"Come ci riesci?"

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Gli occhi di Tonks si aprirono dolcemente.
La luce del sole filtrava dalla finestra, dando inizio ad un nuovo giorno.

Tonks si mise una mano davanti agli occhi per bloccare i raggi di sole, ma ci rinunciò, poiché l'unico modo sarebbe stato chiudere le tende, e di alzarsi, detto sinceramente, non aveva voglia.

Spostò la mano lievemente più su, sulla fronte, e fu felice di constatare di non avere più la febbre.

Questo era davvero un nuovo giorno, come un nuovo capitolo di una storia, e sarebbe sicuramente iniziato allo stesso modo.

Con lei e Remus che spalmavano cioccolato e Nutella sulle fette biscottate, probabilmente.

Sorrise, ma un attimo dopo si rese davvero conto di ciò che aveva pensato.

Si girò rapidamente verso destra, dal lato della porta.

Remus non c'era.

Un vago senso di delusione percorse Tonks: era stato un sogno?
No, quel lato del letto era sgualcito, troppo perché lo avesse sfatto Tonks. Ci voleva un corpo più grande, maschile, per lasciare pieghe così profonde.

Tonks appoggiò la mano su quel lato del letto. Freddo.

Risultato?
Remus aveva dormito lì, ma poi se n'era andato quasi subito. Se fosse rimasto fino al mattino, il letto sarebbe stato ancora caldo.

Di nuovo provò quella strana sensazione di delusione dentro di sé, la ignorò e si costrinse ad alzarsi.

Era già vestita poiché non era stata cambiata da quando era tornata da quella missione, ma era decisamente il caso di vestirsi in un altro modo, senz'altro più comodo.
Si mise un paio di pantaloni e una camicia di seta azzurra, poi scese per fare colazione.

Non fece in tempo ad entrare in cucina che già Molly la stava stritolando in un abbraccio. Ricambiò goffamente e si sedette a tavola. Mangiò qualcosa, poi strinse gli occhi e fece la domanda che voleva fare dall'inizio.

«Remus non c'è?»
Il viso di Molly cambiò, diventando triste e cupo.
«Oh, giusto, tu non puoi saperlo...»
La sua voce era così preoccupata da spaventare Tonks.
«Che cosa?» chiese, allarmata.
«Oh, cara... ieri sera c'è stata la luna piena.»

Tonks correva per il corridoio della casa, come s'immaginava avesse fatto Remus l'altra sera, quando l'aveva sentita urlare.

Arrivò davanti alla stanza del mago e bussò. Non fu sorpresa di ricevere come risposta un «avanti» con la voce di suo cugino.

Entrò, e vide subito Remus, disteso sul letto con il lenzuolo a coprirlo fino alle spalle, nude e piene di graffi quanto le braccia, che stava medicando Sirius, e il viso, le cui ferite avevano cominciato a richiudersi.

La ragazza si avvicinò ai due, e fu sorpresa di trovare Remus con gli occhi aperti, che gli sorrise con un certo sforzo.

Si mise a sedere su una sedia che trovò lì accanto, di fianco a quella di suo cugino.

Osservò per un po' Sirius passare un panno sui tagli di Remus, che lo coloravano di un rosso vivo.

Poi prese coraggio.

«Posso... posso farlo io?»
Sirius la guardò.
«Sei sicura di...?»
«Lasciaglielo fare.»

La voce di Remus era flebile e stanca, come se parlare gli costasse fatica, ma anche ferma e decisa.

13 Anni - Remus e TonksDove le storie prendono vita. Scoprilo ora