dodici

1K 188 75
                                    

past


"Pensi che un tunnel possa impressionarmi?"

Jimin mi rifila un pugno sulla spalla. "Sei davvero insopportabile."

Davanti a noi si apre la bocca di una lunga galleria riservata a pedoni e biciclette. Ci addentriamo e il buio incombe su di noi lasciando i nostri occhi a farneticare per mettere a fuoco lo spazio che ci circonda. La luce elettrica emessa dall'alto è flebile, scarsa, il paesaggio soleggiato sotto la quale abbiamo camminato fino a tre secondi fa un lontano ricordo.

Lentamente il viso di Jimin smette di essere una sagoma e torna ad essere formato da ombre e chiaroscuri violacei. Riesco a vederne l'espressione spensierata, il passo leggero.

"Amo venire in questo tunnel durante l'autunno, quando i turisti se ne vanno e c'è meno traffico. Esattamente a metà c'è questa specie di piccola rientranza, tipo un gradino, che doveva far parte di un qualche progetto incompiuto dove mi piace sedermi."

"Le persone che passano non ti scambiano per un barbone?"

Jimin ride e la sua risata echeggia tra le pareti strette. "Forse sì."

Continuiamo a camminare e la sagoma scura del punto che mi è stato descritto si staglia contro la visuale luminosa della fine del tunnel.

Supero Jimin e raggiungo l'alto gradino di pietra, largo abbastanza per una persona sola. Al tatto la superficie è liscia anche se irregolare. Se la pioggia filtrasse attraverso la collina che sovrasta questa galleria ci si formerebbero delle piccole pozzanghere.

"E quando sei qui cosa fai?" chiedo, incuriosito.

Quando Jimin mi affianca vedo il modo in cui fissa le mie mani. Probabilmente sta pensando che è strano avere portato qualcuno in quello che deve essere il suo posto. Magari me lo sta mostrando solo perché sa che me ne andrò e che non teme di doverlo poi condividere.

"Non faccio un gran che. Canto; mi sfogo urlando."

"Un barbone davvero arrabbiato."

Sorridiamo nella penombra senza un motivo in particolare. Dovrei fargli ascoltare Dancing in the dark, gli piacerebbe.

Prendo Jimin per le spalle e lo spingo fino a farlo sedere sul suo gradino.

"Dai, fammi vedere." gli dico.

"Cosa? Adesso?"

"No, guarda, stiamo qui ad aspettare settembre."

Lui ride, nervoso. "Ma perché?"

"Perché proprio non riesco a immaginarmi uno come te venire qui tutto solo per andare giù di testa." Mi accovaccio sui talloni senza toccare terra con le ginocchia, appoggiandomi con i gomiti alle sue gambe. "Per esempio: a scuola ti danno un brutto voto, tu esci tutto immusonito e una volta arrivato qui ti metti a tirare accidenti ai professori? Tipo, vaffanculo, matematica!"

"Messa a questo modo sembra parecchio ridicola, ma in sostanza sì, è quello che faccio."

Jimin mi guarda dall'alto e il suo sorriso si allarga nell'esatto momento in cui capisce cosa sto per fare.

Prendo una grande boccata d'aria e grido a pieni polmoni. "VAFFANCULO, MATEMATICA!"

Tutt'intorno a noi l'eco espande la mia voce un paio di volte, subito seguito dalle nostre risa. E adesso chi ci ferma più.

Gli occhi di Jimin sembrano guizzare, divertito dal suo stesso modo infantile di essere trasgressivo.

Rido con lui, piegando la testa in avanti. "Si, un po' ridicolo lo è."

Lui si alza, trattenendomi per le braccia per non farmi perdere l'equilibrio. "Sai cos'è ancora più liberatorio?"

Le ossa delle mie ginocchia scricchiolano quando mi rimetto in piedi.

"Cosa?"

Jimin ed io corriamo, corriamo, corriamo.

Corriamo anche se non abbiamo più fiato, urlando una parola o due ogni tanto, le nostre gole in fiamme.

Corriamo avanti e indietro per il tunnel senza mai raggiungere la luce.

Corriamo e due ciclisti ci sfrecciano di fianco facendomi un pelo, le loro imprecazioni nei miei confronti che si uniscono alle nostre.

Corriamo e io mi volto all'indietro verso Jimin, più lento del sottoscritto, i miei capelli verdi sparati da tutte le parti, la maglietta larga che mi svolazza intorno, il cuore che batte forte nella cassa toracica.

Gli ammicco, rallentando fino a fermarmi una volta arrivato al limite, lo stacco netto tra la luce del sole e l'ombra del tunnel a pochi centimetri dalle mie scarpe. Jimin continua a correre alla stessa velocità e mi salta sulla schiena, le sue braccia strette intorno al collo. La sua risata affannata è contro il mio orecchio mentre la perdita d'equilibrio mi costringe a qualche passo all'aperto.


MOTIVI PER CUI MIN YOONGI TORNERA' A NESSUNPOSTO:

1) Gelato

2) Agopuntura Gratis

3) Precipizio

4) Tunnel Pedonale

Inghiottito dal Mare, Rapito dalla Luna - UNDERNEATH THE MIRROR (BTS Yoonmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora