(present)
Il cancelletto del giardino di casa cigola sotto la mia spinta. Con lo zaino ancora sulle spalle lo supero senza accompagnarlo, sussultando quando torna a sbattere contro i cardini arrugginiti con una violenza che non mi aspettavo.
Non mi stupisco, invece, quando da dietro una siepe vedo spuntare mia madre, armata di guantoni e innaffiatoio. I suoi capelli, un costante promemoria del mio colore naturale, sono legati dallo stesso elastico usurato che deve sempre star dietro a stringere, le numerose ciocche sfuggevoli che le finiscono davanti agli occhi comunque.
"Sei in ritardo."
Mamma si posiziona proprio in mezzo alla stradina che porta all'ingresso di casa nostra, bloccandomi il passaggio. Tiene le mani gracili sui fianchi, ma il suo tono di voce è simpatizzante, come se avesse fatto una semplice osservazione. Pure la sua fronte è bella distesa, il colorito delle guance sano.
Da questa sua aria così inusualmente decisa e motivata deduco che deve aver appena finito di leggere uno di quei suoi libri motivazionali. Beh, non c'è molto di cui preoccuparsi. Domani tutte le nuove frasi fatte che si è sorbita le scivoleranno via da un orecchio e lei si ritroverà punto a capo.
Ehi, sia chiaro, non sto dicendo che quel genere di libri sia inutile, anzi. E' solo che certe persone pensano siano solo da leggere.
Voglio togliermi le scarpe tipo immediatamente. Sono così stanco che le mani mi penzolano inerti dalle braccia.
"Ero all'appuntamento con la psicologa."
"Non era dalle due e mezza alle tre?"
Mamma si sfila un guanto di gomma e ticchetta con l'indice sull'orologio che porta al polso. Mi avvicino il minimo indispensabile per intravedere le lancette, giusto per farle credere che me ne importi qualcosa. Sono le cinque meno dieci.
Mentire è la cosa migliore da fare. Se le dicessi che la signorina Richardson mi ha tenuto dentro al suo studio per tutto questo tempo si farebbe sicuramente due domande.
"Mi sono fermato a giocare al campo da basket con Tae. Il tempo è volato, mi dispiace."
In quel suo viso striato di terra e polvere, i guanti sporchi alla stessa maniera che mi fanno presumere non sia riuscita a resistere alla tentazione di grattarsi, si accende un piccolo sorriso quando nomino il mio migliore amico. Perfino la sua voce suona più leggera. "Davvero? Sono felice di sentirtelo dire, è da un po' che non vedo in giro i ragazzi della squadra...Vi siete divertiti?"
Mia madre mi guarda meglio e il suo sorriso si usura un po'.
E' bastato un attimo di distrazione per far scivolare il mio sguardo nel vuoto. Un istante di assenza di maschere e recitazione dove ha intravisto qualcosa di quello che ho dentro.
Appena me ne accorgo focalizzo lo sguardo sulla prima cosa che mi capita sott'occhio, metto su un'espressione qualunque. Lei si tranquillizza e recupera una fetta del sorriso precedente.
Mamma si spaventa così tanto ogni volta che gli occhi mi si appiattiscono a quel modo, me lo ha detto lei stessa. Quando li vede mi sommerge sempre di attenzioni indesiderate, come se cercasse di porre rimedio a quello che secondo lei è solo un brutto periodo, una nuvola passeggera. Le si spezzerebbe il cuore a sapere che al contrario sono i momenti in cui i miei occhi sono pieni ad essere l'eccezione.
L'ultima cosa che mi ha detto suonava come una domanda ma non ho la minima idea di cosa mi abbia chiesto. Qualunque essa sia, se davvero è importante può sempre farmela una seconda volta.
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Inghiottito dal Mare, Rapito dalla Luna - UNDERNEATH THE MIRROR (BTS Yoonmin)
Fanfiction[Il cartaceo di "Inghiottito dal Mare, Rapito dalla Luna" è già disponibile su Amazon!] Yoongi è costretto dalla madre a frequentare una psicologa da quando i suoi comportamenti lasciano intendere che in lui ci sia qualcosa di profondamente sbagliat...