«Il vecchio Ordine?»
Remus annuì. «La prima volta che Voldemort salì al potere, Silente fondò quello che sarebbe diventato l'Ordine della Fenice. Esattamente come adesso, solo che in quel periodo Voldemort si mostrava apertamente, e tutti credevano alla sua esistenza. E come non farlo, d'altra parte, con tutti quegli orribili omicidi da lui commessi? Tutti avevano paura di lui. E proprio per questo, adesso, le persone si rifiutano di credere che lui sia tornato: per chi lo ha già affrontato una volta, farlo una seconda sarebbe troppo».Tonks sembrò pensare intensamente a quella frase, come se rispondendo a Remus, in quel momento, potesse rispondere a tutti i maghi della Gran Bretagna che si rifiutavano di credere alla verità.
«Non ha senso. Se è per paura che non hanno intenzione di combattere, vorrà dire che continueranno a scappare? Che si allontaneranno il più possibile da Voldemort finché non sarà lui a comparirgli davanti? Hai detto che non sopporterebbero una seconda volta, ma se neanche combattono, se neanche ci provano... Allora non ci sarà nemmeno una seconda volta».
Remus non avrebbe potuto essere più d'accordo, certo, ma non era questo che più lo impressionava, che più lo colpiva.
Due erano le cose che piacquero fin da subito a Remus di quella conversazione: lo sguardo che Tonks aveva, intenso come pochi, come se la cosa che stava dicendo in quel preciso momento fosse più importante della vita stessa, come se al mondo non ci fossero altro che quelle parole. Quello sguardo era così intenso da non voler smettere di guardarlo. Il colore dei capelli di Tonks era cambiato dall'inizio della conversazione, passando da rosa a grigio tempesta, a voler rispecchiare i sentimenti della ragazza. Avrebbero potuto farla sembrare più vecchia, ma incorniciando in quel modo il viso, con gli occhi di un caldo marrone, a Remus non sembrò minimamente anziana.
Si chiese se potesse cambiare anche il colore dei suoi occhi. Mentalmente, prese appunto di chiederglielo, se mai fossero arrivati alla confidenza necessaria per farlo.
La seconda cosa, invece, era stata probabilmente messa lì per caso, senza che nemmeno lei se ne accorgesse.
Ma a Remus piacevano proprio questo tipo di cose, la sincerità, la spontaneità.«Quando hai parlato, prima» le fece «non hai usato mezzi termini, per così chiamarli, come Tu-sai-chi o
Colui-che-non-deve-essere-nominato. Hai detto il suo nome. Voldemort.»
Questa volta era Remus a guardarla intensamente, aspettando una risposta.
«È vero» confermò la ragazza, «l'ho fatto. Tutti dovrebbero farlo. Tutti, o almeno quelli che lo combattono, dovrebbero chiamare Voldemort con il suo nome, senza ricorrere a... mezzi termini».
Remus sorrise.
«È da tanto che lo fai? Che lo chiami con il suo nome?»I suoi capelli non cambiarono colore, ma i suoi occhi si persero nel vuoto, come se stesse pensando ad un ricordo, né triste né felice. E probabilmente era proprio quello che stava facendo.
«La prima volta che lo feci, solo Moody mi sentì. Quel giorno, o meglio, quella sera, mi aveva parlato per la prima volta dell'Ordine della Fenice. Me lo disse con cautela, senza mettermi pressione, sperando che io accettassi di farne parte, ma sapendo che in ogni caso, quella sarebbe dovuta essere una mia scelta. Mi chiese se credevo a ciò che diceva Silente, e se volessi combattere contro Voldemort. Nel rispondergli, quasi inconsciamente, dissi il suo nome.»
«È il tuo maestro, non è vero?»
«Lui mi ha... scoperta, per così dire. Venne ad Hogwarts una volta, e decise di guardare una lezione. Ci stavano insegnando gli Schiantesimi» i suoi capelli si tinsero di un bell'azzurro chiaro pensando a quel ricordo «Mi riuscirono quasi subito. Dovevo averlo impressionato, perché poco dopo mi disse, sussurrandomi in un orecchio: "Saresti un buon Auror"».
«Niente da dire» fece Remus. «Aveva ragione».
Tonks sorrise.«Non mi hai ancora detto i nomi dei presenti nella foto» gli fece notare, sollevando un sopracciglio, adesso rosa, con aria divertita.
Questa volta Remus buttò la testa indietro, ridendo.
«Giusto! Sarà meglio cominciare, allora».
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13 Anni - Remus e Tonks
FanfictionUn Lupo Mannaro e una Metamorphomagus sembrerebbero non avere niente in comune, e solo tanto di diverso tra loro. Se poi questi due sono Remus Lupin e Nynphadora Tonks, le differenze non possono che aumentare: soldi, età, paure. Ma la verità è che...