidi Leòn seduto sul letto a fissarmi con uno sguardo incomprensibile, non mostra alcuna emozione, non riesco a capire se la visuale gli piaccia o gli dia fastidio.
«Oddio scusami se sono entrato senza avvisarti, sono stato importuno» dice alzandosi e andando verso la porta.
«No, tranquillo, non ho pensato che saresti già arrivato, rimani, faccio in fretta» dico diventando paonazza dalla vergogna, mi giro lentamente verso l'armadio ma prima di far cadere l'asciugamano giro la testa verso di lui, mi sta ancora guardando, ma quando incrocia i miei occhi si gira di scatto.
«Non guardo, promesso» sorrido e lascio scivolare il telo, mi vesto velocemente indossando il pigiama più decente che avevo, per non fare brutte figure.
«Ora...puoi girarti» dico timida, mi guarda incantato.
«Sei splendida» lo blocco pronunciando il suo nome, ma lui fa lo stesso.
«No, parla prima tu, devi dirmi cosa ti è successo» continua facendomi sedere affianco a lui.
«D'accordo...ecco...mia madre vuole mandarmi da uno psicologo, e non so cosa fare»
«Vuoi davvero la mia opinione?» mi chiede con tono impaurito.
«Sì, ti prego, non so cosa fare, secondo te sto diventando pazza?» lo supplico.
«Oh, no, certo che no, però...secondo me dovresti provare ad andarci, poi se non ti trovi bene puoi smettere» dice sincero.
«È solo che ho paura che non sappiano aiutarmi, che sprecassi solo tempo, Leòn per me sei tu il mio psicologo, tu mi capisci, mi aiuti, davvero io con te mi sento felice, in quel poco tempo che passiamo insieme dimentico tutto e mi godo la vita. Se andassi da uno psicologo dovrei parlare ogni volta del passato e starei sempre peggio» dico cercando una sua approvazione.
«È normale che tu dica queste cose, io e te siamo giovani e ci capiamo, ma un consiglio di uno specialista con i suoi anni di esperienza è diverso, lui potrà farti uscire definitivamente da questo buco nero in cui ti ritrovi, con me stai bene 2 ore, 3, mezza giornata, ma quando torni a casa tutto ritorna come prima, e non guarirai mai, quindi ascolta il tuo amico, vai dallo psicologo, non te ne pentirai» i suoi occhi mi trasmettono sicurezza, credo nelle sue parole, ora so cosa fare.
«Ora, devo dirti una cosa...» dice abbassando la testa.
«Dimmi, anche per te vale la stessa cosa, ci sarò sempre, per qualsiasi problema» lo rassicuro appoggiandogli una mano sul viso.
«Sei una bella ragazza, e molto intelligente, adoro passare il tempo con te, mi distrae dal lavoro, e poi mi piace ascoltarti e abbracciarti, sei la ragazza più dolce che abbia mai incontrato...però, credo che tra di noi, dovrebbe esserci solamente una grande amicizia, hai sofferto abbastanza e non voglio complicare le cose, e lo stesso vale per me, in questo momento non mi sento di intraprendere una relazione» dice puntando gli occhi dispiaciuti su di me, in realtà credevo che mi avrebbe detto il contrario, però sono d'accordo con lui, anche io non voglio più avere relazioni, l'amicizia è decisamente meglio, e in lui vedo un migliore amico perfetto.
«Anche per me è lo stesso, accetto questa nuova amicizia» lo abbraccio forte, anche lui è felice e rilassato, si è tolto un peso di dosso ed è finito nel miglior dei modi.
«Ti voglio bene angioletto, e mi raccomando, fatti aiutare» dice dandomi un bacio sulla guancia.
«Ti voglio bene anche io, sì, non preoccuparti» lo rassicuro, mi sento meglio dopo questa chiacchierata, ho la mente più in ordine e ho un nuovo amico, spero che facendo queste sedute tutto si sistemerà il più presto possibile.

Quel supplente che mi ha stravoltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora