"Sei un mostro"

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«Credo che sia arrivato il momento» disse Greyback a uno dei suoi compari «Possiamo andare. Tra poco saranno tutti dentro.»

Il Lupo si alzò da terra, strofinandosi i vestiti per toglier via la polvere che vi doveva essere entrata, passando le mani sia sui pantaloni che sulla giacchetta.

Si guardò intorno, poiché la sicurezza non era mai troppa, poi si diede un'ultima sistemata al vestito, fece un cenno ai suoi compagni e si avviò nella direzione opposta a quella che, secondo le leggi, avrebbe dovuto percorrere.

Remus rimase nascosto ancora per un attimo dietro alla facciata della casa che gli era servita come riparo, poi uscì dal suo nascondiglio con una velocità disarmante.

Adesso era così ovvio, così semplice. Se Greyback voleva che al mondo ci fossero più Lupi Mannari, allora l'unica vittima papabile per un assalto era senz'altro Stephan, unico non-Mannaro di tutto il branco. Non era neanche da escludere che volesse semplicemente ucciderlo.

Che fosse per un motivo o per un altro, Remus non poteva che aspettarsi il peggio da quel mostro. Non era una novità, comunque. Alla cena di Natale, Remus si era aspettato che, come minimo, Tonks avrebbe cercato di strozzarlo con un tovagliolo di carta, cosa che non era successa. Si poteva tranquillamente dire che Remus Lupin era fin troppo pessimista.

In ogni caso, Remus decise di seguire Greyback, sicuro che, qualunque cosa volesse fare, lui avrebbe contribuito ad evitarla.

Si muovevano, silenziosi nell'arancio del cielo al tramonto, quasi noncuranti della luna che, come un fiore nel suo periodo più bello, stava per sbocciare su di loro, investendoli non del suo profumo, bensì della sua luce.

La velocità con la quale si spostavano, però, lasciava intendere che il cielo sopra di loro restasse comunque una maledizione.

Quando i passi dei Lupi di Greyback si fermavano, anche quelli di Remus si arrestavano. Più di una volta rischiò di essere scoperto, ma in tutte gli riuscì di salvarsi, quando nascondendosi dietro una casa, quando gettandosi dietro un cespuglio. Che la luna piena fosse vicina, lo si capiva perfettamente anche solo da quei riflessi, impensabili per un essere umano normale.

Continuarono a camminare ancora per un po' di tempo, che a Remus parve un'eternità, raggiungendo la, stessa, solita costruzione che, in quel momento avrebbe dovuto ospitarli. La trovarono chiusa, come doveva essere.

Stephan era rannicchiato contro la parete dell'edificio, con la testa girata in direzione della luna che stava cominciando a vedersi nel cielo, cosa di cui Remus si accorse sentendo il familiare, doloroso formicolio entrargli nelle ossa.

Non c'era anima viva, erano tutti dentro tranne loro cinque. Stephan davanti a lui, i due Lupi e Greyback semi-nascosti dietro un angolo del massiccio muro di contenimento, Remus dietro una casa lì vicina.

D'un tratto, Stephan balzò in piedi, nella direzione dove c'erano i tre Lupi.
Il suo sguardo era minaccioso, guardava Greyback con un'espressione di rabbia mista all'odio più puro che possa esistere.
A quell'occhiata, Greyback sorrise.

«Sapevo che ci avresti sentiti. Non sarai uno di noi, ma fossi in te non sottovaluterei il sangue che porti in corpo» rise di gusto «Per quel poco degno di nota che hai, certo.»

Stephan fece per avvicinarsi al Lupo, ma questa volta ad uscire allo scoperto fu Remus. «Aspetta, Stephan.»

I quattro si girarono nella sua direzione, e Greyback riprese a ridere.
«Dagon, che piacere! Dio, mentirei se ti dicessi che non mi aspettavo che saresti venuto! Sei davvero prevedibile, oltre che stupido, lasciatelo dire. Ma sai, è da un po' che ho il sospetto di conoscerti già... Oh, ma certo, a ben guardarti mi ricordo! Dimmi, tuo padre pensa ancora a noi come a creature malvagie e senz'anima?»
«A quelli come te sì.»
Al Lupo si gelò il sorriso sulle labbra.
«Stupido ragazzino. Tu non hai capito con chi hai a che fare. E la punizione per questo è la morte. Sai, se tuo padre non ti avesse già fatto trasformare, forse adesso mi accontenterei di farlo, invece che ucciderti. Ma a quanto pare dovrai morire.»

Se anche Remus avesse voluto starsene zitto, non l'avrebbe fatto. Se quella notte sarebbe dovuta essere l'ultima della sua vita, aveva, se non altro, intenzione di dirgli tutto ciò che pensava di lui.

«Tu sei un mostro. Sei peggiore dei peggiori mostri che esistono, non sei umano. Oppure, se lo sei, sei semplicemente pazzo. Un pazzo che non riesce a pensare a niente se non a pazzie folli quanto lui. Se non ti odiassi, mi faresti pena.»

Greyback avrebbe potuto ridere, ma non lo fece. Si girò verso il bambino, lo indicò con un dito della mano e parlò.

«Tu mi dici che sono pazzo. Forse. Ma sto per fare a lui la stessa cosa che feci a te anni fa. Facciamo un gioco, vediamo se vinci tu o vinco io. Vediamo se tu lo salvi o se io lo ammazzo.»

Alzò il viso al cielo, sorridendo alla luna che ormai si poteva vedere. Con un colpo di bacchetta, Greyback fece volare Stephan al centro dei due contendenti, poi puntò la bacchetta verso i suoi due compagni, che, irrigiditisi, corsero via nella notte.

«Oh, Imperio» commentò, tranquillo «Ho ordinato loro di uccidersi a vicenda, non ci daranno fastidio. Ma adesso cominciamo, la luna non aspetta che noi.»

Rise della sua battuta, mentre Remus infilava la mano in tasca e ne estraeva la fiala di Piton. Ne strappò il tappo coi denti e bevve tutto il contenuto, d'un sol fiato.
Gettò a terra fiala, che si ruppe, producendo un rumore impercettibile alle orecchie di Remus.

I due Lupi iniziarono a trasformarsi. Prima gli occhi, che divennero neri come carbone, poi la schiena, che si incurvò. Le braccia, le gambe, i piedi, la testa. Tutto si trasformava, prendendo le sembianze di un vero Lupo Mannaro.

Quando uscirono, gli artigli gli fecero male, e i denti gli graffiarono l'interno delle labbra.

Da quel momento, si sarebbero fronteggiati due Lupi Mannari.

Buon pomeriggio, gentaglia!

Evito di dilungarmi troppo e ve lo chiedo subito: com'è il capitolo? È uno dei più lunghi, no? Contenti?

Ammetto che è stato divertente scriverlo😁

Comunque, devo ringraziarvi per le 11mila visualizzazioni (altro traguardo a cui nemmeno mi sognavo di arrivare).
GRAZIE!!

Ho anche visto che qualche personcina si è messa a votare tutti i capitoli della mia storia...
GRAZIE ANCHE A TE!!

Ok, ora torno normale.
Sì, certo, come no. Normale come la foto del capitolo.

Va be', per oggi vi saluto...
Moro

13 Anni - Remus e TonksDove le storie prendono vita. Scoprilo ora