6.

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"Dovresti chiudere la porta di casa"

Oddio.
Niente panico.

"Perché sei qua?" dissi allarmata e ancora spaventata.

Era seduto sul mio letto, proprio davanti a me, le mani unite in mezzo alle gambe, mi stava studiando dal basso e dopo un'analisi approfondita, che partì dalle mie gambe nude fino al mio viso teso che diventò rosso ricordando cosa indossavo, si alzò e di istinto mi feci più piccola contro al muro.

Avrei dovuto chiudere quella dannata porta.

I suoi stivaletti fecero un fastidioso rumore prima che si fermarono proprio davanti a me, a pochi centimetri dai miei, i nostri petti si sfioravano, il mio si abbassava e alzava velocemente per l'ansia, la sua statura maggiore della mia mi fece sentire ancora più piccola, poggiò il palmo sinistro sul muro mentre con l'altra mano prese una ciocca bagnata che era uscita dalla crocchia che avevo fatto poco prima.
Il suo sguardo era così attento al movimento delle sue dita che rigiravano i miei capelli, quel verde sembrava un po' più scuro del solito, le labbra non erano premute ma rilassate lasciando notare la loro morbidezza e quel colore così scuro che le faceva sembrare leggermente più carnose, quella forma così ben disegnata mi faceva venire voglia di baciarle, sentire il loro sapore.

"Sai, anche a me piacciono le tue labbra ma non le fisso così a lungo" confessò in un sussurro roco.

Le guance si accaldarono e incrociai i suoi occhi divertiti.

"Cosa vuoi?" sibilai insultandomi mentalmente per il pensiero che avevo fatto.

"Non devi dirlo a nessuno"

Era serio, molto.
Aveva perso ogni briciola di divertimento. Era vero? Aveva un bambino? E nessuno del gruppo lo sapeva? Magari non conoscevano nemmeno quella ragazza, ma perché? Perché tenerlo nascosto ai propri migliori amici?

Ma non potevo farci nulla, era la sua vita e io dovevo starne fuori, ma forse potevo ricavarci qualcosa.

"Va bene" sospirai.

Lui si staccò guardandomi perplesso.

"Va.. bene? Sei seria? Davvero?" quasi mi venne da ridere a quella reazione.

"Si certo ma ad una condizione" alzai l'indice e sbuffó passandosi una mano tra i capelli.

"Mi sembrava troppo semplice.." borbottò e mi guardò in attesa della mia risposta.

"Devi aiutarmi a trovare una persona" dissi con tono fermo avanzando leggermente e incrociando le braccia.

"Chi?"

Abbassai per qualche secondo la testa pensando se fosse veramente una buona idea, ma non ne avevo delle altre perciò era per forza una buona idea.

"Mio padre.." aggrottò la fronte e alzò le sopracciglia.

"È morto Scarlett" disse ovvio e ruotai gli occhi.

"I-io.." iniziai e mi allontanai da lui camminando per la stanza.

"Oggi la preside mi ha detto che mia zia non ha compilato i dati di mio padre, così io le ho risposto perché era morto insieme a mia madre e mia zia mi ha adottato.. ma a quanto pare lei mi ha solamente in affido e il mio vero padre e da qualche parte nel mondo e io non ho nemmeno un'idea di come sia fatto!" raccontai sfogandomi e gesticolando in modo nervoso.

"E tua zia non ti ha mai detto nulla?" si accigliò e annuii.

"Quando le ho detto il nome ha risposto che era un vecchio amico di mia madre, un vecchio stronzo per la precisione" avanzai verso di lui.

Bad Boy's Girlfriend • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora