"Stai attento"

1.5K 88 231
                                    

Le ore che seguirono, per Remus furono il vuoto più totale.
Non dolore, non amarezza.
Semplice vuoto.
Così come erano i suoi occhi, in quel momento, nel corridoio buio della casa: vuoti.

La prima cosa che notò davvero, in quello stato di torpore, fu Sirius che tornava e gli diceva di andare via di lì.
«Stando davanti ad una porta non l'aiuterai.»

Si trascinò in salotto, continuando a ripetersi nella mente quelle parole, che erano l'unico motivo per cui non era ancora davanti alla stanza, appoggiato al muro come fosse l'unico sostegno che lo spingeva a vivere.

In meno di un mese, per quanto incredibile che fosse, Remus aveva preso a cuore quella ragazza tanto quanto quelli che adesso, da vivi, Remus avrebbe chiamato fratelli.

Non riusciva a spiegarsi il perché di un tale sentimento, di un tale desiderio di protezione, ma in cuor suo, sapeva che c'era, e che niente avrebbe potuto dissolverlo, neanche se avesse avuto la bacchetta magica.

Si rese conto, quasi con paura, che la morte di quella ragazza lo avrebbe ferito come l'avevano ferito quelle delle uniche persone al mondo che aveva osato considerare come una famiglia.

E la paura di perderla davvero gli attanagliava il cuore, come se potesse essergli portato via, insieme a lei.

I suoi pensieri erano così profondi, così sinceri, che non si accorse di Piton finché questi non alzò la voce.

«Sta bene.»
Remus si girò di scatto, verso l'uomo cui un momento prima stava dando le spalle. Lo fissò, la bocca aperta e gli occhi spalancati, come se temesse che ciò che gli arrivava alle orecchie fosse stato mal udito, o peggio, che non fosse reale.

Ma l'altro inclinò il capo da una parte, un sopracciglio vagamente inarcato sopra gli occhi freddi e scuri come la notte gelida.
«Mi avevi chiesto di dirtelo.»

Voleva ringraziarlo, se per aver curato Tonks o per avergli detto che stava bene non gli era ben chiaro, ma ciò che disse fu ben altro.
«Posso vederla?»
Le parole gli uscirono dalla bocca, ma la realtà era che venivano da un luogo molto più misterioso e arcano, tale era il cuore.

E le parole del cuore non si possono ignorare, che siano del tuo o di quello degli altri.

«Seguimi.»

Per la seconda volta in quella giornata, il mago si ritrovò davanti alla porta della stanza di Tonks.

Entrò, trovandola distesa sul letto, le braccia distese di fianco al corpo.
Si avvicinò, e senza fare rumore, si inginocchiò accanto al letto.

Era pallida, ma non come prima. I suoi capelli non erano del rosa acceso con cui era solito vederla, ma di un rosa più chiaro, più tenue, che rendeva il pallore del suo viso ancora più marcato.
Era addormentata, la bocca dolcemente chiusa, così come gli occhi, le palpebre rilassate.

Era bella, e Remus non poté fare a meno di pensarlo. E il motivo per cui lo fece, per cui lo pensò, passava in secondo piano di fronte alla bellezza del viso della ragazza.

«Che cosa le è successo?»
Temeva di svegliarla parlando, ma doveva chiedere.
«Cosa le hanno fatto, piuttosto» ribatté Piton, la voce dura «Non lo so bene. Sono più incantesimi, non uno solo. Potenti, anche. L'ho ristabilita con delle pozioni, potenti quanto gli incantesimi, ma che hanno degli effetti collaterali.»
«Che genere di... effetti collaterali?» chiese Remus.
«Spero che non si svegli, ma ne dubito. È probabile che le venga la febbre, ma di quelle forti, che ti danno... allucinazioni.»
Scandì l'ultima parola guardando l'altro negli occhi.
«Starà bene, ma almeno per oggi, dovrà dormire.»

Remus annuì, tornando ad osservare la ragazza. Le prese la mano, piano, stringendola nelle sue, per qualcosa di simile ad un semplice riflesso.

«Sarebbe bene che tu la lasciassi riposare tranquilla. Resta, se vuoi, ma non svegliarla.»
Per un attimo, Remus non poté fare a meno di meravigliarsi dell'insolita gentilezza nella voce di Piton, ma non si accorse dello sguardo dell'uomo, che subito lui cercò di nascondere, quasi sofferente, soffermato sui due, e sulla mano di Remus che stringeva quella della ragazza.

Piton fece per uscire dalla stanza, ma sulla soglia si fermò.
«Lupin?»

Lui si girò a guardarlo, mentre Severus mandava uno sguardo nella direzione di Tonks e poi verso di lui, dicendo solo due parole, a voce così bassa che sarebbe stato lecito chiedersi se volesse davvero che venissero udite.
«Stai attento.»

Un istante dopo, era già uscito dalla stanza.

Contenti? Piton non è il tale bastardo che credete voi.

ALLA FACCIA VOSTRA!

Ok, scusate, non dovevo dare di matto.

Piaciuto il capitolo? È abbastanza dolcioso? No, perché se avete trovato dolcioso questo, per i prossimi vi sciogliete o vi fate venire il diabete.

In ogni caso, sappiate che ho deciso quale sarà lo speciale delle 2000 visualizzazioni, e che vi sarà la gentile partecipazione di Ark_Gabriel_Jackson .
Tanto non vi dirò cos'è, quindi non chiedetemelo. MUAHAHAH.

Ok, basta di nuovo. È che oggi siamo tornati ad Hogwarts e l'euforia regna sovrana...

Oggi è ufficialmente il bellissimo "19 anni dopo", che, per quanto nel film sia scritto in inglese, io leggerò sempre come "diciannove years later".

Voi coetanei di Harry avete dei figli che vanno ad Hogwarts quest'anno?

Altra cosa, chi di voi ha Trivia Crack Kingdoms?
Quel gioco sulle domande dei vari generi...
Perché se lo avete, fuori i nomi che facciamo una sfida sul canale di Harry Potter.
Il mio nome è sempre ve lo dico dopo, se avete voglia...

Allora? Qualcuno vuole scaricarselo o ce l'ha già?
Attendo risposte.
Moro

13 Anni - Remus e TonksDove le storie prendono vita. Scoprilo ora