ventisette

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(past)


Qualcosa di duro mi colpisce la nuca, facendomi sprofondare il viso contro il panino che sto mangiando.

Mi giro, il naso sporco di maionese, solo per vedere un sorriso sul viso di Taehyung. Lui scende dal gradino su cui è seduto, la palla da basket che mi ha lanciato stretta contro lo stomaco, accomodandosi sul mio.

Sarà mezzogiorno e la professoressa ha già deciso che ne ha piene le scatole di vedere pesci, squali e altri animali marini, per cui siamo ufficialmente in pausa pranzo. E dato che fuori c'è il sole, un evento particolarmente piacevole dopo le prime piogge autunnali, la classe si è tutta riunita nel giardino interno dell'acquario che stiamo visitando, già persa in chiacchiere e cibo.

Il che vuol dire che sono automaticamente escluso da entrambe le discipline. Non ho voglia di parlare e di sicuro non voglio che nessuno noti il fatto che continuo a masticare e a mordere, ma il panino non va consumandosi. Solo l'odore mi nausea.

Speravo che stando un po' da parte mi sarei risparmiato le attenzioni dei miei compagni, ma ovviamente non poteva essere così. Non quando si tratta di Tae.

Una volta seduto di fianco a me si tira dietro il proprio zaino, tirando fuori quello che deve essere il terzo trancio di pizza. Socchiude gli occhi mentre la morde di gusto, godendosi il sole sulle palpebre.

Per un attimo mi lascia credere che tutto quello che voleva era farmi compagnia.

"Va tutto bene?"

Rispondo troppo prontamente. "Si, certo."

Taehyung mi guarda da sotto la sua frangia castana, masticando la sua pizza nello stesso modo in cui sta soppesando la mia risposta. Non è la prima volta che gli vedo questo sguardo. O almeno, non la prima volta che lo rivolge me. A dirla tutta lo ha abbastanza spesso, è solo che è più facile ignorarlo.

Lui non è il tipo di persona che vuole sapere tutto della vita altrui, che si sente tagliato fuori se non gli si racconta qualcosa spontaneamente, ma oggi decide di non fermarsi al mio primo segnale di riservatezza.

"Come hai fatto prima a rimanere indietro? Quella stanza non aveva neanche la vetrina migliore da guardare. I cavallucci marini ti sarebbero piaciuti molto di più."

"Stavo solo-" Cerca una scusa, cerca una scusa. "pensando. Si. Mi sono perso nei miei pensieri e prima che me ne accorgessi eravate già andati avanti."

"Potevi raggiungerci." mi fa notare in tono pratico.

Do un morso al mio panino, mantenendo viva la farsa.

Per un attimo Taehyung sembra voler lasciar perdere. Mio malgrado, mi conosce troppo bene.

Si sistema meglio sul gradino, incrociando le gambe e sporgendosi verso di me, il tono di voce moderato.

"Yoongi, è successo qualcosa quest'estate? E' da quando ci siamo rincontrati che sembri costantemente distratto." Nel suo viso troppo serio spunta un piccolo sorriso, pronto ad alleggerire la situazione, una cosa tipicamente da Taehyung. "Non è che hai conosciuto qualcuno di interessante? Questo spiegherebbe tutto."

Colto sul fatto. Quasi.

Tae deve notare il mio improvviso cambio d'umore dal modo in cui mi aggiusto anche io sul gradino, dalla mia mano che sfrega la nuca.

"Niente di importante."

Almeno si sta trattenendo dall'esclamare qualcosa con aria trionfante, questo glielo devo concedere. "Davvero? Vedendo come ti ha ridotto non si direbbe."

Evito accuratamente di pensare a quel vedendo come ti ha ridotto. E io che credevo che qui fossero tutti ciechi.

"Non importa, Ta-"

"Dove vi siete conosciuti?"

Passa un minuto buono dal momento in cui il mio amico mi pone questa domanda e la mia risposta. Lui mi guarda con un viso così gentile, così pacifico sotto i raggi del sole.

Kim Taehyung è quel genere di persona che se sembra felice lo è davvero. Gli ho sempre nascosto i miei problemi, sempre evitato di parlare dei litigi dei miei e dei miei voti per non vedere quel suo sorriso sbarazzino scivolare via.

Non posso dirgli di Jimin. Non posso.

Eppure mi sorprende questa voglia, questo formicolio che mi pizzica le labbra dall'interno. Sento davvero l'impellente bisogno di dirgli qualcosa, anche il particolare più stupido. Liberarmi di quel peso minimo.

"Ci siamo conosciuti in vacanza, al mare."

Come previsto, l'espressione di Taehyung si illumina ancora di più mentre lui mi si accovaccia vicino, pronto ad ascoltare ogni parola che uscirà dalla mia bocca.

Mi fa segno con la mano di proseguire con il mio discorso dopo qualche secondo di silenzio.

"Cosa?" chiedo.

Lui mi guarda in tralice. "Chi è? Vi siete messi insieme o no?"

In automatico, tutto il sangue del mio corpo risale sulle mie guance, i miei occhi sgattaiolano via. Questa non me l'aspettavo.

"Noi non- non era quel genere di relazione."

"E allora quale genere di relazione era? Avete-"

"Taehyung, mio dio, no, non c'è stato niente."

Nell'esatto momento in cui mi rendo conto che qualcosa sta facendo leva sull'angolo della mia bocca mi assalgono i sensi di colpa. Non dovrei pensare in questo modo. Anzi, questa conversazione non dovrebbe proprio stare avendo luogo.

L'idiota ridacchia, inconsapevole di tutto. E' solo molto eccitato per il fatto di vedermi imbarazzato. Non penso che in tre anni di amicizia abbiamo mai intrapreso chiacchierate di questo tipo che involvessero me.

"Non voleva o non ti piaceva abbastanza?"

Eppure non riesco a tenere la bocca chiusa. E' così strano parlarne anche solo a grandi linee. Ed è ancora più strano il fatto che per Taehyung questa persona a cui mi riferisco sia ancora in vita, e questo mi fa pensare.

Per la durata di questa conversazione è come se la mia ultima giornata a Nessunposto non fosse mai esistita. Come se Jimin fosse ancora là, ad aspettarmi. Come se il suo numero nella mia rubrica fosse raggiungibile.

Per quei tre minuti è davvero bello fingere che sia così. 

Inghiottito dal Mare, Rapito dalla Luna - UNDERNEATH THE MIRROR (BTS Yoonmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora