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(Ve lo ricorderò all'inizio di ogni capitolo. La storia non è raccontata in ordine cronologico, ci sono molti flashback e salti nel tempo, per cui vi consiglio di tenere a mente il numero che contrassegna il capitolo. I numeri scritti in lettere fanno parte del passato, le cifre del presente. E' complicato, I know) 

present

Le ultime luci di Giorno tingono la mia camera con un alone dorato.

Danno il meglio di se nell'illuminare i granelli di polvere altrimenti invisibili che oscillano giocosi nell'aria; è il loro ultimo numero e lo vogliono finire in bellezza per assicurarsi che nessuno si scordi di loro quando il buio arriverà.

Notte e Giorno, sempre in lotta per il premio come migliore impiegato del mese.

Le pareti bianche riflettono le sfumature rosee del cielo e sospirano beatamente, senza interrompere il contatto visivo con l'ampia finestra che troneggia dall'altra parte della stanza. Leccapiedi prive di personalità: anche questo gennaio non ci vuole un genio per sapere a chi andrà il loro voto.

La sfera di Hoberman con cui sto giocando, la stessa che papà mi regalò quando ricevetti la prima pagella alle elementari, è così leggera tra le mie mani. La chiudo e la apro, la chiudo e la apro, ipnotizzato da quella miscela di colori mai scoordinata.

Conto ad alta voce, dando un ritmo al mio aprire e chiudere, aprire e chiudere, aprire e chiudere, aprire e...

Senza smettere, tendo un orecchio per sentire se dietro di me proviene alcun suono.

Giorno si deve essere accorto che non gli sto prestando molta attenzione perchè il sole fa capolino da una nuvola, chiazzandosi sul lucido parquet del pavimento; gattona verso l'interno della stanza per cercarmi. Mi tradiscono i piedi, troppo lunghi per non sbucare, e lui mi raggiunge lì, nel mio angolino.

Il suddetto angolino non è l'angolo tra due muri della mia camera da letto: è l'angolo che si è venuto a creare tra la cassettiera e il mio grande specchio a parete alla sua sinistra. Quando sono seduto lì dietro dalla finestra sono invisibile. Non che io abbia dei vicini che ci tengano particolarmente a vedere cosa combino in camera. O dei vicini vicini dato che la mia finestra dà sulla strada.

Comunque, ignoro Giorno e continuo imperterrito a contare.

"UNO, due, tre, quattro, UNO, due, tre, quattro..."

Il vicino che non ho si starà chiedendo se alla veneranda età di diciotto anni non mi sia dato ai soldatini di legno. Magari mi immagina qui dietro, la schiena aderente allo specchio, con la mia bella collezione di soldatini ammucchiata tra le gambe, intento a dipingere loro la divisa con la stessa tinta lavanda che ho sui capelli. Soldatini Lavandosi pronti a marciare sui miei conti. Stranamente fico.

La mia marcia si fa più decisa, i movimenti con cui apro e chiudo la sfera di Hoberman più vigorosi. Sapevo che così lo avrei spinto a dirmi qualcosa.

"Mi spieghi perché stai contando? Non ne ho certo bisogno per andare a ritmo con te."

La sua voce è miele ed io sto sorridendo.

"Meno lamentele, continua ad esercitarti."

"Ci stiamo dando la schiena. Chi ti dice che mi stessi esercitando prima?"

Sia io che lui sappiamo benissimo che le sue sono solo chiacchiere; come me, vuole solo una scusa per farmi voltare.

Rimanendo seduto a gambe incrociate, giro il busto per poter fronteggiare lo specchio dietro di me.

Lui, ovviamente, fa lo stesso.

Perché è costretto. E' nel mio specchio.

Anche lui stringe tra le mani la mia sfera di Hoberman. La sua felpa coi polsini consumati è identica alla mia.

Inghiottito dal Mare, Rapito dalla Luna - UNDERNEATH THE MIRROR (BTS Yoonmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora