Il posto non era così male come Remus se l'era immaginato.
I segni di degrado non erano così evidenti, la linea che divideva il mondo normale da quello diverso, nemmeno troppo marcata.
La strada su cui Remus stava poggiando i piedi era asfaltata ma vecchia, del tipo che veniva costruito molto tempo prima.
Di questo Remus non si stupiva, poiché era certo che quei pochi ma potenti Incantesimi atti a lasciare intatto il territorio del branco avessero funzionato a dovere, tenendo alla larga coscienti Maghi, e incoscienti Babbani.
Un'unica cosa di quel posto lasciava presagire, infatti, la presenza di qualcosa di anomalo, e altro non era che la forma delle scalfitture nei muri delle abitazioni costruite accanto alla strada, che facevano pensare a enormi cicatrici nella pietra.
Artigli, naturalmente.
Non serviva certo un genio per fare due più due.Mentre camminava, guardandosi curiosamente e prepotentemente intorno, il nostro mago non poté fare a meno di notare che il posto sembrava deserto.
Sembrava.
L'uomo si fermò di scatto, lo scalpiccio di piedi appena udito ancora nelle orecchie.
D'istinto portò una mano al fianco sinistro, dove sapeva trovarsi la sua bacchetta, ma dovette ricacciare indietro la mano a metà del movimento, ricordando a sé stesso che sarebbe stato più pericoloso usare la bacchetta che non farlo, seppur nel caso in cui fosse stato costretto, l'avrebbe usata, come ultima risorsa.
Indietreggiò, andando dalla parte opposta della provenienza del rumore.
Sentì un altra volta quello strano scalpiccio, e questa volta non poté fare a meno di pensare che ciò che lo stava pian piano accerchiando fosse troppo veloce per essere umano.
Andò indietro per qualche passo ancora, finché non andò a sbattere la schiena contro il freddo muro di una casa abbandonata, spettralmente deserta.
Ebbe appena il tempo di girare la testa verso il muro per riflesso incondizionato, che la causa del pericolo gli si palesò davanti.
Davanti a lui, disposti a semicerchio frontalmente al muro, c'erano una quindicina di lupi dal manto lucente come la luna, e dagli occhi scuri come la notte.
Era palese che quelli non fossero Lupi Mannari, ma Remus non dubitava di certo che artigli e zanne non potessero ferirlo, e persino ucciderlo.
Appoggiò i palmi delle mani alla parete cercando di trovare un'idea, una soluzione per uscire da quella situazione, mentre il cerchio di lupi si stringeva sempre più.
Si guardò intorno, ma l'unica cosa che vide furono la strada e i muri che la circondavano, senza lasciare via di scampo al mago.
«Fermi.»
Quella voce fu così diretta e glaciale che persino Remus, per un attimo, fu tentato di obbedire e smettere persino di pensare.
Una figura apparve da un vicolo tra due case, catturando l'attenzione dei lupi lì presenti. Apparve un'ombra sulla strada, poi la figura si mostrò, sorprendendo Remus come non pensava che qualcuno avrebbe mai fatto.
Quella appena apparsa altro non era che una donna, magra e alta, con un viso bello e scarno, e una chioma di capelli di un castano chiaro striato d'oro scuro, legata in una morbida coda.
Remus vide persino da quella distanza gli agghiaccianti occhi azzurro-grigi della giovane, che dimostrava all'incirca trent'anni.
Quello sguardo di ghiaccio si posò in quello del lupo che aveva di fronte, che aveva fatto un passo avanti, sciogliendosi dalla fila.
Il lupo si avvicinò ancora di più, e per un attimo di pura immaginazione Remus vide le carni della donna dilaniate dalle zampe dell'animale, che invece si avvicinò alla ragazza, lasciandosi accarezzare il collo.
Gli altri lupi ruppero la formazione per andare intorno a quello che Remus adesso considerava, correttamente, il capo del branco che si era trovato di fronte.
Remus si staccò dal muro, avvicinandosi con cautela alla donna.
«Avvicinati pure, mica ti mordo» gli disse, prima di erompere in una risata.
Un gesto fugace e di puro divertimento, che Remus trovò molto più spontaneo di qualsiasi altro sorriso che avesse visto negli ultimi tempi.Remus si avvicinò, guardingo, mentre la donna si accucciava per accarezzare la pelliccia di un altro lupo.
«Fallo anche tu. Devono abituarsi alla tua presenza.»
Lo disse così, come se Remus non dovesse affatto abituarsi alla loro.In ogni caso, pregando di non essere morso, Remus mise la mano sul pelo di uno dei lupi, che non lo morse né lo attaccò.
La donna lo osservò, rialzandosi.
Se non lo mordevano il risultato era chiaro, almeno per lei.Remus, notando che lei si era alzata, fece lo stesso.
«Credo... Credo di doverti ringraziare» disse, esitando un attimo «Non penso che ne sarei uscito vivo, altrimenti.»
«Ne saresti uscito, invece.»
«Perché dici questo?»
«Perché sei un Lupo Mannaro.»Una secca risposta che Remus si aspettava.
«Non attaccano i Lupi Mannari, vero?» chiese, riferendosi ai lupi.
«Sei intelligente, vedo. È una buona caratteristica, nel branco.»Si incamminò verso il vicolo da dove era venuta, seguita da Remus e dai lupi.
Remus la raggiunse.
«Qual è il tuo nome?» gli chiese la donna, guardando avanti a sé.
«Dagon Kyrie» rispose.Lei, però, fece una smorfia.
«Ti avevo chiesto il tuo nome, non il tuo cognome. Ti credevo intelligente, ma forse aspettarmi che tu non sbagliassi è stato troppo. Nel branco dire il proprio cognome è un gesto di estrema fiducia.»
«In tal caso non credo di aver fatto un errore» rispose, guardandola negli occhi.Lei sospirò, senza rispondere.
«Il mio nome è Katheelyn, e se te lo stai chiedendo, stiamo andando a casa mia. Stasera dormirai da noi, domani ti presenterò alla Fossa, che sarebbe il soprannome del branco. Sai usare la magia?»
L'uomo non rispose.
«Sii sincero» insisté lei.
«Sì, so usarla.»
«Bene. Non preoccuparti, non sei l'unico. So usarla anche io, e anche mio marito. Dovrò presentarti sia lui che mio figlio.»
«Hai un figlio?» fece l'altro, con stupore.
Lei lo guardò, sospirando e scuotendo il capo.
«Hai tante cose da imparare, Dagon.»Buon pomeriggio, gente.
Oggi non dovrei pubblicare, ma questo capitolo, che avrei dovuto pubblicare domenica, parla di un nuovo inizio di Remus. Dato che oggi è il giorno di Tutti i Santi, e domani Tutti i Morti, mi sembrava che fosse una buona cosa pubblicarlo, sia perché l'idea che qualcuno ricominci una nuova vita dopo il trapasso è paragonabile, in senso figurato, a questo, sia per cercare di farvi sorridere un po' in questo giorno un po' triste.
Io sto andando a fare un salutino a mio nonno, voi siete stati al cimitero?
Parliamo di cose un po' più belle: chi di voi ha fatto ponte? Io no, e stasera devo studiare Latino per il compito...
Domani Geo-Storia, dopodomani Italiano, e poi... Lucca Comics!
Chi ci va?Comunque, forse mia sorella ci avrà già fatto caso, il soprannome del branco, "La Fossa dei Lupi", è anche il nome della tifoseria della squadra di pallavolo della mia città (nella foto del capitolo), i Lupi di Santa Croce. Carino, eh?
Un saluto a tutti!
Moro
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13 Anni - Remus e Tonks
FanficUn Lupo Mannaro e una Metamorphomagus sembrerebbero non avere niente in comune, e solo tanto di diverso tra loro. Se poi questi due sono Remus Lupin e Nynphadora Tonks, le differenze non possono che aumentare: soldi, età, paure. Ma la verità è che...