quattro

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(Ve lo ricorderò all'inizio di ogni capitolo. La storia non è raccontata in ordine cronologico, ci sono molti flashback e salti nel tempo, per cui vi consiglio di tenere a mente il numero che contrassegna il capitolo. I numeri scritti in lettere fanno parte del passato, le cifre del presente. E' complicato, I know) 

past

La porta al piano di sotto sbatte, interrompendo la mia lettura.

"Sono a casa!" urla mio padre.

Mi allungo sul letto per guardar l'orario dal cellulare. Le diciannove e trenta di sera. Impossibile. Sarebbe più facile credere che gli alieni siano venuti a Nessunposto per una vacanza intergalattica, abbiano accidentalmente ucciso mio padre mentre provavano il windsurf e abbiano deciso di clonarlo per evitare una guerra con la Terra.

Sono piuttosto curioso di vedere un autentico clone, perciò urlo in risposta che sono di sopra, in camera mia. In men che non si dica papà entra in camera, i vestiti da lavoro sgualciti e la cravatta allentata.

"Yoongi," mi saluta, disinvolto. "Quando sono tornato a casa ieri sera stavi già dormendo."

Non alzo neanche gli occhi dal libro.

"E quando io mi sono svegliato questa mattina eri già andato a lavoro."

Il suo sorriso di scuse viene rinviato al mittente, il pacco ancora sigillato. Giro pagina.

Mio padre assorbe il colpo in silenzio, passandosi una mano sulla guancia ispida. Prende un cuscino dal mucchio in fondo al letto e si siede sull'unico angolo del materasso non occupato da me.

"Ho un favore da chiederti."

Maria, madre di Dio.

Giro un'altra pagina senza neanche averla finita di leggere. "Com'è che riesco a sentire che non mi piacerà?"

"L'azienda ha organizzato una sorta di pranzo di lavoro per domani. Sarà una cosina semplice, niente di che, una sorta di picnic per rompere il ghiaccio tra colleghi, presentare le famiglie, portare i bambini..."

"Non sembra molto professionale."

"Infatti, non lo è. A Nessunposto tutti conoscono tutti, non sono riservati come da noi."

Mi metto seduto e appoggio il libro tra me e mio padre, senza mollare la presa sulla copertina rigida.

Il mio tono di voce esprime la stessa felicità di un ateo radicale invitato a messa. "Mi stai chiedendo di venire con te, vero?"

"Ci sarà cibo gratis, da bere, dolci..."

Rovescio la testa all'indietro e rido, come se avesse detto una cosa molto divertente.

"Mi rifiuto categoricamente di essere corrotto per una fetta di torta."

Mio padre mi guarda serio e inarca un sopracciglio.

Adesso potete capire da chi ho preso.

Il brutto di essere minorenni (soprattutto quando ti mancano meno di due mesi alla maggiore età) è che i genitori possono anche chiederti il permesso per fare o non fare qualcosa, ma se la tua risposta non è quella giusta, beh, loro sono i tuoi genitori e tu farai quello che ti dicono. Non sarebbe tutto molto più facile se saltassero la parte in cui ti illudono di avere scelta?

Guardo il bambino imbronciato seduto dall'altra parte della ricca tavolata, l'unica consolazione che ho trovato in questa massa di allegroni. Continua a guardarsi intorno con questi occhi agitati, fulminando chiunque gli offri qualcosa da mangiare; a intervalli di due minuti richiama l'attenzione della madre che puntualmente sposta la propria borsa dal raggio d'azione di quelle manine veloci. Vorrei chiedergli come si chiama il videogioco alla quale non può giocare in questo momento.

Inghiottito dal Mare, Rapito dalla Luna - UNDERNEATH THE MIRROR (BTS Yoonmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora