Il tempo di svegliarsi, e già Tonks aveva deciso di andare a fare colazione.
Appena tornata dalla missione, si era rifugiata in camera sua, non desiderando altro che dormire.
E il sonno l'aveva raggiunta, vuoi per la stanchezza, vuoi per qualsiasi altra cosa.Ora si era svegliata, cercando di non pensare a niente.
Scese le scale silenziosamente, facendo passare il palmo sul corrimano delle scale, sentendo le sue dita che scivolavano piano sulle nervature del legno.
Un gradino dopo l'altro, un passo dopo l'altro.
Incredibile come spesso un ritmo riesca a non farti pensare.Tonks passò per un corridoio che quel giorno le parve ancora più lungo, oltrepassò porte che sembravano condurla sempre più nell'oscurità, fino a che non ebbe raggiunto il salotto.
Non era diverso dal solito, ma Tonks pensò che vuoto fosse incredibilmente triste.
Si avvicinò ad una mensola.Lo specchio era ancora lì.
Tonks si era completamente dimenticata di quello specchio, ma in un attimo la sua vista le riportò alla mente così tanti ricordi da non poterli nemmeno contare.
Prese in mano lo specchio e ci guardò dentro.
Il suo viso era quello di sempre, ma aveva parecchi particolari che non avrebbero dovuto esserci.
Come i capelli grigi.
Come gli occhi arrossati dal pianto.Non avrebbero dovuto esserci, sebbene la loro causa fosse visibile nello specchio.
Difatti, Remus era appena apparso in fondo al vetro, nella porzione di spazio dove c'era la porta.
Fece per andarsene, ma lei lo chiamò, fermandolo.
Aveva delle pesanti occhiaie, e gli occhi stanchi. Ed era impallidito leggermente alla vista di Tonks, ma lei non poteva notarlo.
«Remus... Aspetta, ti prego.»
«Che c'è?» le fece, brusco.Rimase a bocca aperta. Non l'aveva mai sentito parlare così, o se non altro, mai lo aveva fatto senza scusarsi.
Si riprese quel tanto che le serviva per continuare.«Io... Volevo parlarti di ieri sera.»
Lui fece una smorfia.
«Che c'è da dire?»
«Come sarebbe "Che c'è da dire?"» fece quella, sorpresa.
«Non c'è niente da dire. Ci siamo baciati. Punto.»
«Vorresti dire che per te non ha significato niente?»Lui sospirò, ma sembrò essere più rassegnato che irritato.
«Tonks, cosa ti aspetti che significhi?»
Lei rimase a bocca più aperta di prima.
«Io... Remus, ci siamo baciati. Baciati. Non è una cosa che succede tutti i giorni.»
«Oh, Tonks, non capisci?» esplose Remus «Per me non significa niente. È stato solo un bacio. E tu sei una bambina...»
«Che vuoi dire?» fece Tonks, adesso sulla difensiva.
Remus si morse il labbro.
«Tonks, tu sei solo una bambina. E sei una Tassorosso. Per te è normale essere attratta da uno come me. Sono più grande, pensi che io sia perfetto per te, ma non è così. Ti dispiace per me. Sei giovane, e hai tutta la vita davanti. E pensi che, in ogni caso, saresti ricambiata.»
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13 Anni - Remus e Tonks
FanficUn Lupo Mannaro e una Metamorphomagus sembrerebbero non avere niente in comune, e solo tanto di diverso tra loro. Se poi questi due sono Remus Lupin e Nynphadora Tonks, le differenze non possono che aumentare: soldi, età, paure. Ma la verità è che...