22.

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Ero congelata, i passi sembravano avvicinarsi sempre di più.
Cosa potevo fare?

Rimanendo immobile nel letto, chiusi gli occhi con il sangue gelido nelle vene e il cuore irregolare, strinsi sempre di più le dita attorno al lenzuolo e appena udii i quei passi fermarsi in camera mia pensai che quella sarebbe stata la fine.

Dovevo cercare di stare calma, dovevo cercare di fingere bene.

Quei passi, quelle scarpe che facevano scricchiolare il pavimento in legno, si fermarono davanti a me, sentivo la sua presenza, il cuore era a mille, sicuramente sarebbe esploso, cercai di non muovermi.
Lo sconosciuto si piegò e poco dopo sentii delle dita gelide sfiorare la mia fronte per togliermi una cioccia di capelli, percepii anche del metallo freddo, sicuramente era un anello, trattenni le lacrime e l'urlo in gola, ero paralizzata. Avvertii anche il respiro avvicinarsi e due labbra fredde si posarono sulla mia guancia, in un bacio dolce e piccolo, a quel gesto mi sarei voluta alzare e scappare, chiedere aiuto ad Harry ma non potevo, il sangue si era gelato.

Quell'attimo di terrore svanì appena i passi si allontanarono, andarono forse al piano inferiore, spalancai gli occhi e lasciai le lacrime mentre prendevo il telefono e mi nascondevo tra il muro e il mobile vicino alla finestra.

Composi con mani tremani il numero di Harry.

Ti prego rispondi.

Ti prego.

Mi morsi il labbro cercando di non singhiozzare per l'ansia e la paura.

"Scarlett. È successo qualcosa?" la sua voce era chiaramente addormentata, non sapevo nemmeno che ore fossero.

Iniziai a piangere e portai una mano sulle labbra sopprimendo un singhiozzo.

"Scarlett! Che cazzo è successo! Dove sei!" si allarmò sentendo il mio pianto.

Era nervoso e preoccupato.

"C-c'è q-ualc-un-no" balbettai tremando e piangendo.

"Respira piccola, non ho capito" mormoró cercando di mantenere la calma e tranquillizzare me.

"C'è q-qualcuno i-in c-casa"

Imprecò e mi disse che sarebbe arrivato.

Io strinsi nervosa il telefono tra le mani e sforzai la vista per vedere fuori dalla stanza, era tutto buio e non capivo se lo sconosciuto fosse ancora in casa o meno.

Mi rannicchiai quando anche le immagini dell'incubo fatto poco prima si ripeterono nella mia mente, quella pallottola, quella maledetta pallottola era troppo reale. Ed Harry che cadeva senza vita su quel pavimento sporco e freddo era l'immagine più terribile che avessi mai visto.

Qualche minuto dopo sentii altri passi e una figura con delle gambe fasciate da un paio di jeans scuri e una felpa mi si mostró davanti, accompagnato da una pistola impugnata in mano.

Senza pensarci mi alzai in piedi e corsi in direzione di Harry, mi strinse contro il suo petto e scoppiai in un pianto. Appoggiò la pistola sulla scrivania per stringermi meglio e appoggiò la guancia sulla mia testa mentre mi accarezzava la schiena con movimenti circolari e lenti.
Io mi aggrappai alla sua felpa come se fosse la mia ancora e gli bagnai il tessuto con le mie lacrime, ero sotto shoc, quale persona normale entrava in casa di un'altra la baciava e poi se ne andava?

"Sono qui Scar, calmati piccola" sussurrò appena si rese conto che avevo iniziato a tremare.

Mi staccai leggermente con il volto bagnato e presi a fissare impassibile il suo petto, proprio nel punto di quella pallottola.

Bad Boy's Girlfriend • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora