4.

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La sveglia del telefono iniziò a suonare e assonnata allungai la mano sul comodino per spegnerla.

Un'altra giornata di scuola era iniziata. Uccidetemi.

Appena sentii la voce di mia zia urlare dal piano di sotto dovetti togliermi le coperte dal corpo e uscire dal quel caldo amorevole.
Trascinai i piedi in bagno e mi legai i capelli in una crocchia disordinata poi mi spogliai dei vestiti e mi buttai sotto la doccia, tenevo gli occhi chiusi mentre mi insaponavo ripensando alla serata precedente.

Harry non aveva aperto bocca, si era limitato a sedersi al mio fianco allungando un braccio sulla spalliera della mia sedia e lanciare di tanto in tanto qualche occhiata a Stone e al resto del gruppo, era visibilmente incazzato del fatto che avesse saltato la sua serata di sesso senza sosta.

Un po' ero felice, e questo non fece altro che farmi insultare mentalmente. Sembravo quasi gelosa, e io non potevo esserlo perché non sapevo niente di lui e non avevo motivo di esserlo dato che non eravamo nemmeno amici.

Comunque, per il resto della serata Stone non fece nulla per infastidirmi, scoprii anche che il suo nome era Andrew, quello del rosso Jeremy Tanner, e quello del moro Oliver Parks. I ragazzi parlarono del più e del meno senza tirare nella loro conversazione Harry, e questo mi dispiacque perché forse se lo avessero interpellato magari non avrebbe passato tutta la serata al telefono a scrivere a non so chi. Io e Brooke scoprimmo invece di avere molte passioni in comune, ad esempio entrambe impazzivamo per le serie tv, e decidemmo che almeno un giorno a settimana era dedicato alle a quelle, preferivamo il mare alla montagna anche se purtroppo abitando in uno stato dove il mare non era esattamente quello dei Caraibi era comunque un posto che amavamo. Ad entrambe piacevano maggiormente i vestiti comodi che tacchi a spillo e vestitini, anche se in occasioni particolare, come feste o discoteche, si indossava sempre un bel abito.

Finita la doccia che forse durò più del previsto, uscii e mi asciugai velocemente, poi indossai un paio di leggins neri e una felpa dell'adidas bianca corta fino a metà stomaco e lo stemma nero. Mi sistemai i capelli e controllai l'orario, 7.40.

Merda!

Avevo solo dieci minuti, così non mi truccai, presi in fretta lo zaino e scesi al piano inferiore.

"Buongiorno!" schioccai un bacio a mia zia che alzò lo sguardo dal giornale.

"Giorno Scar"

"Come mai sei sveglia? Non devi fare il turno serale?" domandai bevendo solamente un bicchiere di succo.

"Si ma vado a fare delle commissioni" annuii e corsi nuovamente in bagno per lavarmi i denti.
Presi il telefono dal caricabatterie e corsi giù per le scale.

"Okay, io sono in ritardo spero di ricordarmi la strada.. ciao zia!" salutai dal soggiorno e dopo aver sentito il suo saluto uscii di casa.

Iniziai a camminare con passo molto svelto, sicuramente sarei morta di fame, quel bicchiere di succo non mi avrebbe fatto arrivare fino all'ora di pranzo.
Mi fermai all'incrocio e mi guardai attorno, non dovevo perdermi ancora.

Prima che potessi andare avanti una macchina si fermò di colpo davanti a me e sobbalzai per lo spavento.
Appena il finestrino si abbassò riconobbi il ragazzo del supermercato.

"Ehi.." salutò e abbozzai un sorriso.

Ero davvero in ritardo.

"Ehi, scusa ma sono in ritardo devo davvero andare" alzai una mano per salutarlo ma la sua voce mi fermò nuovamente.

"Ti accompagno. Vieni sali" mi sorrise cordiale e ci pensai un secondo.

Era uno sconosciuto, poteva essere un assissino o un manico.

Bad Boy's Girlfriend • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora