Remus si svegliò di soprassalto con la sensazione di spaccarsi a metà.
Provava dolore in tutto il corpo, in special modo nel petto, sul cuore che batteva, troppo rapido, dentro la gabbia toracica.
Non respirava bene, non come avrebbe dovuto fare. Era un respiro affannoso, inframmezzato da colpi di tosse.Ebbe una fitta al petto e si agitò tanto da cadere dal letto. Non riusciva a pensare, a parlare e tantomeno a gridare.
Si rialzò faticosamente, ma una nuova fitta lo costrinse in ginocchio.
Il viso di Tonks era a pochi centimetri dal suo, e aveva il suo stesso pallore. Ma se per Tonks il problema peggiore erano delle allucinazioni, per Remus era tutt'altro.
Digrignò i denti per il dolore, ma si mise in piedi, sorreggendosi allo schienale del letto con entrambe le mani. Incredibile come tremasse, adesso, più di Tonks per la febbre.
Riuscì a fare qualche passo, arrivando ad appoggiarsi al muro dove si trovava la porta. Affianco a lui c'era una finestra, ma Remus non poteva guardarla, non doveva assolutamente.
Si ritrovò davanti ad uno specchio a muro e guardò il suo riflesso dentro di esso.
I suoi canini erano appuntiti, più di quanto lo fossero normalmente, più di quanto fosse possibile per un uomo normale.Uscì dalla stanza, terrorizzato, con la luna piena che lo guardava dalla finestra, quasi a volerlo accusare.
Se avesse potuto farlo, Remus avrebbe voluto tirarsi un pugno da solo, farsi male per ciò che aveva fatto.
Come aveva potuto dimenticarlo? Come era possibile che non vi avesse tenuto conto?
Come poteva, dopo anni passati ad avere paura e convivere con quel fardello, essere stato così stupido?Ma adesso non poteva rispondersi, doveva solo andarsene il più in fretta possibile.
Arrivò in cucina e il suo sguardo fu attirato da una boccale, sul tavolo, con appiccicato un bigliettino.
"Fai in modo che non succeda una seconda volta."
Remus bevve la pozione tutta d'un fiato, ringraziando quell'uomo così tante volte da perdere il conto.
Senza potersi controllare, prese il boccale, che era di vetro, e lo lanciò con tutta la forza che aveva contro il muro, facendolo andare in mille pezzi.
Digrignò i denti, pensando a ciò che aveva fatto, trattenendo lacrime di dolore e di rabbia.Solo un mostro farebbe una cosa del genere. Ed io sono un mostro.
Si accasciò a terra, senza forze, sentendo che finalmente la pozione stava cominciando a fare effetto.
In quel momento, la porta si spalancò.
«Oh, grazie al Cielo» disse Sirius, con preoccupazione e sollievo nella voce «Non riuscivo a trovarti, nella tua stanza non c'eri e dovevi prendere ancora la pozione... Mi hai fatto davvero spaventare...»
Si avvicinò a Remus, gli passò un braccio sotto le spalle e lo fece alzare.«Dobbiamo sbrigarci...» fu l'unica cosa che Remus riuscì a dire all'amico, in un soffio, che annuì.
«Lo so. Andiamo.»Lo sorresse facendolo camminare per la stanza, dirigendosi verso la porta per uscire.
Passando accanto ai vetri, Remus ci guardò dentro come aveva fatto con lo specchio. Poco umano, schiena incurvata, zanne come denti e occhi neri come l'onice.
La trasformazione era iniziata.
Questo è un capitolo abbastanza corto, lo so, ma è necessario. Il prossimo vi piacerà, è sicuro, quindi... aspettate 3 giorni😝
Moro
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13 Anni - Remus e Tonks
FanfictionUn Lupo Mannaro e una Metamorphomagus sembrerebbero non avere niente in comune, e solo tanto di diverso tra loro. Se poi questi due sono Remus Lupin e Nynphadora Tonks, le differenze non possono che aumentare: soldi, età, paure. Ma la verità è che...