19.

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Quella mattina venni svegliata da un forte boato nel cielo, mi stropicciai gli occhi e mi resi conto che erano quasi le sette e un altro fantastico lunedì era appena cominciato.
Con la velocità di un bradipo, mi tolsi le coperte e scesi dal letto, i dolori del ciclo non erano ancora finiti essendo il secondo giorno e questo non fece altro che irritarmi maggiormente, oltre al fatto che avrei dovuto sopportare sette lunghe ore di scuola.

La sera prima ero andata a letto attorno a mezzanotte, perché rimasi tutta la sera da Harry, guardammo solamente un film con Jace, che continuava a passare dal mio corpo al suo fino a che attorno alle dieci non crollò definitivamente su Harry, nessuno dei due toccò l'argomento festa, Victor o altro. Eravamo solamente due semplici amici che guardavano un film; attorno alle undici e mezza me ne andai e salutai Harry con semplice abbraccio e un sorriso che lui ricambiò calorosamente.

Andai in bagno e mi lavai, poi presi i vestiti, quando era periodo di ciclo, non mi interessava assolutamente vestirmi bene, così mi infilai un calda e morbida tuta dell'Adidas, i pantaloni erano neri e larghi con due strisce bianche laterali, la felpa era anch'essa nera con lo stemma bianco della marca tedesca.
Quando scesi in cucina mi resi conto che mia zia non c'era, subito il panico si impossessò di me, il giorno prima era uscita con Victor, mi ero immaginata che sarebbe tornata tardi ma quando non la vidi nemmeno nel suo letto cominciai a preoccuparmi.
Presi il telefono e composi il numero del suo cellulare, quando partì la segreteria telefonica iniziai a sentire la gola bruciare. Era con Victor, un uomo terribile e io non sapevo nemmeno dove fosse o se stesse bene.

Decisi di calmarmi, magari era andata a lavoro presto e si era dimenticata di avvisarmi, a volte era capitato.
Ormai la fame mi era anche passata così tornai in camera, mi lavai i denti poi recuperai lo zaino e andai al piano di sotto.

Erano le sette e un quarto, Harry sarebbe uscito di casa alle e mezza, così decisi di passare del tempo col telefono, controllando Instagram, Facebook e qualche messaggio che mi era arrivato su WhatsApp.
Iniziai a sudare quando vidi una richiesta di amicizia su Facebook: David Stewart ha chiesto la tua amicizia.

Come poteva avere il coraggio di fare una cosa del genere? Ma soprattutto perché aveva Facebook?

Eliminai la richiesta e provai nuovamente a chiamare mia zia, questa volta però non c'era nessuna segreteria telefonica, ma quella voce metallica che avvisava che il telefono poteva essere spento o non raggiungibile, imprecai sottovoce e le mandai un messaggio.

-Zia! Dove sei? Sei a lavoro? Non sei tornata a casa..

Lo inviai e sperai che rispondesse al più presto.

Poi sentii delle voci fuori casa, mi tirai sui e spostai la tenda della finestra, c'era quella bionda dell'altro ieri che stava parlando con Harry.

Ma come cavolo faceva ad essere lì sempre alla mattina?! Dormiva nel sotto tetto?

Presa una gelosia improvvisa afferrai lo zaino mettendolo sulle spalle e andai verso la porta di casa, la chiusi alla mie spalle e poi scesi dal portico. Continuavo a fissare accigliata i due che sembravano discutere, purtoppo i toni erano troppo bassi e non riuscii a sentire nulla, così mi sedetti sul muretto di casa e incrociai le braccia continuando a fissarli. Quando la bionda notò la mia presenza, sembrò quasi scocciata ed indicò ad Harry dietro alle sue spalle così io abbassai la testa prima che potesse girarsi. Feci finta di controllare il telefono, poi lo rimisi in tasca e mi passai una mano tra i lunghi capelli mossi; rialzai lo sguardo e la discussione sembrò essersi conclusa perché lei se ne andò via abbastanza arrabbiata, mi accorsi che la sua macchina era parcheggiata vicino a quella di Harry, camminando a testa bassa entrò nella macchina e partì, solo quando passò davanti a me notai un seggiolino da neonato e all'interno Jace.

Bad Boy's Girlfriend • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora