Nei mesi che seguirono, le missioni divennero meno frequenti. Il motivo doveva essere che tutti, Mangiamorte e membri dell'Ordine, stavano aspettando quella festa al Ministero come i bambini aspettano l'arrivo del Natale.
E dicendo questo non si andava troppo lontani dalla realtà, poiché il ballo, per così chiamarlo, altro non era che il festeggiamento dell'Epifania.
Nei mesi di attesa si predispose un piano, si affinarono i dettagli, si studiarono le parole esatte sul foglio di invito, si cercò di capire chi altri potesse essere invitato.
L'invito giunse anche a Kingsley, poiché era uno dei pochi membri dell'Ordine a non essere noto al Ministero, che lo rifiutò, con il dovuto garbo.Quattro volte furono strappate le pagine del calendario, e quattro mesi passarono.
Il giorno della festa, gran parte dell'Ordine era in completo fermento. Remus non aveva visto Tonks da dopo la colazione, e la signora Weasley si era dimenticata si dirgli dov'era. Dimenticata, perché non appena Remus le aveva posto la domanda, la signora era stata presa da altre faccende, e dopo poco se n'era andata in un'altra stanza, lasciando Remus senza risposta.
Così, Remus era semplicemente andato da Sirius, passando il pomeriggio a parlare con lui.
«Secondo te cosa succederà al ballo?»
«Ballerete» aveva risposto lui, annoiato.
Remus non aveva avuto voglia nemmeno di ridere, e perciò la conversazione si era spenta lì.Alla sera, verso le otto, poiché il ballo sarebbe iniziato alle 21 e avrebbe incluso anche il pasto della serata, Remus incominciò a prepararsi.
Andò nella sua stanza e prese il vestito, abilmente stirato da un'efficientissima signora Weasley in miniatura, tale era Ginny, e iniziò a vestirsi.
Durante quei quattro mesi che erano ormai trascorsi, Remus aveva avuto modo di scegliere personalmente come fosse il suo vestito, che aveva fatto fare di colore bianco.
La giacca aveva i bottoni rotondi, colorati di un nero lucidissimo, lo stesso dei gemelli da polso, a forma di "R", a destra, e di "L", a sinistra. Il bavero era di color argento acceso, così come la cucitura del taschino. La camicia che portava sotto la giacca era nera, a richiamare i gemelli e i bottoni, e spuntava dalle maniche della giacca sui polsi. Al collo aveva un papillon blu notte, con rifiniture nere, e il retro della giacca aveva lo spacco centrale.
I pantaloni erano neri, con una tasca per lato, e finivano con delle leggere pieghe, naturalmente volute, che andavano a coprire il collo delle scarpe, lucide e nere, completando l'abito.Prese la bacchetta e la infilò nella tasca dei pantaloni. Poter infilare una mano i tasca e sentirla dava sicurezza ai maghi, e a lui in particolare.
Uscì dalla stanza socchiudendo la porta, e scese le scale.
Sirius e Silente lo stavano aspettando accanto all'uscita, il primo in piedi, il secondo seduto su una poltrona probabilmente evocata con la magia.Remus si mise di fianco a loro, dando la buonasera ad entrambi. Dopo avergli fatto il verso, Sirius si inchinò un paio di volte, prendendo in giro Remus.
Passarono poco più di cinque minuti, poi si sentì una porta chiudersi. Una figura apparve sulle scale, diventando visibile solo alla luce della luna che filtrava dalla finestra, che la illuminò completamente.
Tonks era meravigliosa. Remus pensò che mai come in quel momento il suo nome fosse più adeguato.
"Nymph può indicare le Ninfe, ovvero antiche Dee della mitologia greca dalla grande bellezza".
Il vestito era verde, proprio come aveva suggerito Remus, e le arrivava fino alle caviglie, allargandosi a formare pieghe sempre più larghe.
Aveva le spalle scoperte, così come il collo e le braccia, vulnerabili.
Dentro le pieghe, il vestito era di un verde più scuro, mentre le rifiniture, che formavano disegni tondeggianti sul busto, erano azzurro chiaro, anch'esso tendente al verde.
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13 Anni - Remus e Tonks
Fiksi PenggemarUn Lupo Mannaro e una Metamorphomagus sembrerebbero non avere niente in comune, e solo tanto di diverso tra loro. Se poi questi due sono Remus Lupin e Nynphadora Tonks, le differenze non possono che aumentare: soldi, età, paure. Ma la verità è che...