(Ve lo ricorderò all'inizio di ogni capitolo. La storia non è raccontata in ordine cronologico, ci sono molti flashback e salti nel tempo, per cui vi consiglio di tenere a mente il numero che contrassegna il capitolo. I numeri scritti in lettere fanno parte del passato, le cifre del presente. E' complicato, I know)
present
La prima cosa che noto della signorina Richardson è lo smalto rosso fuoco che porta alle unghie, e non perché le sue mani siano particolarmente belle e curate. Lo noto perché, come varco la soglia del suo ufficio, l'odore dell'acetone mi pizzica le narici.
La signorina Richardson mi squittisce le sue scuse e si affretta a chiudere la boccetta che poi ripone in un cassetto della scrivania. Si slega i capelli lisci e se li ravvia dietro le orecchie in un solo gesto, mettendo in mostra un paio di orecchini dorati.
Ancora in piedi sulla porta di quello che dovrebbe essere lo sportello d'ascolto della scuola, non posso fare a meno di notare quanto la sua figura giovane ed elegante stoni tra quelle quattro mura: le pareti di un dubbio giallino (lo stesso dubbio giallino che perseguita ogni aula di questo edificio) sono ricoperte da cornici, pinboard, mensole, armadi, tutto rigorosamente in legno. Uno spesso strato di polvere aleggia ovunque, facendomi presumere che all'interno degli armadi siano ancora conservati dieci generazioni di documenti.
I bidelli sanno che c'è anche questa stanza da pulire o hanno preferito bannarla dalle loro mansioni? Effettivamente, considerata l'utilità...
La signorina Richardson mi fa segno di accomodarmi sulla sedia posta di fronte a lei, si arma di carta e penna e mi sorride, come se non vedesse l'ora di iniziare. Mi siedo, abbandono lo zaino sul pavimento e incrocio le braccia al petto, lanciandole un'occhiata diffidente in cambio.
Prima questa donna capirà che non ho intenzione di aprire bocca, prima finiremo.
La signorina Richardson scova tra i cassetti della scrivania un raccoglitore, attenta a non rovinarsi lo smalto fresco.
"Cognome?" Il timbro squillante della sua voce fa pendant con il rossetto.
"Min."
Tutta indaffarata si mette a frugare tra una pila di fogli e buste, evidentemente ordinati secondo l'alfabeto, fino a quando non trova quello che cerca e lo sfila dal mucchio. Il raccoglitore torna a nanna nel cassetto.
"Min Yoongi" esclama. "Diciotto anni. Quarta liceo."
Perché sta leggendo queste cose ad alta voce? Come se io non sapessi quanti anni ho.
I suoi occhi scorrono la pagina, lo sguardo le si acciglia. Quando parla la sua voce si è fatta ostile, come se io le avessi fatto un grandissimo torto. "Perché il resto del questionario non è compilato?"
Gira verso di me il foglio e mi indica con la penna un grande spazio bianco; Spiega in poche righe le motivazioni per cui ti riferisci allo sportello d'ascolto dice la consegna che lo precede.
"Ho personalmente creato questo questionario con il preside per poter ottimizzare i tempi e decidere chi aveva bisogno di appuntamenti privati e chi del gruppo di supporto prima di iniziare con gli impegni del nuovo anno." Sembra davvero indispettita. "Lo faccio per voi, non per me."
Si agita tutta facendo dondolare la collana che porta al collo mentre tira fuori una grossa agenda e inizia a spostare post it colorati e a scarabocchiare come se ne andasse della sua vita. Seriamente, chi diamine ha assunto questa tizia? Gli psicologi laureati li avevano finiti in negozio?
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Inghiottito dal Mare, Rapito dalla Luna - UNDERNEATH THE MIRROR (BTS Yoonmin)
Fanfiction[Il cartaceo di "Inghiottito dal Mare, Rapito dalla Luna" è già disponibile su Amazon!] Yoongi è costretto dalla madre a frequentare una psicologa da quando i suoi comportamenti lasciano intendere che in lui ci sia qualcosa di profondamente sbagliat...